Nelle ultime settimane si è parlato molto della crisi che ha investito il mercato delle memorie, una situazione che ormai nessuno può ignorare in quanto l’incremento dei prezzi è sotto gli occhi di tutti.
I grandi produttori del settore, e i relativi partner, sono spesso intervenuti sull’argomento, alcuni per rassicurare, altri per tenere alta la tensione, con molta parte della stampa che invece cerca, come noi del resto, di capire non tanto le cause ma come si evolverà da qui ai prossimi mesi la situazione in ottica utenti consumer.
Per chi fosse arrivato ora sul pezzo, ricordiamo che quello che ormai viene definito “shortage” delle RAM e più in generale delle memorie, sta già contaminando altri segmenti del mercato, dagli SSD, passando per i PC pre-assemblati, i notebook e tutti quei dispositivi (anche mobili) che utilizzano una memoria volatile e non (vedi storage).
Dopo le mosse di Samsung, con l’adeguamento dei prezzi dei chip di memoria e le voci/smentite su una possibile interruzione della produzione di alcune tipologie di SSD, l’annuncio di Micron che ha chiuso definitivamente il ramo consumer a marchio Crucial e non per ultime le previsioni di Sapphire, oggi entra in scena quello che possiamo definire il terzo attore principale a livello globale in ambito memorie, ovvero SK Hynix.
Le previsioni dell’azienda, lo anticipiamo, probabilmente non faranno piacere a tutti e, anche senza essere catastrofisti, ci inducono comunque a essere prudenti, senza dare nulla per scontato e soprattutto “per sentito dire”.
Indice:
Secondo SK Hynix ci aspettano almeno due anni di crisi

I dettagli sulla posizione di SK Hynix riguardo l’attuale situazione in cui versa il mercato RAM, emergono da alcune informazioni trapelate da una riunione aziendale interna. Secondo quanto riportato da BullsLab su X, le notizie non sono per niente buone e gli analisti SK Hynix prevedono che lo shortage andrà avanti fino al 2028, quindi per altri due anni.
La crisi, non casualmente aggiungiamo, investirà tutte le tipologie di memoria impiegate nel mercato consumer, nessuna esclusa: dalle DDR4/DDR5, passando per le LPDDR5x/LPDDR6x, arrivando come molti pensavano a influenzare prezzi e disponibilità delle memorie GDDR6/GDDR7 che ritroviamo sulle schede grafiche destinate al gaming.
Se la mossa di Micron con Crucial è stata abbastanza chiara, anzi motivata dal fatto che l’azienda si focalizzerà esclusivamente su prodotti destinati ai datacenter e più in generale a soluzioni e sistemi che guardano all’Intelligenza Artificiale, SK Hynix non è da meno e subito dopo la pessimistica previsione per il segmento consumer, conferma senza problemi che soluzioni di memoria avanzate come le HBM e le SOCAMM vedranno invece ampliate le linee produttive in modo importante.
Speculazioni a parte, viste già in passato per le schede video, qualora qualcuno avesse ancora dubbi sulla motivazione di questa problematica non potrà più tapparsi gli occhi, o comunque ignorare che il mondo consumer sarà sicuramente penalizzato e anche in modo importante.
Ma non è tutto, gli integratori di sistemi e più in generale assemblatori e rivenditori, non avranno comunque vita facile e da qui in poi potremmo anche assistere a iniziative o idee più o meno originali per cercare di mandare avanti la baracca.
Shortage RAM e rivenditori: iniziano ad arrivare le build “no RAM”

A conferma che la situazione si sta evolvendo a un ritmo veloce, soprattutto sul versante vendita al dettaglio, i colleghi di videocardz riportano alla nostra attenzione che aziende come Paradox Custom (con sede a New York) hanno già aggiunto a listino le opzioni “no RAM” al proprio configuratore delle build.
Sul profilo ufficiale X, Paradox Custom dice anche e chiaramente che se l’utente è già in possesso di un kit RAM potrà utilizzarlo sulla nuova build. Un’idea che sulla carta sembra originale e che comunque cerca di rendere tutto meno complicato, ma al contempo l’assenza della RAM nel preventivo potrebbe rivelarsi leggermente forviante per la spesa finale, senza eludere la questione compatibilità (per i meno esperti e non) con possibili problematiche o instabilità sulla nuova macchina assemblata.
Se a questo aggiungiamo che anche altre tipologie di componenti potrebbero essere interessati dagli aumenti, SSD NVMe e SATA in primis, assemblare una build in questo modo secondo noi richiederà quantomeno molta attenzione. Al momento non abbiamo notizie riguardo iniziative simili nel nostro Paese, ma potrebbe essere un’opzione facilmente emulabile e per alcuni da prendere ad esempio.
Terremo monitorata la situazione, anche se in tutta sincerità non pensiamo sia una strada percorribile o comunque invitante per l’utente finale che, a questo punto, troverebbe maggiore convenienza a costruire personalmente la propria build, un po’ come siamo abituati a fare noi smanettoni del settore insomma.
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