C’è uno spazio enorme là fuori, e ora possiamo osservarlo come mai prima d’ora; il merito è del nuovo osservatorio astronomico Vera C. Rubin situato in Cile che, nelle scorse ore, ha diffuso le sue prime immagini ufficiali offrendoci una visione d’insieme senza precedenti: oltre 10 milioni di galassie in un solo scatto.

Un numero che detto così può sembrare astratto, ma si tratta letteralmente solo dello 0,05% delle galassie che il telescopio è destinato a catturare nei prossimi dieci anni, e i margini di miglioramento sono ancora vastissimi.

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10 milioni di galassie nella prima immagine dell’osservatorio Vera C. Rubin

L’osservatorio Vera C. Rubin, appena completato sulla cima del Cerro Pachón a 2.682 metri nel Cile settentrionale, è destinato a cambiare radicalmente il modo in cui osserviamo l’universo; grazie a un’enorme fotocamera da 3,2 gigapixel e a un telescopio dotato di tre specchi sarà in grado di scansionare l’intero cielo australe ogni tre notti, il tutto generando a regime fino a 20 terabyte di dati ogni notte.

Non è solo una questione di quantità, ma di precisione, il livello di dettaglio è tale da non poter essere contenuto in un’unica immagine visualizzabile su uno schermo tradizionale, non a caso uno dei primi video diffusi mostra un’immagine così ricca da sembrare quasi animata, milioni di punti luminosi (ciascuno corrisponde a una galassia) si estendono nella profondità cosmica.

Durante una sola settimana di test l’osservatorio è riuscito a individuare oltre 2.000 nuovi asteroidi, la maggior parte dei quali mai osservati prima, e tutto questo in una porzione ridottissima del cielo che sarà mappato nei prossimi anni; una capacità di rilevamento così rapida e precisa sarà cruciale non solo per lo studio dell’origine del Sistema Solare, ma anche per il monitoraggio di oggetti potenzialmente pericolosi per la Terra.

Tra le immagini condivise figura anche uno scatto ad altissima risoluzione della Nebulosa Trifida (Messier 20) e della Nebulosa Laguna (Messier 8), due delle regioni più iconiche del cielo visibile dalla Terra; la fotografia mette in risalto strati sottili di gas, giochi di luce intricati e zone di formazione stellare con un livello di dettaglio semplicemente mai visto prima.

Ma ciò che rende davvero speciale l’osservatorio Vera C. Rubin è il contributo atteso nella ricerca sulla materia oscura, uno dei misteri irrisolti più affascinanti dell’astrofisica contemporanea; proprio a questo filone di ricerca dedicò gran parte della sua carriera Vera Cooper Rubin, alla quale è stato intitolato il progetto nel 2019.

osservatorio vera rubin nebulosa trifida e laguna

La macchina che rende possibile tutto ciò è un colosso tecnologico da 350 tonnellate, che ruota con una precisione assoluta grazie a motori elettrici italiani, realizzati da Phase Motion ed EIE; una struttura grande quanto un edificio di sei piani, capace di fermarsi completamente in soli 5 secondi per catturare immagini a lunga esposizione senza il minimo movimento.

La scelta di utilizzare tre specchi (invece dei due tradizionali) ha permesso di accorciare la lunghezza del telescopio per ridurne le oscillazioni, senza sacrificare il diametro dell’obbiettivo, un compromesso che ha portato alla realizzazione del Simonyi Survey Telescope, il nome ufficiale del telescopio integrato nell’osservatorio.

osservatorio vera c. rubin telescopio

Concepito fin dal principio per fornire una visione d’insieme del cielo, l’osservatorio non si limita a puntare su singoli oggetti celesti, ma fotografa ampie porzioni di cielo per coglierne le variazioni nel tempo; questo approccio consentirà di monitorare l’evoluzione di stelle, galassie e altri corpi celesti, studiandone i cicli vitali, le collisioni e le trasformazioni.

Non è un caso che a guidare l’ispirazione del progetto sia stata Vera Rubin, pioniera dello studio sulla velocità di rotazione delle galassie e tra le prima a raccogliere dati compatibili con l’esistenza della materia oscura. Una scienziata che, nonostante il suo impatto rivoluzionario, non ricevette mai il Nobel, alimentando un dibattito ancora aperto sulle disparità di genere nel mondo della ricerca.

L’osservatorio Vera C. Rubin si prepara dunque a offrire una mole di dati astronomici mai vista, destinata a rivoluzionare il nostro modo di leggere l’universo; le scoperte sui movimenti galattici, le stelle in formazione, gli asteroidi sconosciuti e la materia oscura potrebbero arrivare molto prima del previsto.

Nel frattempo, agli appassionati non resta che iniziare a esplorare la prima, impressionante galleria di immagini, 10 milioni di galassie in un solo sguardo, e siamo appena all’inizio di un lungo viaggio.