La crisi dei superconduttori è un tema molto serio che sta flagellando il mondo della tecnologia, quello dell’automobilismo e degli elettrodomestici. Una delle poche aziende che sembrava meno in difficoltà da questo punto di vista, Apple, sembra che possa andare incontro a problemi di approvvigionamento di chip e altri superconduttori esattamente come i suoi competitor. In tutto questo, negli Stati Uniti, Peter Thiel ha dichiarato che le autorità statunitensi dovrebbero approfondire e mettere pressione all’azienda di Cupertino sui suoi rapporti con la Cina.
Apple pare preoccupata dalla saturazione della produzione di superconduttori
Nonostante la grande capacità di Apple nello gestire efficacemente tutto il processo produttivo e distributivo dei propri prodotti, sembra che avrà problemi con la produzione di iPad e MacBook. Secondo quanto riportato da Nikkei Asia e DigiTimes, sembra infatti che l’azienda californiana subisca la mancanza di componenti per la produzione di schermi destinati ad iPad mentre mancherebbero addirittura i processori per poter lanciare i nuovi MacBook.
Non stupisce la difficoltà di reperire queste componenti, in quanto il mercato e le catene produttive sono stati letteralmente travolti dalla pandemia di Covid-19. Questa ha infatti inizialmente creato forti rallentamenti alla produzione mentre successivamente, con l’adozione massiccia dello smart-working casalingo e delle lezioni scolastiche via Internet, la richiesta di laptop, componenti PC, Chromebook e smartphone è arrivata a livelli mai visti fin’ora.
Perfino l’industria automobilistica sta subendo forti ritardi nelle consegne delle automobili per questo motivo e purtroppo, il problema non sembra di facile nè veloce risoluzione. Apple pare abbia cercato di mettere una “pezza” a questo problema semplicemente rimandando l’uscita di due prodotti che non sono certamente popolari quanto iPhone, iPad e MacBook appunto. I MacBook infatti subiranno questo ritardo in quanto Apple ha chiesto a TSMC di iniziare la produzione dei nuovi SoC per iPhone molto prima del solito, a maggio.
TSMC è l’azienda cinese che si occupa della produzione di processori per l’azienda di Cupertino ma riceve ordini anche da molte altre aziende. Apple, per evitare la saturazione degli ordini, ha deciso di anticipare quello per i SoC iPhone. Gli smartphone venduti hanno un grande impatto sui profitti annuali di Apple ed è quindi plausibile che questa si concentri sulla disponibilità dei propri telefoni piuttosto che dei laptop, i quali costituiscono una fetta decisamente minore dei ricavi dell’azienda.
“Gli Stati Uniti dovrebbero mettere pressione ad Apple per i suoi rapporti con la Cina”
Peter Thiel ha così criticato duramente Apple e i suoi forti legami con la Cina. Thiel è stato uno dei primi finanziatori di Facebook ed è il co-fondatore di Pay Pal, sicuramente non l’ultimo degli arrivati. “Apple è probabilmente l’azienda che è strutturalmente un vero problema, perchè l’intera catena di approvvigionamento degli iPhone viene gestita in Cina, quindi è l’azienda che ha vere sinergie con quel Paese.” ha ribadito.
Thiel ha fatto commenti simili anche per Google, che sarebbe rea di lavorare troppo da vicino con le Università cinesi sullo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. La Cina è sempre stata un argomento spinoso per entrambe le aziende, ma Apple si è trovata più volte coinvolta in rumor e notizie non troppo positive a riguardo.
Il gigante californiano infatti è stato più volte accusato di usare aziende produttive che si erano macchiate di violazioni dei diritti umani, come i lavori forzati per gli Uiguri e lo sfruttamento del lavoro minorile. Questo è sicuramente in contrasto con le varie restrizioni imposte dal governo americano nei confronti di Huawei mentre Apple è libera di avere legami molto forti con lo stato cinese. Apple comunque ha cercato di migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti delle aziende che fanno parte della propria catena produttiva.
Questo non pare non essere bastato, visto che alcuni rumor vogliono Apple protagonista di pressioni nei confronti del governo americano per la riduzione delle sanzioni alle aziende statunitensi che collaborano con aziende cinesi accusate di sfruttamento dei lavoratori. La Cina è molto importante per Apple anche per quanto riguarda le vendite, visto che è ormai noto da tempo che questa voglia espandersi sempre di più in un mercato che renderebbe tantissimo in termini di volumi di vendita e fidelizzazione dei clienti.
Questo è confermato dalla linea comunicativa che l’azienda ha scelto nei confronti della Cina, che al massimo si limita a critiche molto vaghe o semplicemente non si presenta alle udienze del Congresso americano riguardanti temi di sicurezza e privacy dei dati in Cina. Guardando i risultati finanziari di Apple si può notare che nel primo trimestre del 2021 ha guadagnato ben 21, 3 miliardi di dollari, per cui un’uscita da quel mercato è del tutto fuori discussione.
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