Figure AI ha presentato la terza generazione del suo robot umanoide, un modello progettato da zero per compiere mansioni simili a quelle umane, con l’obiettivo dichiarato di diventare un prodotto di massa. Il nuovo Figure 03, infatti, non è solo un prototipo evoluto, ma il risultato di una riprogettazione completa, che punta alla produzione industriale, all’uso domestico quotidiano e a un’integrazione nativa con Helix, la piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata internamente dall’azienda.
Con questo modello, Figure compie un salto importante, portando la robotica umanoide fuori dai laboratori per avvicinarla alla vita reale. L’integrazione tra intelligenza artificiale, design orientato all’uso quotidiano e possibilità di produzione su vasta scala rappresenta una combinazione inedita che apre le porte a scenari a tratti inquietanti ma con i quali probabilmente dovremo iniziare a farci l’abitudine.
Le straordinarie capacità di Figure 03

Chi ha qualche anno ricorderà L’uomo bicentenario, il film di fantascienza del 1999 in cui Robin Williams interpreta Andrew, un robot progettato per occuparsi delle faccende domestiche. In quella storia, ispirata a un racconto di Isaac Asimov, il protagonista evolve fino a desiderare di diventare umano. A distanza di oltre vent’anni, sebbene il confine tra macchina e coscienza resti ancora lontano, la visione di un robot capace di apprendere, agire e convivere negli spazi della nostra quotidianità non è più solo fantascienza.
Il cuore (nel senso metaforico del termine) di Figure 03 è Helix, un sistema che unisce percezione visiva, comprensione del linguaggio e capacità d’azione. Questi elementi servono al robot umanoide per apprendere, ragionare e agire in ambienti complessi. Rispetto a Figure 01, la nuova versione ha un sistema di visione completamente migliorato. La nuova architettura delle fotocamere consente un frame rate doppio rispetto alla generazione precedente, riduce la latenza a un quarto e offre un campo visivo più ampio del 60%. Questi miglioramenti si traducono in una percezione visiva più densa e stabile, fondamentale per operare in ambienti affollati e ricchi di oggetti, come una cucina o un magazzino.
Nelle mani del robot ogni dito integra sensori tattili sviluppati internamente, in grado di rilevare forze minime equivalenti al peso di una graffetta. Questa sensibilità permette a Helix di percepire in tempo reale se un oggetto sta scivolando dalla presa e correggere il movimento prima che accada. Le dita sono inoltre più morbide e flessibili, con una superficie di contatto maggiore per migliorare la stabilità su oggetti di forma irregolare o materiali delicati.
A supporto della visione, sono state aggiunte anche delle telecamere nei palmi delle mani. Queste garantiscono un feedback visivo anche quando le telecamere principali sono temporaneamente oscurate (per esempio mentre il robot afferra un oggetto in uno spazio stretto). L’insieme di questi sistemi permette un controllo visivo e tattile continuo, con capacità di adattamento in tempo reale.
Cosa lo rende adatto all’ambiente domestico
La volontà di Figure AI di portare Figure 03 nelle case ha richiesto scelte progettuali orientate alla sicurezza, alla facilità d’uso e all’integrazione con la vita quotidiana. Per questo motivo il corpo del robot è stato rivestito con materiali morbidi e tessuti lavabili, che si possono rimuovere e sostituire senza attrezzi. Le parti più esposte sono protette da schiume a densità variabile, che riducono il rischio di urti e schiacciamenti.
Rispetto al modello precedente, la massa è stata ridotta del 9% e l’ingombro complessivo è diminuito, migliorando l’agilità nei movimenti tra gli spazi domestici. Anche il sistema audio è stato aggiornato con l’altoparlante che ora è il doppio più grande e quattro volte più potente, mentre il microfono è stato riposizionato per garantire una comprensione vocale più chiara durante il dialogo in tempo reale.
Un altro elemento chiave è l’autonomia. Il robot si ricarica in modo completamente wireless tramite bobine a induzione installate nei piedi. Basta che si posizioni su una base per iniziare la ricarica a 2 kW, senza bisogno di cavi o interventi manuali. Lo stesso principio è stato applicato al trasferimento dati. Grazie a una connessione mmWave da 10 Gbps, Figure 03 può inviare grandi quantità di dati alla piattaforma cloud durante le pause operative, favorendo l’apprendimento continuo dell’intelligenza artificiale che lo “anima”. La batteria, progettata per garantire la massima sicurezza, ha superato la certificazione UN38.3 e integra più livelli di protezione, sia a livello di celle che di sistema, per prevenire surriscaldamenti e malfunzionamenti.
Un robot umanoide non solo per la casa
Di per sé Figure 03 nasce e viene presentato come un robot umanoide per l’utilizzo domestico. In realtà, viste le caratteristiche e le capacità, può essere utilizzato anche nel mondo del lavoro. Gli attuatori di nuova generazione sono due volte più veloci e hanno una migliore densità di coppia, permettendo operazioni di pick-and-place (la presa e il posizionamento automatico di oggetti da un punto all’altro) più rapide. I sensori tattili avanzati e le telecamere integrate facilitano la manipolazione di oggetti fragili, deformabili o irregolari, come buste o componenti in lamiera.
In ambito commerciale, i robot potranno essere personalizzati con divise o elementi identificativi, grazie anche a nuovi schermi laterali che rendono più facile distinguere le unità all’interno di flotte numerose. I materiali utilizzati per il rivestimento includono anche versioni resistenti al taglio, utili in particolari contesti industriali.
Grazie alla ricarica wireless e al trasferimento dati automatico, Figure 03 è pensato per operare quasi ininterrottamente. Durante le pause di un turno o nei momenti di inattività, il robot può tornare autonomamente alla base per ricaricarsi e sincronizzare i dati, riducendo al minimo i tempi morti.
La produzione di Figure 03
Uno degli obiettivi centrali di Figure 03 è rendere scalabile la produzione dei robot umanoidi, superando il modello del prototipo da laboratorio. A questo scopo è stato creato BotQ, uno stabilimento dedicato che nelle prime fasi sarà in grado di produrre fino a dodicimila unità all’anno, con un obiettivo di centomila unità entro quattro anni.
Per raggiungere questa scala produttiva, l’azienda ha ridisegnato quasi ogni componente del robot. Le parti sono state ridotte, così come i passaggi di assemblaggio. Dove prima si usavano macchinari a controllo numerico, ora si adottano processi a stampo come pressofusione, stampaggio a iniezione e punzonatura. Questo ha richiesto un investimento iniziale importante, ma ha permesso di abbassare significativamente il costo per unità.
Parallelamente, Figure ha costruito una filiera, grazie alla quale i componenti più critici, come attuatori, batterie, sensori ed elettronica, sono stati progettati internamente e affidati a fornitori selezionati capaci di sostenere ritmi e volumi elevati. L’intera catena produttiva è monitorata digitalmente tramite un sistema MES proprietario, che assicura tracciabilità e qualità in ogni fase della produzione.
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