Con Donald Trump ancora in prima linea per attuare dei dazi sull’importazione di prodotti tecnologici cinesi negli Stati Uniti, sono molti gli analisti che stanno prevedendo un rincaro non indifferente di tutta l’industria dei videogame. Nonostante infatti la maggior parte dei giochi sia sviluppata negli Stati Uniti, in Canada o in Europa, il 100% delle console viene realizzata in Cina. Ed è proprio questo il punto cruciale di tutti i rincari previsti.

Stando a uno studio portato avanti dalla Trade Partnership for the Consumer Technology Association, si prevede un rincaro di almeno 840 milioni di dollari sui prezzi complessivi di acquisto. Chiaramente questi costi non verranno sostenuti dalle aziende ma verranno fatti pagare, sfruttando il bacino di utenti molto elevato, ai consumatori finali.

Da quello che riporta USA Today, l’amministrazione Trump ha imposto tariffe del 25% su 250 miliardi di dollari di importazioni cinesi e intenderebbe espandere tale importo fino a colpire le importazioni per un valore di 300 miliardi di dollari (267 miliardi di euro circa).

Quanto impatteranno i dazi di Donald Trump sull'industria dei videogames? 1

Non è un caso che Microsoft, Nintendo e Sony, le tre storiche aziende che si spartiscono il mercato dei videogames (fino all’arrivo di Google Stadia e, in un certo modo, Apple Arcade) hanno inviato una lettera alle autorità per il commercio a Washington per cercare di far cambiare idea (progettando nel frattempo un piano per delocalizzare parte della produzione al di fuori della Cina).

Pur apprezzando l’obiettivo dell’amministrazione di voler rafforzare la protezione della proprietà intellettuale in Cina”, si legge nella lettera, “è improbabile che le console possano essere oggetto di contraffazione. Al contrario, è probabile che le tariffe finiscano per ferire i consumatori, gli sviluppatori di videogiochi, i rivenditori e i produttori di console”, oltre a mettere “a rischio migliaia di posti di lavoro ad alto valore negli Stati Uniti”.

L’introduzione dei dazi arriva in un omento molto delicato per Microsoft e Sony, visto che si stanno preparando a lanciare le console next-gen Xbox Scarlett e PlayStation 5.

Seppur in teoria i dazi di Donald Trump non dovrebbero avere nulla a che fare con i mercati europei, non ci stupiremmo se le aziende apportassero un aumento dei prezzi a tutto tondo.