Nella notte tra il 27 e il 28 maggio SpaceX ha eseguito il nono volo di prova di Starship, il razzo spaziale completamente riutilizzabile che, nei piani dell’azienda fondata da Elon Musk, dovrebbe rappresentare la colonna portante delle future missioni verso la Luna, Marte e oltre. Una prova attesa, complessa e, come spesso accade nei test di prototipi, ricca di spunti interessanti anche laddove qualcosa non sia andato esattamente secondo i piani.
Ecco come è andato il nono volo di prova di Starship
Il lancio, avvenuto per la precisione all’1:35 ora italiana dal sito di Starbase in Texas, ha rappresentato una pietra miliare nello sviluppo del progetto; per la prima volta infatti è stato utilizzato un primo stadio che aveva già volato, il Super Heavy Booster 14-2, precedentemente impiegato nel settimo test. Una scelta che, di per sé, certifica la fiducia crescente di SpaceX nel proprio sistema di riutilizzo.
Come di consueto la preparazione al lancio ha coinvolto il caricamento dei propellenti criogenici, metano e ossigeno liquidi, iniziato intorno alle 00:46, per un totale impressionante di 4.900 tonnellate di carburante; va ricordato che Starship, nel suo assetto completo, è alta 123 metri, con un diametro di 9 metri, e teoricamente in grado di trasportare fino a 150 tonnellate in orbita terrestre bassa.
Il decollo è stato potente e coreografico, con tutti i 33 motori Raptor di Super heavy accesi regolarmente; dopo circa 2 minuti e 45 secondi è avvenuta la separazione degli stadi tramite la tecnica dell’hot-staging, con Ship 35 che ha preso il volo accendendo i suoi sei motori per proseguire verso lo spazio, raggiungendo e superando la quota dei 100 Km.
Nel frattempo il booster ha iniziato il rientro verso il Golfo del Messico, ma SpaceX ha deliberatamente scelto di non recuperarlo, testando un profilo di rientro più stressante per raccogliere dati su scenari non nominali; il contatto con il primo stadio è stato perso intorno a 6 minuti e 45 secondi dal lancio.
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— SpaceX (@SpaceX) May 23, 2025
Le performance di Ship 35 sono state migliori rispetto a quanto visto nei precedenti voli, tuttavia, anche in questo caso, non tutto è andato come previsto: il piano era di rilasciare alcuni mockup di satelliti Starlink di terza generazione, utilizzando un portellone dedicato soprannominato PEZ Dispenser per la sua forma e struttura; purtroppo, un problema tecnico ha impedito l’apertura del portellone e il rilascio del carico utile è stato rinviato, con ogni probabilità al decimo volo.
La missione è proseguita con la fase di coasting, cioè la navigazione passiva verso lo spazio, ma una perdita di assetto avvenuta dopo circa 24 minuti ha compromesso anche il tentativo di riaccensione di uno dei motori Raptor nello spazio, un test fondamentale per verificare la capacità della navicella di modificare l’orbita o effettuare rientri controllati per future missioni operative.
Il rientro nell’atmosfera è avvenuto sopra l’Oceano Indiano ma, proprio a causa della perdita di assetto, Ship 35 non ha potuto proteggere correttamente le zone critiche con lo scudo termico; le conseguenze? Le immagini finali mostravano i flap danneggiati, parzialmente distrutti e in fiamme, confermando che la struttura ha subito un riscaldamento eccessivo che ha portato alla sua inevitabile distruzione.
Nonostante gli inconvenienti il nono volo di Starship conferma i progressi del programma di SpaceX, le fasi iniziali del volo (spesso le più complesse da perfezionare) sono risultate stabili, controllate e in linea con gli obbiettivi, e il fatto che Ship 35 sia comunque riuscita a raggiungere lo spazio rappresenta un ottimo risultato.
Ovviamente ci sono ancora diverse incognite, specialmente per quel che concerne la gestione del carico utile e il riutilizzo effettivo dei componenti, ma è importante ricordare che Starship è ancora in fase prototipale e che il suo sviluppo procede a un ritmo molto sostenuto per un progetto così ambizioso.
Il decimo volo di Starship potrebbe essere quello della prima vera consegna nello spazio, anche solo simulata, e del primo test completo del sistema di apertura del portellone; SpaceX punta a riaccendere i motori in orbita e ad effettuare manovre complesse in ambiente spaziale, ma come abbiamo visto ogni volo è un banco di prova, utile per verificare e correggere centinaia di variabili.
Gli utenti appassionati di spazio e tecnologia dovranno dunque pazientare ancora un po’ per vedere Starship in piena forma, ma tutto lascia pensare che il traguardo sia più vicino che mai.
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