La tensione tra Elon Musk ed Apple torna a salire, il CEO di xAI e proprietario di X (ex Twitter) ha annunciato che la sua azienda intraprenderà immediatamente un’azione legale contro Apple, accusandola di aver manipolato le classifiche dell’App Store per favorire le app di intelligenza artificiale della concorrenza, in particolare quelle legate a OpenAI.
L’accusa è arrivata nella tarda sera di lunedì attraverso una serie di post pubblicati da Musk su X, secondo l’imprenditore Apple starebbe facendo politica nell’assegnazione di visibilità alle app iOS consigliate, escludendo sia X che Grok (l’assistente IA sviluppato da xAI) dalla sezione Must Have dell’App Store.
Musk riaccende la polemica contro Apple
Apple si sta comportando in un modo che rende impossibile per qualsiasi azienda di intelligenza artificiale, a parte OpenAI, raggiungere il primo posto nell’App Store, il che rappresenta un’inequivocabile violazione delle norme antitrust.
Con queste parole Elon Musk muove le proprie accuse nei confronti del colosso di Cupertino, senza però fornire prove dirette a proprio sostegno. Nella classifica statunitense, ChatGPT occupa attualmente il primo posto tra le app gratuite per iPhone, mentre Grok si trova in sesta posizione; inoltre, il caso DeepSeek, un’IA cinese che lo scorso gennaio ha brevemente scalzato ChatGPT dal vertice, dimostra che altre app possono raggiungere le prime posizioni.
La mossa di Musk arriva in un contesto piuttosto ironico, lo scorso anno uno studio indipendente aveva suggerito che l’algoritmo di X fosse stato modificato per favorire i post dello stesso Musk; a questo si aggiunge un’inchiesta di Platformer del 2023, secondo cui il social avrebbe addirittura implementato un sistema interno per spingere i contenuti del CEO a tutta la base utenti.
Non solo, lo scorso giugno il chatbot Grok, che Musk definisce alla ricerca della massima verità, è stato accusato di consultare l’opinione personale di Musk su temi sensibili come politica estera, immigrazione e aborto, prima di fornire risposte agli utenti.
Lo scontro attuale è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie, Musk è stato tra i fondatori di OpenAI, salvo poi distaccarsene criticamente quando l’azienda ha cambiato modello in favore di un’attività no-profit. Negli ultimi anni, il CEO di Tesla e SpaceX ha lanciato cause legali e persino una maxi offerta di acquisizione da 97,4 miliardi di dollari (respinta all’unanimità) per riprendere il controllo della startup di intelligenza artificiale.
La situazione si è ulteriormente inasprita dopo la partnership annunciata nel 2024 tra Apple e OpenAI, che ha portato l’integrazione di ChatGPT su iPhone, iPad e Mac; in quell’occasione Musk aveva minacciato di vietare l’uso di dispositivi Apple nelle sue aziende se la tecnologia di OpenAI fosse stata prontamente integrata nei sistemi operativi di Cupertino.
Insomma, per il momento non è chiaro se quelle di Musk siano solo chiacchiere o se abbia realmente intenzione di procedere con un’azione legale, le sue dichiarazioni potrebbero aprire un nuovo fronte legale nel già acceso dibattito sull’equità e trasparenza delle classifiche degli store digitali, ma senza prove concrete e con precedenti che non giocano a suo favore, la vicenda rischia di trasformarsi più in uno scontro mediatico che in una battaglia legale reale.
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