Ci sono momenti in cui è lecito parlare del futuro dei notebook e ci sono momenti in cui è giusto essere pratici, numeri alla mano. È quello che abbiamo vissuto al summit di Qualcomm, dove abbiamo potuto mettere le mani sui primi engineering sample basati sul nuovo Snapdragon X2 Elite Extreme. Non erano notebook pronti per il mercato, ma reference design curati direttamente da Qualcomm, pensati per mostrare tutto il potenziale della piattaforma. Ecco ciò che è venuto fuori dalle prime prove dello Snapdragon X2 Elite Extreme e come sta evolvendo il mondo di Windows on ARM.
Indice:
- Cosa cambia sullo Snap X2 Elite, in breve
- Le condizioni della prova sono importanti
- Il salto generazionale c’è e si sente
- Il confronto con la concorrenza Intel, AMD e Apple Silicon M4
- Qualche prima indicazioni su consumi ed efficienza di Snapdragon X2 Elite Extreme
- Windows on ARM è vivo e vegeto, la palla passa a Microsoft
Cosa cambia sullo Snap X2 Elite, in breve
Il passaggio alla nuova generazione Snapdragon X2 Elite Extreme segna uno scarto netto rispetto al primo X Elite. Alla base c’è la terza evoluzione dei core Oryon, ora realizzati con processo produttivo a 3 nm e capaci di spingersi fino a 5 GHz nella versione Extreme: è il primo processore ARM per notebook a toccare questa soglia, un traguardo simbolico che racconta bene il salto di ambizioni. Lo Snapdragon X2 Elite Extreme spinge tutto più in alto: 18 core con frequenza base a 4,4 GHz, boost fino a 5 GHz e una GPU portata a 1,85 GHz, il tutto con banda di memoria ampliata a 228 GB/s grazie a un bus a 192 bit.
La GPU Adreno di nuova generazione non è solo una questione di clock più alto: Qualcomm dichiara un miglioramento fino a 2,3 volte nel rapporto prestazioni per watt rispetto al passato. Ciò significa che, a parità di consumi, i notebook basati su X2 potranno garantire frame rate sensibilmente più alti e una maggiore fluidità anche in ambito creativo, dal rendering 3D alle applicazioni di editing video. Sul fronte AI, c’è una NPU Hexagon da 80 TOPS, al momento la più veloce disponibile su notebook. Questa potenza serve a sostenere esperienze Copilot+ e applicazioni multimodali, ma apre anche la porta a scenari di “agentic AI” più complessi.
Il resto della dotazione conferma la vocazione premium: Wi-Fi 7, modem Snapdragon X75 5G, USB4 a 40 Gbps, fino a 12 linee PCIe 5.0 e nuove funzioni di sicurezza come Snapdragon Guardian Technology, pensata per la gestione remota e la protezione dei dati “dal chip al cloud”.
Le condizioni della prova sono importanti
Importante sottolineare le condizioni della prova prima di partire: ciò che abbiamo provato rappresenta la miglior condizione possibile per il chip, un banco di prova che spinge al limite ogni componenti. I prodotti finali, con design e dissipazioni diverse, potranno esprimere valori differenti, magari meno estremi ma più equilibrati.
Un’altra consapevolezza che ci accompagna è che questa prima sessione è stata dedicata solo alle prestazioni. Non abbiamo ancora potuto approfondire temi cruciali come consumi e temperature, che arriveranno in un secondo momento con test mirati. Abbiamo effettuate le prove su device a temperatura ambiente, non in condizioni simulate. Oggi, insomma, parliamo di potenza bruta su reference design.
Il salto generazionale c’è e si sente
Il confronto diretto con la generazione precedente è forse l’elemento più eloquente per capire quanto Qualcomm abbia accelerato lo sviluppo della propria piattaforma. Sul fronte dei core Oryon il salto è evidente: in Geekbench 6.5 single-core si passa da circa 2934 punti a 4080, con un incremento vicino al +39%. In multi-core il divario si allarga ancora di più: da 15637 a 23491 punti, pari a un miglioramento di circa +50%. Questo scatto non deriva solo dall’aumento delle frequenze (ora fino a 5 GHz sulla versione Extreme), ma anche dall’ampliamento della banda di memoria: la piattaforma X2 Extreme porta il bus a 192 bit e la banda a 228 GB/s, contro i 152 GB/s del modello precedente.
