Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni grazie a piani pubblici e investimenti privati, la strada verso una copertura completa a banda ultralarga in Italia è ancora lunga; l’ultima mappatura pubblicata da Infratel Italia, realizzata su indicazione del Governo e basata sui dati forniti da 41 operatori di rete, evidenzia infatti come al 31 dicembre 2028 ci saranno ancora 3.870.685 civici che non potranno contare su connessioni con velocità in download superiore ai 300 Mbit/s.

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Una fotografia aggiornata della copertura a banda ultralarga nazionale

L’indagine, che si estende dai piani attuali fino al 2028, rientra negli obbiettivi fissati dalla Strategia Italiana per la Banda Ultralarga 2023-2026 e tiene conto degli impegni presi a livello europeo; la mappatura ha interessato 28.740.607 civici con un dato curioso, 2,35 milioni di essi non erano apparsi nelle precedenti rilevazioni del 2021 e 2024, frutto soprattutto di verifiche più approfondite sul territorio nell’ambito del piano Italia a 1 Giga.

Dei civici mappati, 16,83 milioni rientrano in piani di copertura in fibra ottica entro il 2028, mentre 483.283 saranno raggiunti da reti FWA in grado di superare la soglia dei 300 Mbit/s; restano però 2,48 milioni di civici che sì, avranno accesso a soluzioni FWA, ma con velocità inferiori a talee limite.

Il dato più preoccupante riguarda i circa 3,87 milioni di civici che non avranno alcuna tecnologia capace di offrire prestazioni da vera banda ultralarga, di questi:

  • 951.985 civici non figuravano nelle precedenti mappature
  • 1.797.616 civici si trovano a più di 50 metri di distanza da reti già pianificate o in costruzione
  • 741.950 civici presentano coordinate geografiche non sufficientemente precise per determinare la distanza dalle infrastrutture esistenti o future

Questa ultima categoria, che richiederà ulteriori analisi, è particolarmente concentrata in Calabria (157.642 civici), Campania (91.808) e Sicilia (72.812 civici).

I dati appena pubblicati serviranno al Governo per stabilire se e dove intervenire con nuovi fondi pubblici, così da ridurre il più possibile il divario digitale e rispettare gli obbiettivi fissati a livello nazionale ed europeo; è plausibile aspettarsi che parte di queste risorse venga destinata proprio a quelle aree in cui la copertura non è pianificata o in cui le coordinate risultano imprecise, così da includerle nei futuri bandi di gara.

Coloro che risiedono nei civici esclusi dovranno dunque pazientare ancora, nella speranza che le prossime iniziative pubbliche o investimenti privati riescano a colmare un gap che, altrimenti, rischia di mantenere milioni di italiani fuori dall’ecosistema digitale a banda ultralarga oltre il 2028.