Non sembra essere un periodo molto felice per i giganti tecnologici, diversi infatti sono coinvolti in procedimenti giudiziari di vario tipo, giusto ieri vi abbiamo riportato la notizia della multa comminata a Meta da parte dell’Unione Europea per 390 milioni di euro e, poco prima, abbiamo visto come l’azienda sia anche nel mirino dell’antitrust per presunte pratiche scorrette collegate a Facebook Marketplace. Oggi è il turno di Apple, che viene multata dalla Francia per 8 milioni di euro, vediamo insieme i dettagli.

Gli annunci personalizzati costano a Apple una multa da 8 milioni di dollari

Possiamo tranquillamente dire che alla mela è andata meglio che a Meta, le accuse infatti sono simili ma gli importi delle sanzioni decisamente diversi: la Commissione nazionale francese per l’informatica e la libertà (CNIL) ha emesso una multa nei confronti di Apple del valore di 8 milioni di euro, le accuse riguardano il tracciamento e il conseguente utilizzo dei dati di navigazione degli utenti senza il loro espresso consenso.

Le accuse mosse all’azienda fanno riferimento alle pratiche messe in atto con l’utilizzo di iOS 14.6, secondo la commissione francese Apple avrebbe raccolto automaticamente i dati di navigazione degli utenti all’interno dell’App Store senza il loro consenso, utilizzando poi tali dati per gli annunci personalizzati; ciò rappresenta una violazione delle vigenti normative in materia di protezione dei dati.

La commissione sottolinea inoltre come fosse teoricamente possibile disattivare il targeting degli annunci, abilitato per impostazione predefinita, ma tale pratica non era intuitiva e richiedeva all’utente diversi passaggi all’interno del menù delle impostazioni, ciò secondo la commissione avrebbe di fatto reso impossibile per gli utenti fornire volontariamente il proprio consenso.

In seguito Apple ha modificato il proprio modus operandi, subendo diversi controlli da parte della commissione francese dal 2021 in poi; l’azienda dal canto suo ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, sostenendo come il proprio sistema di annunci abbia rispettato le normative vigenti e non abbia monitorato i propri utenti utilizzando applicazioni o siti web di terze parti.

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