A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del primo tweet modificato da parte dell’account ufficiale di Twitter Blue, inizia il rilascio dell’attesa funzione per alcuni utenti abbonati al servizio, scopriamo di più.

Gli utenti Twitter Blue di Nuova Zelanda, Canada e Australia possono ora modificare i propri post

Poco più di un mese fa, vi abbiamo riportato la notizia dell’inizio della prima fase di test della nuova funzione di modifica dei tweet sulla nota piattaforma di social network, ora inizia la seconda fase, quella che prevede una distribuzione della nuova funzionalità ad un pubblico più ampio, inizialmente limitato agli utenti Twitter Blue residenti in Nuova Zelanda, Canada e Australia. Secondo i piani di Twitter, il prossimo passo sarà quello di estendere tale possibilità agli utenti statunitensi, prima di un eventuale rilascio più ampio a livello globale, lo scopo come già sottolineato in passato, è quello di monitorare il comportamento degli utenti per evitare utilizzi fraudolenti o inappropriati della funzione.

Grazie al post qui sopra possiamo anche farci un’idea dell’aspetto grafico e del funzionamento della nuova funzionalità, gli utenti abbonati avranno a disposizione 30 minuti per poter modificare il proprio post (stando alle ultime notizie è presente un limite massimo di 5 modifiche), una volta effettuata la modifica questa verrà segnalata con un’apposita icona, attraverso la quale l’utente ha inoltre facoltà di prendere visione di tutte le modifiche apportate dall’autore del tweet.

Come già detto, nonostante altre piattaforme concorrenti abbiano già funzioni simili disponibili gratuitamente, per quanto riguarda la piattaforma cinguettante la nuova funzione è esclusiva per gli abbonati Twitter Blue che, oltre a questo, possono beneficiare di funzionalità esclusive come annullare rapidamente un tweet appena inviato e la possibilità di leggere più articoli senza pubblicità.

Non ci sono al momento tempistiche ufficiali circa il rilascio più ampio della nuova funzione di modifica, ci vorrà probabilmente un po’ affinché l’azienda possa monitorarne l’utilizzo da parte degli utenti, prima di prendere in considerazione un’eventuale distribuzione anche in altre zone del mondo.

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