Prosegue lo scontro internazionale tra Stati Uniti e Cina, che ha come oggetto la proprietà di TikTok. La celebre piattaforma social è ancora sotto il controllo della cinese ByteDance e il trasferimento della sua proprietà a un’azienda americana non è stato completato, nonostante le proroghe concesse dall’amministrazione Trump e l’individuazione di un possibile acquirente.

Mentre il presidente Donald Trump ha recentemente fissato un nuovo termine di 90 giorni per chiarire la questione legata alla proprietà di TikTok e l’incertezza sul fatto che ByteDance riuscirà a rispettare questa nuova scadenza, è intervenuto anche il Segretario al Commercio degli Stati Uniti che ha ribadito la necessità che TikTok passi sotto proprietà americana e utilizzi tecnologia e algoritmi sviluppati negli Stati Uniti.

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Non è solo una questione di privacy

In un’intervista andata in onda su Fox News Sunday, il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha chiarito la posizione del presidente Trump. Lutnick sostiene che Trump considera TikTok uno strumento utile per comunicare con i giovani americani e ha più volte espresso apprezzamento per la piattaforma. Tuttavia, non è accettabile che un’applicazione controllata dalla Cina sia installata su cento milioni di smartphone statunitensi.

Il messaggio dell’amministrazione è coerente con quanto dichiarato anche dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che lo scorso mese ha ribadito l’intenzione del presidente di non oscurare TikTok. L’obiettivo è permettere alla piattaforma di continuare a operare negli Stati Uniti, ma a condizione che venga garantita la piena sovranità americana sulla gestione dei dati e delle tecnologie.

Il percorso, tuttavia, è tutt’altro che semplice. Qualsiasi accordo sulla vendita di TikTok dovrà ottenere l’approvazione del governo cinese. E non è assolutamente detto che le decisioni in materia siano regolate solo da valutazioni di tipo economico o aziendale. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, acuite dalle dispute sui dazi, infatti, complicano ulteriormente la trattativa.

Trump ha fatto sapere che, se Pechino dovesse accettare la cessione della piattaforma, sarebbe disposto a rivedere al ribasso le tariffe imposte su alcune merci cinesi. Un’apertura che suggerisce come la questione sulla proprietà di TikTok venga considerata anche una leva nei rapporti diplomatici e commerciali tra le due superpotenze e, soprattutto, come tutta la vicenda sui dazi sia utilizzata dal presidente USA come elemento strategico per esercitare i propri interessi.

La questione, infatti, si inserisce in un quadro più ampio, dove la sicurezza nazionale si intreccia con interessi economici, relazioni bilaterali e dinamiche elettorali. La posizione di Trump, favorevole alla permanenza della piattaforma ma solo a precise condizioni, riflette il tentativo di mediare tra il desiderio di mantenere un canale di comunicazione con le nuove generazioni e la necessità, percepita come prioritaria, di garantire la sicurezza e la sovranità digitale del paese.

Il tempo per trovare un’intesa stringe e, al netto di possibili ulteriori proroghe, resta da vedere se sarà possibile raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti.