Amazfit sembra davvero averci preso gusto e continua a sfornare un successo dietro l’altro. Dopo Amazfit Active 2 (qui trovare la nostra recensione) il produttore asiatico punta a prendersi anche la fascia entry level del mercato e lo fa con la nuova versione di uno dei suo maggiori successi. Parliamo di Amazfit Bip 6, un dispositivo che di economico ha solo il prezzo, vista la dotazione tecnica, la qualità costruttiva e la completezza del software.
Lo abbiamo provato, lo abbiamo messo sotto stress in attività sportive, e nel classico utilizzo di tutti i giorni, e vi raccontiamo tutto nella nostra recensione completa.
Materiali e qualità costruttiva
Dal punto di vista del design Amazfit Bip 6 non fa strane sorprese e mantiene il design rettangolare che caratterizza l’intera serie. Bordi leggermente smussati, vetro curvo sui quattro lato e finalmente due tasti sul lato destro della cassa, quello superiore per accedere al menu delle applicazioni e quello inferiore personalizzabile e utilizzabile soprattutto per avviare rapidamente la registrazione di una attività sportiva.
Tra i due pulsanti sono presenti due fori per i microfoni, da utilizzare sia per rispondere alle chiamate sia per gestire Zepp Flow, mentre sul lato sinistro e presente lo speaker, con una qualità audio decisamente buona. Il telaio è realizzato in lega di alluminio, e questa è una gradita sorpresa visto che ci saremmo aspettati materiali più economici.



La cassa invece è realizzata in polimero rinforzato, una soluzione classica per Amazfit che regge bene i segni dell’usura e garantisce un’ottima solidità. La costruzione è davvero ottima, senza scricchiolii e con un assemblaggio davvero curato. La certificazione 5 ATM garantisce la resistenza all’acqua e quindi la possibilità di utilizzare lo smartwatch anche in piscina, ci è piaciuto decisamente molto anche il cinturino in silicone liquido, dotato di ben tre file di fori così da garantire una perfetta aerazione della pelle.
Sono finiti i tempi in cui i cinturini degli smartwatch più economici provocavano arrossamenti simili a scottature, a causa di materiali scadenti e di una scarsa aerazione, Amazfit ha deciso di investire sulla qualità e il risultato non può che essere apprezzabile. Anche dopo aver indossato lo smartwatch per una settimana, senza toglierlo nemmeno sotto la doccia, non abbiamo trovato alcun segno di arrossamento. Molto comodo anche il sistema di ritenuta della parte eccedente del cinturino, che si infila sotto allo stesso senza richiedere ulteriori accessori.
Quello che però ci ha impressionati maggiormente è lo schermo, un pannello AMOLED da 1,97 pollici con risoluzione di 390 x 450 pixel e una luminosità che può raggiungere i 2.000 nits. Niente a che vedere con gli schermi transflective dei primi Amazfit Bip, va sottolineata la presenza di un sensore di luminosità, una mosca bianca in questa fascia di prezzo, che regola in maniera eccellente la retroilluminazione, garantendo un’ottima visibilità in qualsiasi situazione.
La dotazione di sensori è, come è lecito attendersi, decisamente completa. Troviamo il BioTracker nella parte inferiore per il rilevamento, anche continuo, del battito cardiaco e la misurazione del livello di ossigeno nel sangue. Oltre al sensore di luce ambientale, di cui vi abbiamo riferito prima, troviamo anche accelerometro, giroscopio e sensore geomagnetico. La connettività è “limitata” al solo Bluetooth 5.2 mentre per quanto riguarda il posizionamento sono supportati ben 5 sistemi satellitari.
Funzioni e autonomia
Partiamo subito dall’autonomia, che è andata ben oltre le nostre aspettative. Con una unità da 340 mAh ci aspettavamo di faticare a raggiungere i 6 giorni con un utilizzo intenso, che include ovviamente la funzione AoD (Always on Display) attiva dalle 7 di mattina alle 23. Abbiamo raggiunto i 5 giorni solo con la prima carica, ma ci può stare visto che nel primo paio di giorni abbiamo “giocato” spesso con le impostazioni, aumentando quindi il consumo.
Con circa 50 notifiche al giorno, AoD per 16 ore, due sveglie al mattino e una media di circa 30 minuti di GPS (contando 3-4 allenamenti a settimana), abbiamo coperto 6 giorni con qualche punto percentuale residuo, per cui non è da escludere che con un uso più attento, e magari con qualche ulteriore aggiornamento software, sia possibile raggiungere una settimana intera, un risultato davvero considerevole. Ovviamente senza AoD le cose migliorano decisamente e raggiungere le due settimane è decisamente fattibile.
Il tutto senza rinunce particolari, visto che al software, Zepp OS 4.5, non manca davvero nulla, salvo la tecnologia NFC. Si tratta di uno smartwatch di fascia bassa, quindi è un’assenza che ci può sicuramente stare e che non dovrebbe creare problemi a buona parte dei potenziali utenti, che magari non hanno molta dimestichezza con i pagamenti in mobilità.










Decisamente affidabili le misurazioni effettuate con Amazfit Bip 6, per quanto riguarda la salute. Lo abbiamo indossato insieme a un Balance e i dati raccolti sono sempre stati allineati, sia per quanto riguarda il battito cardiaco che per quanto riguarda il livello di ossigeno nel sangue. Manca solo la misurazione continua del battito cardiaco, operazione comunque possibile durante le attività sportive, così da avere dati precisi dei propri allenamenti. Anche il sonno viene misurato correttamente e tutti i rilevamenti si sono dimostrati particolarmente affidabili.
Ci è piaciuto anche il sistema di posizionamento, veloce nel trovare la posizione e sempre sul pezzo, anche in mezzo ai boschi o nelle giornate molto nuvolose. Il tracciato è in linea con quello di modelli più costosi, con qualche leggera differenza che però non va assolutamente a inficiare la sua efficacia. È possibile registrare i dati di oltre 140 attività sportive, noi abbiamo effettuato i nostri test con corsa e ciclismo e i dati raccolti sono stati decisamente accurati, con la possibilità di avere numerose informazioni anche durante gli allenamenti. Come accade per tutti gli altri smartwatch del brand è ovviamente possibile esportare i dati verso app di terze parti, a partire da Strava, così da avere la possibilità di effettuare ulteriori analisi e confronti.
Molto comoda la presenza di Zepp Flow, l’assistente vocale che permette di avviare applicazioni o modificare impostazioni del sistema, e abbiamo apprezzato anche la possibilità di ricevere ed effettuare chiamate, a patto ovviamente di aver collegato lo smartwatch al proprio smartphone tramite il Bluetooth.
Considerazioni finali
Ancora una volta Amazfit ha fatto centro, con un dispositivo di ottima qualità, con una dotazione tecnica pressoché completa (al netto dell’assenza della tecnologia NFC) e con un prezzo davvero strepitoso. Potrebbe rischiare di andare a scontrarsi con Amazfit Active 2, ma se vi piacciono gli smartwatch con schermo rettangolare, allora Amazfit Bip 6 non ha proprio rivali.
Se poi il prezzo scenderà sotto i 70 euro, allora saremo di fronte a un nuovo best buy, visto che a quel prezzo non ha assolutamente rivali.
Pro:
- ottimo prezzo
- schermo ampio e luminoso
- qualità costruttiva
Contro:
- manca NFC
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