Una piccola rivoluzione, o per meglio dire un importante segnale di apertura, sta avvenendo nel mondo Apple e riguarda da vicino anche gli utenti Android, magari abituati ad utilizzare alcuni dei servizi Google anche su iPhone. Con l’aggiornamento rilasciato in queste ore l’app Google Traduttore su iOS (v9.8.011) può finalmente essere impostata come app di traduzione predefinita sul sistema operativo mobile di Cupertino.
Una novità che, sebbene possa sembrare secondaria, riflette un cambiamento profondo nella strategia di Apple, soprattutto alla luce delle recenti pressioni normative (prima fra tutte quelle derivanti dal Digital Markets Act dell’Unione Europea), e che consente agli utenti di avere un controllo ben più granulare sulla gestione delle azioni di sistema.
Ora potete scegliere Google Traduttore come app predefinita su iPhone
Con il rilascio di iOS 18.4, Apple ha introdotto una nuova sezione all’interno delle impostazioni del sistema dedicata alla scelta delle app predefinite, estendendo la possibilità (già esistente per browser ed email) anche a navigazione, riproduzione multimediale e, per l’appunto, traduzione.
Fino ad oggi le richieste di traduzione tramite Siri o quelle generate dal sistema (per esempio dal popup che compare selezionando del testo) venivano automaticamente indirizzate all’app Traduttore integrata di Apple, senza possibilità di personalizzazione; ora invece, gli utenti potranno deviarle su Google Traduttore semplicemente modificando un’impostazione, seguendo il percorso Impostazioni -> App -> App di default-> Traduzione.
Una procedura semplice e diretta che consente di sfruttare tutte le funzionalità avanzate dell’app Google Traduttore, come la traduzione istantanea da fotocamera, il supporto offline, la cronologia sincronizzata e il riconoscimento vocale in tempo reale, anche nelle interazioni native con iOS.
Come spesso accade in casa Apple, dietro questo apparente gesto di apertura si cela una strategia più ampia e in un certo senso difensiva, a spingere Cupertino verso una maggiore interoperabilità è infatti la pressione esercitata dalle autorità regolatorie, in primis dall’Unione Europea che con il DMA impone ai colossi tecnologici l’obbligo di aprire le funzionalità di sistema a soluzioni di terze parti.
Il principio di fondo è chiaro, gli utenti devono avere piena libertà di scelta anche per funzioni chiave come la navigazione web, la messaggistica o la traduzione dei contenuti. Apple ha dunque cominciato ad adeguarsi ma, e qui sta la sorpresa, ha deciso di rendere disponibile questa possibilità anche al di fuori dell’Europa, probabilmente per evitare una frammentazione troppo netta dell’esperienza e per prevenire ulteriori pressioni legali anche da parte di altri enti regolatori.
Questa novità rappresenta un piccolo ma importante tassello di un mosaico ben più ampio, che punta a scardinare gradualmente l’ecosistema chiuso di Apple; gli utenti iPhone più affezionati a Google Traduttore potranno dunque usufruire di una maggiore continuità d’uso tra Android e iOS, senza dover più convivere con soluzioni ibride o scorciatoie macchinose.
Non è da escludere che, nel prossimo futuro, anche altre categorie di app vengano sbloccate, pensiamo ad esempio a servizi cloud alternativi, gallerie, tastiere o launcher, almeno nei limiti consentiti da Apple. Per ora però, gli utenti iOS dovranno accontentarsi di poter tradurre con l’app di Google in modo più integrato.
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