Le Big Tech, ovvero le grandi aziende tecnologiche, ormai da tempo stanno diversificando la propria attività. Tra i settori che sono stati individuati in tal senso c’è anche la finanza e, naturalmente, la loro presenza in questo settore non può certo passare inosservata, in quanto potrebbe rapidamente mutare i mercati. Nel Regno Unito, però, questa smania di protagonismo sta destando non poca inquietudine, considerato come il Paese sia uno dei più sviluppati a livello globale in questo particolare ambito.

Proprio per cercare di capire meglio cosa stia accadendo ora scende in campo la FCA (Financial Conduct Autorithy), la maggiore autorità di controllo dei mercati finanziari del Regno Unito. Il compito che si prefigge l’ente è in particolare quello di capire se l’impatto delle società tecnologiche indicate come The Four (Apple, Amazon, Google e Meta) possa rivelarsi un beneficio o un danno per i consumatori. La risposta non è in effetti scontata, in un senso o nell’altro.

La FCA intende vederci chiaro

Secondo un recente rapporto del Financial Times, la FCA sarebbe intenzionata a dare vita ad una vera e propria indagine conoscitiva in relazione alla sempre più forte presenza delle grandi aziende tecnologiche sul mercato finanziario del Regno Unito. Lo scopo dell’indagine sarebbe quello di capire per tempo eventuali pericoli e anticiparli con nuovi regolamenti in grado di allontanare eventuali insidie.

È stato Sheldon Mills, Direttore Esecutivo del dipartimento dedicato a Consumatori e Concorrenza, a ricordare come nel corso degli ultimi anni l’ingresso delle Big Tech nei servizi finanziari, ovunque sia avvenuto, abbia ampiamente dimostrato il loro potenziale per sconvolgere mercati consolidati da tempo, guidare l’innovazione e ridurre i costi per i consumatori con la loro capacità di offrire nuovi e innovativi prodotti in ​​aree quali pagamenti, depositi e credito al consumo. Ora, però, la FCA è intenzionata ad assicurarsi che tali vantaggi siano effettivi, garantendo adeguati benefici per i consumatori e il mercato. Un compito considerato del tutto fondamentale alla luce del ruolo delle aziende tecnologiche nella fornitura di infrastrutture chiave come i servizi cloud.

Al fine di impostare al meglio la discussione, la FCA ha pubblicato un’analisi incentrata sui potenziali impatti sulla concorrenza dell’ingresso di Big Tech in quattro settori vitali al dettaglio: pagamenti, raccolta di depositi, credito al consumo e assicurazioni. Il mix tra nuovi servizi finanziari e attività già praticate da parte delle Big Tech potrebbe in effetti rivelarsi benefico in un’ottica di breve e medio periodo, comportando nuove offerte innovative con prezzi altamente competitivi, in un quadro di una maggiore efficienza. Un mix il quale potrebbe essere esaltato da un regime di sana concorrenza con i fornitori di servizi finanziari storici.

I problemi potrebbero però iniziare nel lungo termine, nel caso in cui i colossi tecnologici dovessero riuscire a guadagnare rapidamente quote importanti di mercato. In questo caso, infatti, potrebbero ritagliarsi una rendita di posizione tale da andarsi infine a rivelare un danno per gli interessi dei consumatori. Proprio per cercare di capire meglio cosa sta accadendo, la FCA ha quindi inaugurato una discussione invitando gli altri regolatori, le aziende e i consumatori ad unirsi alla stessa.

In questa fase non saranno proposte modifiche di carattere normativo e l’intento della FCA è quello di stimolare un dibattito proficuo nell’ottica di mercati finanziari sempre più competitivi, ma anche in grado di riversare reali benefici sui consumatori. Un nuovo quadro in cui le Big Tech dovrebbero andare ad armonizzarsi al quadro preesistente e non spazzarlo via a proprio esclusivo vantaggio.

Il pericolo è dietro l’angolo

Alcuni dati ricordati da FCA fanno capire perché l’ingresso delle Big Tech nei servizi finanziari sia considerato pericoloso. Alphabet (azienda madre di Google), Amazon, Meta e Apple offrono già alcuni servizi finanziari nel Regno Unito. Tra di essi occorre ricordare la carta di credito Apple, che ha anche acquistato la startup britannica di credit scoring Credit Kudos, o la funzione “Buy now, pay later”, mentre proprio la passata settimana Amazon ha lanciato un servizio di assicurazioni online nel Regno Unito.

Di fronte a questi dati FCA ha quindi deciso di non lasciare andare il tutto senza cercare di governare il processo in atto. Un processo che non è chiaro se potrebbe rivelarsi effettivamente vantaggioso per i consumatori o meno. Il timore è naturalmente che le Big Tech possano sfruttare le loro ramificazioni per imporre logiche distorsive del mercato e danneggiare la libera concorrenza nel lungo periodo. Del resto secondo l’autorità già Google e Apple hanno dimostrato la loro capacità di imporre i propri standard a detrimento di altri coi loro pagamenti tramite cellulare (Apple Pay e Google Pay)

Per capire meglio le preoccupazioni del massimo ente di vigilanza dei mercati finanziari britannici, occorre anche sottolineare come proprio di recente il governo del Regno Unito ha denunciato il fatto che l’eccessiva potenza di alcune aziende sul mercato dei servizi finanziari digitali ha comportato in effetti un danno per i consumatori. Ora non resta che attendere i risultati della discussione avviata dalla Financial Conduct Autorithy, i quali dovrebbero arrivare entro il prossimo 15 gennaio, per capire meglio  cosa potrebbe accadere. Proprio quanto appurato dal governo sembra però preludere ad un mutamento dell’approccio normativo in questo delicato settore.

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