Con l’emergenza COVID-19 si è assistito ad un aumento esponenziale dell’utilizzo di Internet in tutto il mondo. Nel 2021 sarebbero circa 4,9 miliardi le persone che lo hanno utilizzato, con ben 800 milioni di utenti in più rispetto al 2019 (erano 4,1 miliardi di persone).Tra questi ci sono centinaia di milioni che si sono connessi solo in modo occasionale tramite la condivisione di dispositivi o con connessioni a bassa velocità.

Cresce l’utilizzo di Internet a livello globale, anche nei paesi in via di sviluppo

A stimarlo è il rapporto annuale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit), insieme all’edizione 2021 di Facts and Figures e l’istituzione specializzata dell’Onu. Secondo quanto rilevato da Uit, le misure adottate durante la pandemia fra lockdown e chiusure delle scuole, insieme a varie necessità come l’accesso a servizi pubblici, shopping online, operazioni bancarie e stare al passo con le notizie, hanno favorito ad una crescita legata ad Internet con quasi 782 milioni di persone in più rispetto al 2019 (+17%).

La crescita ha invaso anche quei paesi in via di sviluppo dove l’utilizzo di Internet è aumentato di oltre il 13%. Inoltre, nei 46 paesi designati dall’Onu come i meno sviluppati, si è arrivati ad un aumento medio superiore al 20%. Purtroppo, come spiega il segretario generale dell’Onu Houlin Zhao, c’è ancora molto da fare per connettere tutti gli abitanti del pianeta, facendo una promessa per il futuro.

“L’Uit lavorerà con tutte le parti per assicurarsi che siano in atto gli elementi costitutivi per collegare i restanti 2,9 miliardi. Siamo determinati a garantire che nessuno venga lasciato indietro”.

Fra questi esclusi dal mondo digitale, ve ne sono molti che affrontano sfide formidabili tra cui povertà, analfabetismo, accesso limitato all’elettricità e mancanza di competenze e consapevolezza digitali. Come spiega Doreen Bogdan-Martin, direttrice del Telecommunication Development Bureau di Uit, le soluzioni digitali che servirebbero per rimettere in carreggiata i paesi e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 non sono ancora state attuate, sopratutto lato digitale.

“Sfortunatamente, le comunità identificate nell’Agenda 2030 come le più a rischio di essere lasciate indietro sono le stesse comunità che ora vengono lasciate indietro digitalmente”.

Si riduce il gap tra uomini e donne, ma non tra aree urbani e rurali

Un altro dato rilevato da Uilt è il problema del gap tra uomini e donne che, anche se si sta riducendo a livello globale con un uso medio di internet da parte degli uomini del 62% e un 57% da parte delle donne, presenta ancora forti disuguaglianze nei paesi poveri.

“Sebbene il divario digitale tra uomini e donne si stia riducendo in tutte le regioni del mondo e sia praticamente inesistente nei paesi sviluppati (con l’89% degli uomini e l’88% delle donne online), permangono forti disuguaglianze nei paesi meno sviluppati (31 % di uomini connessi, rispetto a solo il 19% delle donne) e nei paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare (38% degli uomini connessi contro il 27% delle donne)”.

Il gap resta particolarmente marcato in Africa con un 35% di uomini connessi rispetto a un 24%  di donne, e negli Stati Arabi con un 68% di uomini connessi contro un 56% di donne. Nelle aree urbane invece si ha il doppio della probabilità di utilizzare Internet rispetto a chi vive in aree rurali ( 76% contro 39%). Nei paesi meno sviluppati invece, gli abitanti delle città hanno quasi quattro volte più probabilità di utilizzare Internet rispetto alle aree rurali (47% contro 13%). Infine, in media, il 71% della popolazione mondiale di età compresa tra 15 e 24 anni utilizza Internet, rispetto al 57% delle persone in tutte le altre fasce di età.

Che ne pensate di questi dati? Fateci sapere la vostra nel box dei commenti.

Potrebbe interessarti anche: In Germania si prospettano sconti per gli utenti se la connessione è troppo lenta