| Caratteristica | Snapdragon X Elite | Snapdragon X2 Elite Extreme | Miglioramento |
|---|---|---|---|
| CPU – Geekbench 6.5 Single-Core | 2934 | 4080 | +39% |
| CPU – Geekbench 6.5 Multi-Core | 15637 | 23491 | +50% |
| GPU – 3DMark Solar Bay | 49,6 | 90,06 | +80% |
| NPU – Procyon AI Computer Vision | 2330 | 4151 | +78% |
| NPU – Geekbench AI 1.5 | 15628 | 88615 | +5,6x |
| CPU Frequenza massima | 4,7 GHz | 5,0 GHz | ↑ |
| GPU Frequenza | 1,70 GHz | 1,85 GHz | ↑ |
| Cache totale | 53 MB | 53 MB | = |
| Banda memoria | 152 GB/s (128-bit) | 228 GB/s (192-bit) | +50% |
Il comparto grafico è stato rivoluzionato. Nel test 3DMark Solar Bay, lo Snapdragon X Elite si fermava a 49,6 punti, mentre il nuovo X2 Elite Extreme raggiunge 90,06, con un guadagno dell’80%. A livello architetturale, la GPU Adreno passa da 1,7 GHz a 1,85 GHz e beneficia direttamente della memoria più veloce e del bus più ampio, garantendo non solo frame rate superiori ma anche un miglior rapporto prestazioni/consumi. Qualcomm parla infatti di un +2,3 volte nelle performance per watt rispetto alla vecchia generazione.
La differenza più clamorosa arriva però dal comparto AI. Il test Procyon AI Computer Vision certifica un salto da 2330 a 4151 punti, pari a un +78%. Ma è con Geekbench AI 1.5 che la forbice diventa abissale: dai circa 15628 punti del vecchio X Elite si passa a 88615, ovvero oltre 5,6 volte in più. Entrambe le piattaforme integrano una NPU Hexagon da 80 TOPS, ma nel nuovo design l’accesso alla memoria e le ottimizzazioni architetturali permettono di sprigionare un’efficienza decisamente più valida.
Il confronto con la concorrenza Intel, AMD e Apple Silicon M4
Se il confronto con la vecchia generazione chiarisce i progressi interni, è solo guardando ai competitor che si capisce davvero quanto lo Snapdragon X2 Elite Extreme possa essere migliorato.
Nei test Geekbench 6.5 single-core, il nuovo X2 Elite Extreme raggiunge 4080 punti, superando di slancio sia l’Apple M4 (3872), sia i migliori processori Intel (3026 per l’Ultra 9 285H, 2919 per l’Ultra 9 288V) e AMD Ryzen AI 9 HX 370 (2881). È la prima volta che un chip ARM Qualcomm si piazza in cima al grafico anche sul core singolo, tradizionalmente un terreno favorevole ad Apple.
In multi-core il divario è ancora più netto: 23491 punti contro i 17680 dell’M4, i 15443 dell’AMD Ryzen AI 9 HX 370 e i 15146/11306 dei due Intel Ultra 9. Qui Qualcomm non solo supera tutti, ma quasi raddoppia le prestazioni rispetto al miglior processore Intel della serie Ultra.
| Benchmark | Snapdragon X2 Elite Extreme | Apple M4 | AMD Ryzen AI 9 HX 370 | Intel Core Ultra 9 285H | Intel Core Ultra 9 288V |
|---|---|---|---|---|---|
| CPU – Geekbench 6.5 Single-Core | 4080 | 3872 | 2881 | 3026 | 2919 |
| CPU – Geekbench 6.5 Multi-Core | 23491 | 17680 | 15443 | 15146 | 11306 |
| GPU – 3DMark Solar Bay | 90,06 | 62,7 | 55,92 | 61,98 | 65,12 |
Sul fronte grafico la fotografia è simile. Nei test 3DMark Solar Bay, lo Snapdragon X2 Elite Extreme tocca 90,06 punti, davanti ad Apple M4 (62,7), Intel Ultra 9 288V (65,12), Intel Ultra 9 285H (61,98) e AMD Ryzen AI 9 HX 370 (55,92). In pratica, il nuovo chip Qualcomm ottiene un margine del +43% rispetto all’M4 e del +61% rispetto al miglior Intel. Un risultato che colloca finalmente la GPU Adreno integrata a un livello competitivo con le grafiche dei rivali, rompendo quell’equilibrio che negli anni passati relegava ARM a un ruolo di outsider in ambito gaming e creatività.
