Nuova battuta d’arresto per il programma Starship di SpaceX e questa volta lo stop arriva con una potenza che ha scosso la base (per fortuna solo in senso figurato), la navicella Starship numero 36, appartenente alla generazione Block 2, è esplosa in una gigantesca palla di fuoco sulla piattaforma di test della Starbase in Texas durante le operazioni di rifornimento, gettando ombre sempre più lunghe sullo sviluppo del sistema destinato anche a portare l’uomo sulla Luna per conto della NASA.
Esplosione devastante per la nuova Starship di SpaceX
Il test, che avrebbe dovuto precedere l’accensione statica dei motori in vista del decimo volo di prova, si è concluso in modo drammatico: la navicella è esplosa improvvisamente circa 30 minuti dopo l’inizio del rifornimento del propellente, mentre le telecamere di NASASpaceFlight documentavano in diretta le fasi del test.
Stando alle prime ricostruzioni, pochi secondi prima dell’esplosione si nota l’attivazione dei flap superiori della navicella, un dettaglio che potrebbe risultare cruciale per le indagini; SpaceX, attraverso un post sul social network X ha rassicurato tutti, nessun ferito tra il personale della base e nessun rischio per gli abitanti delle zone circostanti.
Si tratta dell’ennesimo episodio problematico per la nuova versione della navicella Starship, la cosiddetta Block 2, che avrebbe dovuto rappresentare un’evoluzione significativa rispetto al progetto iniziale (quello utilizzato fino al sesto test di volo); tuttavia, finora i risultati ottenuti sono stati tutt’altro che incoraggianti.
Basti pensare che nei primi due voli (il settimo e l’ottavo) della nuova versione, la navicella è esplosa poco dopo la separazione dal primo stadio a causa di incendi sviluppatisi nei motori, mentre nell’ultimo tentativo (il nono volo) Starship è riuscita a completare l’ascesa, ma ha perso l’assetto in fase di volo orbitale fallendo il test di riaccensione dei motori e andando distrutta durante il rientro. In sintesi, nessuna Starship ha completato con successo un volo di test da inizio anno.
Non si tratta solo di una questione tecnica e commerciale per SpaceX, l’arresto nello sviluppo di Starship ha ripercussioni dirette sul programma Artemis della NASA, in particolare sulla missione Artemis III che prevede l’utilizzo di una versione modificata della navicella per portare gli astronauti sulla superficie lunare.
Con una roadmap sempre più ambiziosa, e ormai anche un po’ sotto pressione, SpaceX si trova nella delicata posizione di dover dimostrare l’affidabilità di una navicella che, nelle intenzioni, dovrebbe essere riutilizzabile, potente e decisamente rivoluzionaria, ma che nella realtà attuale fatica a completare anche solo un volo senza incidenti.
La missione di test prevista per fine giugno potrebbe ora essere rimandata a data da destinarsi, mentre l’indagine sulle cause dell’esplosione dovrà chiarire se il problema è da attribuire a un malfunzionamento del sistema di propulsione, a un errore nella procedura di rifornimento, o a un’anomalia strutturale legata proprio alla nuova configurazione Block 2.
Non ci resta dunque che attendere per saperne qualcosa in più, tenendo sempre a mente che lo sviluppo di un sistema spaziale completamente riutilizzabile e ad altissime prestazioni è una sfida senza precedenti.
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