Sono passati 7 anni da quando la sonda Osiris-Rex ha lasciato la Terra ma, nella giornata di ieri è tornata a fare visita al nostro pianeta: non è tornata a mani vuote, la sonda ha infatti riportato un prezioso e importante campione, una capsula contenente ben 250 grammi di polvere e rocce prelevati dall’asteroide Bennu.

Osiris-Rex completa la missione, atterrata la capsula con i campioni dell’asteroide Bennu

Era l’8 settembre 2016 quando la NASA lanciò la sonda Osiris-Rex che, dopo un paio d’anni, nell’agosto del 2018 entrò nell’orbita dell’asteroide Bennu; i successivi due anni sono stati impiegati per condurre tutta una serie di rilevamenti e misurazioni dell’asteroide, dopodiché il 20 ottobre 2020 la sonda è atterrata sul suo suolo, iniziando la raccolta dei preziosi campioni.

Il viaggio di ritorno verso casa è iniziato nel 2021 e dopo circa due anni ha riportato sulla Terra la capsula con i campioni raccolti, Osiris-Rex ha rilasciato la capsula con i campioni a una distanza di 102.000 chilometri dalla Terra (circa un terzo della distanza tra noi e la Luna) nella giornata di ieri, la capsula è entrata nell’atmosfera terrestre a una velocità di 44.500 km/h atterrando presso la base Utah Test and Training Range (UTTR) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, a Salt Lake City.

I tecnici della NASA hanno provveduto a trasportare la capsula in una camera bianca “di passaggio” dove alcune parti sono state smontate, qui è stata sottoposta a un processo di pompaggio di azoto al suo interno (per preservare il campione dalla possibile contaminazione dell’atmosfera terrestre visto che il gas in questione non interagisce con la maggior parte delle altre sostanze chimiche) e nella giornata di oggi raggiungerà il Johnson Space Center della NASA.

Non si tratta di un primato assoluto, il Giappone aveva infatti già riportato campioni provenienti da asteroidi nel 2010 con la missione Hayabusa (meno di 1 grammo di campioni dell’asteroide Itokawa) e nel 2020 con la missione Hayabusa 2 (circa 5 grammi di campioni dell’asteroide Ryugu), ma la NASA ha stabilito un nuovo record per questo tipo di missioni riportando ben 250 grammi di campioni dell’asteroide Bennu.

Perché questi campioni sono così importanti? Si tratta di una sorta di capsula del tempo, materiali incontaminati che si stima possano avere circa 4,5 miliardi di anni e permetteranno agli scienziati di comprendere meglio la formazione del nostro sistema solare

Il successo della missione si può in parte attribuire anche al Bel Paese, la sonda Osiris Rex (acronimo di Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security – Regolith Explorer) ha infatti utilizzato strumentazioni prodotte in Italia, tra cui un sensore di assetto stellare realizzato da Leonardo nello stabilimento di Campi Bisenzio (Fi) e un sensore a infrarosso realizzato dalla stessa azienda italiana nel Regno Unito.

La sonda Osiris Rex ha dunque completato questa missione, ma è già partita per la prossima, il suo obiettivo è l’asteroide Apophis, che dovrebbe raggiungere nell’aprile 2029 dopo aver percorso circa 32.000 chilometri (con il cambio nome di missione in Osiris-Apex).

Per quanto riguarda Bennu, l’asteroide ha già “fatto visita” alla Terra nel 1999, nel 2005 e nel 2011 ma un passaggio futuro, stimato per il 2135, potrebbe modificarne la traiettoria portandolo a collidere con il nostro pianeta nel 2182.

I campioni prelevati dalla sonda Osiris-Rex saranno dunque utili anche in questo frangente, come dichiarato anche dall’amministratore della NASA Bill Nelson:

Il campione prelevato dalla sonda Osiris-Rex approfondirà la nostra comprensione dell’origine del nostro sistema solare e della sua formazione […] e ci aiuterà a capire meglio i tipi di asteroidi che potrebbero arrivare sulla nostra strada.

Potrebbe interessarti anche: Le prime foto dallo Spazio di Euclid, il telescopio europeo che studia l’Universo