C’era molta attesa per il piano industriale di Stellantis, il gruppo automobilistico che ha inglobato PSA e FCA, dando vita ad una galassia composta da 14 marchi. Il piano in questione è stato denominato Dare Forward 2030 e tra gli obiettivi indicati c’è anche quello teso a farne il campione del settore nella lotta contro il cambiamento climatico.

Zero emissioni entro il 2038: questo l’obiettivo che Stellantis ha indicato alla stregua di una stella polare. Per conseguirlo, il 100% delle vendite in Europa e il 50% di quelle sul mercato statunitense entro la fine del decennio dovranno essere costituite da veicoli elettrici a batteria (Bev).

I punti del piano industriale di Stellantis

A spiegare Dare Forward 2030 è stato l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Tanti i punti affrontati nel corso della presentazione, tra i quali spicca la decisa accelerazione verso i motori elettrici. Spiegata dalla necessità di fare fronte allo stop ai motori a combustione interna inserito nelle normative adottate dai vari Paesi.

Un’accelerazione la quale ha imposto a tutti i grandi produttori di adeguarsi per non farsi trovare impreparati. Ma che, soprattutto, impone una riflessione di larga portata, in cui un ruolo di rilievo spetterà agli incentivi senza i quali i costi che dovranno essere affrontati dalle aziende non potranno che andare a ricadere sugli automobilisti.

Si tratta in effetti di un dato molto delicato, soprattutto alla luce di quello che sta accadendo nel vecchio continente. Ove i livelli salariali insufficienti in alcuni Paesi, a partire proprio dall’Italia, potrebbero rivelarsi un notevole problema senza decisi interventi pubblici.

Tra le tematiche collegate alla transizione energetica, non poteva mancare un richiamo alla vera e propria sfida che attende tutti i marchi che intendano farsi valere nel nuovo quadro. Ovvero quella che dovrà essere portata alle startup dell’auto elettrica.

Se sinora l’obiettivo è stato puntato soprattutto su Tesla, che ha goduto della presenza di un figura come quella di Elon Musk, ci sono però altri soggetti da tenere nel debito conto da parte di chi intende affermarsi in questo ambito. Ovvero le new entry rappresentate da Rivian e Lucid, tra le altre.

Arriva il SUV elettrico Jeep

Tra le novità più succose dell’evento, un posto di particolare riguardo spetta al nuovo SUV elettrico. Il suo arrivo è previsto per il 2023 e se n’era già parlato nel corso della conferenza stampa in cui Tavares aveva presentato i risultati finanziari relativi al 2021.

Arriva il SUV elettrico Jeep

La prima Jeep puramente elettrica, però, non rappresenta l’unico modello previsto in tal senso. Sarà anzi accompagnato da altri due, la cui comparsa su strada dovrebbe avere luogo entro il 2024. Se il primo dovrebbe ispirarsi alla Wrangler Magneto, con un’impostazione da fuoristrada più tradizionale, il secondo sarà più moderno e orientato alle famiglie.

Si tratta della conferma di un orientamento sempre più orientato alla transizione energetica, con un occhio rivolto però all’abbattimento dei costi. In tal senso va ricordato come Stellantis punti ad abbattere decisamente il costo delle sue auto elettriche. Una sforbiciata nell’ordine del 40% che sarà resa possibile dal taglio dei costi medi di produzione (-40%) e di distribuzione (-40%), oltre che dall’efficientamento degli investimenti riservati a ricerca e sviluppo, a loro volta destinati ad un risparmio del 30%.

La gamma di Stellantis

Nel corso della presentazione di Dare Forward 2030 è stata presentata anche una slide cui è stato affidato il compito di svelare la conformazione del gruppo. Se in cima alla piramide va a collocarsi Maserati, in pratica il solo brand di lusso del gruppo, immediatamente sotto di esso vanno a collocarsi Alfa Romeo, DS e Lancia, ovvero il terzetto premium che va a completare il catalogo di alta gamma e che dovrà essere interamente elettrico entro il termine indicato.

Jeep rappresenterà il brand Global Sport Utility mentre Dodge, Ram e Chrysler saranno i campioni incaricati di mostrare un gusto spiccatamente statunitense. Infine, Peugeot, Opel (con Vauxhall), Fiat, Abarth e Citroen, che dovranno a loro volta fare da traino sul mercato europeo.

Per effetto di questa conformazione, Stellantis sarà in grado di presentare sui mercati una gamma estremamente variegata, con una forbice di prezzi che oscillerà da un minimo di 6mila euro, quelli della Citroen AMI ad un massimo di 200mila, quelli necessari per la Maserati MC20.

Una gamma cui andranno ad aggiungersi oltre 100 novità da qui al 2030, grazie alle quali il totale delle auto elettriche vendute dovrebbe attestarsi a quota 5 milioni. Obiettivi che dovranno concretizzare i 30 miliardi di euro di investimenti previsti entro il 2025.

Il destino degli stabilimenti italiani

Naturalmente, nel corso dell’evento è stato affrontato anche un tema che sta particolarmente a cuore agli italiani, ovvero quello legato al destino degli stabilimenti del gruppo nel nostro Paese. Un tema reso delicato anche dalla particolare situazione occupazionale che caratterizza l’Italia.

Alla domanda Tavares ha risposto affermando che a decidere in tal senso non potrà che essere il mercato. Aggiungendo però una postilla che è sembrata a molti emblematica: le vendite dipenderanno anche dalla protezione che i governi sapranno dare all’industria automobilistica.

Un discorso che sembra in forte contrasto con gli indirizzi di un’Unione Europea in cui gli aiuti di Stato sono stati in pratica banditi. Resta da capire se a Bruxelles un discorso di questo genere possa essere recepito o provocare fastidio. Soprattutto alla luce di una situazione del tutto nuova come quella che è stata provocata dalla diffusione del Covid e dalle nuove necessità di carattere sanitario.

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