Finisce con un sì la storia infinita fra Elon Musk e Twitter, che diventa da oggi a tutti gli effetti di sua proprietà. La sua prima mossa? Dopo aver fatto il suo ingresso in azienda proprio ieri, con un lavandino in mano, ha licenziato CEO e compagnia (piani alti, s’intende), a dimostrazione di un’acquisizione che non è certo destinata a lasciare calme le acque blu del celebre social.

Le prime mosse di Elon Musk a capo di Twitter e il futuro

Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal l’acquisizione, costata ad Elon Musk 44 miliardi di dollari, è stata completata proprio nelle scorse ore. E a conferma di ciò, c’è l’indicativo tweet dell’imprenditore più ricco del mondo: the bird is freed, l’uccellino è stato liberato, insomma.

Finalmente, quella che è diventata una storia sconfinata nella telenovela, si conclude, per la gioia di alcuni, e purtroppo per tanti altri. Ad esempio i piani alti di Twitter, che nel giro di qualche ora sono già stati spazzati via in larga parte considerando che Musk ha licenziato l’amministratore delegato Parag Agrawal (successore di Jack Dorsey, per intenderci) e il direttore finanziario Ned Segal dopo la conclusione dell’accordo, si legge dalla medesima fonte succitata.

E se ciò non bastasse il neo capo ha dato il benservito anche a Vijaya Gadde, capo legale di Twitter e al consigliere generale Sean Edgett, e alla chief customer officer Sarah Personette. A circa un’ora dal tweet di Elon Musk, l’altro fondatore del social Biz Stone ha twittato quanto segue in segno di riconoscenza.

Dunque, nonostante proprio ieri venivano messe a tacere le precedenti voci relative a un possibile licenziamento del 75% dei dipendenti di Twitter, si è trattato di un primo giorno piuttosto caotico, come d’altronde immaginabile viste le lamentele che gli stessi piani alti del social hanno spesso avanzato negli scorsi mesi in occasione del tira e molla relativo a tale acquisizione.

E ora? Nel pomeriggio di ieri Elon Musk ha anticipato qualcosa in merito in una lettera destinata agli inserzionisti di Twitter, spiegando come il suo desiderio sia fornire una piazza digitale comune, lontana dai media acchiappaclick in cui diventa difficile instaurare dialoghi. Non l’ho fatto per soldi, specifica a chiare lettere, o perché sarebbe stato facile, puntando viceversa sull’aspetto umano di un social che vuole farsi aperto e civile, in senso lato.

Certo, è impossibile non pensare a X, il social che mesi fa si immaginava potesse (o volesse) competere con Twitter. Ma ora è ancora presto per vaticinare, e se le novità dovessero continuare ad arrivare con tale celerità, ne sapremo sicuramente di più a brevissimo.

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