C’è da sottolineare che non si sta prendendo in considerazione le versioni Pro e Max di M4. Inoltre, verosimilmente le macchine con Snap X2 Elite Extreme costeranno di più di un semplice Macbook Air M4 faneless. Insomma, è ancora troppo presto per i claim definitivi di vittoria.
Se CPU e GPU mostrano già un netto vantaggio, è sul fronte AI che Qualcomm mette il segno più profondo. Nel test Procyon AI Computer Vision, lo Snapdragon X2 Elite Extreme totalizza 4151 punti, ben sopra Apple M4 (2121), Intel Core Ultra 9 288V (1866), AMD Ryzen AI 9 HX 370 (1742) e Intel Core Ultra 9 285H (719).
Il distacco diventa impressionante in Geekbench AI 1.5: qui il nuovo SoC raggiunge 88615 punti, contro i circa 48-52mila di Intel, i 15628 dell’Ultra 9 285H e i poco più di 15mila dell’AMD Ryzen AI 9 HX 370. In pratica parliamo di un vantaggio superiore a 5 volte rispetto alla generazione precedente e a qualsiasi rivale diretto ma sappiamo bene che l’accesso alla NPU è ancora un passaggio mistico per alcune applicazioni di terze parti.
Qualche prima indicazioni su consumi ed efficienza di Snapdragon X2 Elite Extreme
Accanto ai numeri assoluti, uno degli aspetti più interessanti emersi durante il summit riguarda i grafici prestazioni/consumi mostrati da Qualcomm. Non si tratta di valori puntuali ma di curve comparative, utili a capire come il nuovo Snapdragon X2 Elite Extreme si posizioni rispetto ai rivali.
La prima cosa che colpisce è il punto di partenza: la curva di Qualcomm si attesta su livelli di potenza più bassi, intorno ai 15-20 Watt, mantenendo già prestazioni elevate. Le piattaforme Intel e AMD, al contrario, partono da consumi sensibilmente più alti, e per raggiungere gli stessi risultati si spingono oltre i 40 Watt.
In questo scenario si inserisce anche Apple M4, che resta competitivo soprattutto nella fascia più bassa, confermando l’efficienza che caratterizza gli Apple Silicon. Tuttavia, man mano che si alza l’asticella delle performance, la curva di Qualcomm riesce a superarlo, segno che il lavoro fatto sul nodo a 3 nm e sull’ottimizzazione architetturale sta pagando. Prendiamo ancora con le pinze tutto ma questi prime dichiarazioni sono interessanti.
Windows on ARM è vivo e vegeto, la palla passa a Microsoft
Per anni si è parlato di Windows on ARM come di un progetto incompiuto, un’idea interessante ma sempre frenata da compromessi troppo pesanti: compatibilità traballante, prestazioni altalenanti, macchine che sulla carta promettevano ma che all’atto pratico non riuscivano a convincere né utenti né sviluppatori. Oggi lo scenario sta cambiando in modo profondo.
Con lo Snapdragon X2 Elite Extreme, Qualcomm dimostra che l’architettura ARM può finalmente ambire non solo a colmare il gap con Intel e AMD, ma addirittura a superarli in diversi scenari. Non è più un esercizio di stile: i benchmark certificano un salto netto e i grafici sull’efficienza raccontano di un futuro in cui potenza e consumi non saranno più un compromesso.
Il punto però non è solo hardware. Perché se Qualcomm sta spingendo sull’acceleratore, è evidente che anche Microsoft non può più permettersi di trattare Windows on ARM come un progetto laterale. Gli investimenti sono troppi, le ambizioni troppo grandi. Un ecosistema maturo non nasce solo da un SoC potente, ma dalla capacità di offrire strumenti, compatibilità e stabilità. E tutto lascia intendere che a Redmond abbiano capito la lezione: l’era delle macchine “zoppicanti” non deve ripetersi.
In questo quadro si inserisce anche NVIDIA, che prepara le sue contromosse con la piattaforma N1X, segnale che anche il colosso delle GPU vede nei laptop ARM un terreno fertile su cui costruire il prossimo grande passo. Due attori come Qualcomm e NVIDIA non investirebbero in parallelo se non ci fosse una prospettiva concreta di trasformare Windows on ARM in un pilastro del futuro PC.
Chi dava per morto questo ecosistema dovrebbe forse sospendere il giudizio. I prossimi anni ci diranno se assisteremo davvero a una rivoluzione, ma il messaggio che arriva dal summit di Qualcomm è chiaro: ARM nei laptop non è più un esperimento, è un progetto che vuole ridisegnare i rapporti di forza nel mercato.
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