Il mercato dei dispositivi indossabili sta vivendo una trasformazione silenziosa, ma potenzialmente rivoluzionaria. Mentre la maggior parte dell’attenzione mediatica resta concentrata sugli smartwatch con display sempre più grandi e interfacce complesse e colorate, si sta sviluppando un segmento parallelo che punta su un concetto completamente diverso: l’assenza dello schermo.

A fare da apripista in questa nicchia è stata Whoop, l’azienda statunitense che ha costruito la sua reputazione su un bracciale minimalista, completamente privo di display, pensato per chi vuole monitorare performance, recupero, qualità del sonno, e da qualche mese anche ritmo di invecchiamento e pressione sanguigna senza distrazioni. Un approccio radicale e in controtendenza, che però ha preso piede immediatamente conquistando atleti professionisti e appassionati di fitness in cerca di un focus totale sui parametri di salute più avanzati, il tutto consultabile tramite app.

Dopo anni di quasi monopolio dell’azienda di Boston, arrivata alla sua quinta iterazione con il Whoop 5.0 e Whoop MG, il format senza schermo sembra pronto a essere terreno di sfida per molte azienda.

Zepp Health ha recentemente lanciato il suo Helio Strap, un dispositivo che adotta la stessa filosofia di Whoop, ma con alcune differenze chiave: è un acquisto una tantum (senza abbonamento) e si basa su sensori già collaudati negli orologi Amazfit.

Anche Garmin ha deciso di muoversi in questa direzione con il suo Index Sleep Monitor, concentrandosi però in modo quasi esclusivo sul sonno, senza entrare nel complesso mondo del recupero totale. E, a quanto pare, Polar starebbe preparando un nuovo prodotto in arrivo a settembre, giusto in tempo per IFA di Berlino.

Ma tra i marchi pronti a entrare in questo gioco spunta un nome interessante: Ultrahuman.

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Da anello a bracciale: la metamorfosi di Ultrahuman

Ultrahuman si è fatta conoscere al pubblico degli appassionati con il suo smart ring, un anello intelligente pensato per monitorare salute e performance. Un prodotto ottimo, a detta di appassionati e degli addetti ai lavori che l’hanno provato, dotato di buoni sensori, ma che ha saputo stupire soprattutto per la qualità del software.

La app di Ultrahuman è veloce, intuitiva e soprattutto chiara; offre una lettura immediata delle informazioni più importanti, accompagnata da dati utili e facili da interpretare. In questo senso, ricorda proprio l’esperienza offerta da Whoop, che ha sempre puntato su un’app raffinata, flessibile ed estremamente chiara, nonostante la mole di dati mostrata, come punto di forza principale.

Tuttavia, gli anelli hanno dei limiti. Chi pratica attività come il sollevamento pesi o esercizi che richiedono una presa salda, sa bene quanto un anello possa diventare fastidioso o addirittura pericoloso. Ultrahuman ne è consapevole e, a quanto pare, sta valutando seriamente di espandersi oltre la forma ad anello.

Durante una sessione di domande e risposte, un membro del team ha confermato che la possibilità di sviluppare un bracciale screenless in stile Whoop è attualmente oggetto di discussione interna; nulla di ufficiale ma l’azienda starebbe seriamente esplorando il concetto di “ecosistema modulare di sensori” come parte delle strategie future.

L’idea di Ultrahuman di un “ecosistema modulare” apre anche scenari interessanti. Potremmo immaginare, in futuro, una serie di sensori intercambiabili: un bracciale per il monitoraggio 24/7, un modulo dedicato al sonno, un altro per attività sportive ad alta intensità. Questa flessibilità potrebbe trasformare il modo in cui concepiamo i dispositivi indossabili, rendendoli più adattabili alle esigenze personali.

Il vero vantaggio competitivo di Ultrahuman, come detto, potrebbe non essere tanto nell’hardware quanto nel software.

Se da un lato il ring attuale è un prodotto ottimo, dall’altro è proprio la qualità della app a rendere il marchio così apprezzato da appassionati e professionisti.

La concorrenza, Whoop esclusa, come Zepp Health, con il suo Helio Strap, deve ancora maturare sul fronte software mentre Garmin sembra focalizzato solo su parametri specifici come il sonno.

E se, come suggeriscono alcune indiscrezioni, riuscissero a mantenere la strategia senza abbonamento, potrebbero rappresentare una proposta di valore in grado di affrontare ad armi pari anche Whoop, il cui tallone d’Achille è indubbiamente il sistema di abbonamento, particolarmente costoso.

La sfida silenziosa dietro la corsa agli smartwatch

Se la “guerra degli smartwatch” continua a infiammare il mercato, il segmento screenless sta costruendo silenziosamente un proprio bacino di appassionati.

Il possibile ingresso di Ultrahuman nel mercato di questi bracciali non è solo una mossa tattica per conquistare una nuova fetta di utenti ma è anche il segnale che il panorama dei wearable sta evolvendo verso un futuro più minimalista e personalizzato.

La battaglia in questo segmento è appena iniziata e questa volta, a fare notizia, non saranno i display sempre più luminosi o applicazioni accattivanti bensì sarà l’approccio minimalista al fitness: meno distrazioni e più attenzione alla salute, senza mai essere distratti da ciò che conta davvero.

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