I grandi colossi del web mettono sicuramente in conto la possibilità che le organizzazioni Antitrust dei vari Stati in cui operano indaghino attivamente sul loro operato ma Amazon ha appena ricevuto una terza stangata da parte della UE. Dopo le indagini relative alla presunta creazione di un monopolio negli USA e alla possibile evasione fiscale in Italia, Amazon è indagata adesso dalla UE per l’uso sospetto dei dati provenienti dai venditori terzi che operano nella piattaforma i Amazon.

Amazon è indagata per il suo possibile utilizzo non competitivo dei dati di vendita da parte dei venditori terzi per migliorare il posizionamento dei propri prodotti.

La commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, ha dichiarato che il problema è legato al fatto che la società americana si trova in un duplice ruolo: da un lato ospita esercenti indipendenti sulla propria piattaforma e dall’altro è un retailer che vende suoi prodotti. E dunque in concorrenza con gli stessi rivenditori.

“Il commercio elettronico – ha osservato ancora Vestager – ha stimolato la concorrenza nelle vendite al dettaglio, ha ampliato le possibilità di scelta e ha fatto scendere i prezzi. Ho deciso di esaminare molto attentamente le pratiche commerciali seguite da Amazon, e il suo doppio ruolo nelle vendite all’ingrosso e al dettaglio, al fine di verificare se la società stia rispettando le regole Ue sulla concorrenza“.

Stando alle regole presenti in Unione Europea, l’autorità preposta alla concorrenza dell’UE può infliggere alle aziende ammende fino al 10% del fatturato globale.

Ricordiamo poi che non si tratta del primo screzio con la UE: nel 2017 aveva imposto all’azienda di Jeff Bezos di rimborsare al Lussemburgo imposte per 250 milioni di euro giudicando illegali le agevolazioni fiscali ricevute.