Il mese di giugno si apre con una vera e propria rivoluzione sulle strade italiane, dal 12 giugno 2025 entrano ufficialmente in vigore le nuove regole per l’utilizzo degli autovelox, stabilite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; un cambiamento che, almeno nelle intenzioni, punta a rendere più trasparenti e giustificati i controlli elettronici della velocità.
Ma la realtà, come spesso accade, potrebbe essere ben più complessa tanto che c’è già chi parla di un possibile caos estivo.
Nuove regole per gli autovelox, cosa cambia e perché
Le nuove disposizioni ministeriali prevedono una serie di paletti che le amministrazioni locali dovranno rispettare rigorosamente, tanto per cominciare non sarà più possibile installare autovelox ovunque e senza preavviso; sarà infatti obbligatorio rispettare distanze minime tra le postazioni (onde evitare concentrazioni anomale in pochi chilometri) e ottenere il parere preventivo del Prefetto per ogni nuovo impianto.
Non solo, tutti i dispositivi dovranno essere omologati, tarati annualmente e segnalati in modo chiaro e visibile; in altre parole, l’obbiettivo è quello di mettere fine a quella prassi, tutt’altro che rara, di usare gli autovelox come meri strumenti di cassa, posizionati in punti strategici più per fare multe che per migliorare davvero la sicurezza stradale.
Si tratta di un cambiamento che potrebbe incidere profondamente sull’ecosistema dei controlli stradali, soprattutto in vista dell’estate quando milioni di italiani si mettono in viaggio.
Uno dei problemi principali dell’intera vicenda riguarda la situazione attuale, secondo i dati condivisi da Assoutenti solo il 59,4% degli autovelox fissi attivi in Italia risulta omologato prima del 2017; per tutti gli altri i dubbi restano forti e legittimi, soprattutto dopo la recente decisione della Corte di Cassazione che ha bocciato l’equiparazione tra approvazione e omologazione, sancendo che le multe elevate con dispositivi non omologati sono da considerarsi nulle.
Il rischio dunque è che centinaia di dispositivi debbano essere disattivati a partire dal 12 giugno, proprio mentre il traffico estivo raggiungerà il suo picco; tale circostanza potrebbe lasciare interi tratti di strada privi di controlli, con conseguenze non solo sul piano della sicurezza ma anche su quello economico, considerando che molti comuni contano sulle contravvenzioni per rimpinguare le proprie casse.
A tal proposito, il decreto introduce anche un’altra importante novità, la nascita del nuovo Osservatorio sulle multe stradali, uno strumento pensato per monitorare in modo trasparente come i comuni utilizzano i proventi delle sanzioni; questi fondi, per legge, dovranno essere destinati esclusivamente a interventi di sicurezza stradale e miglioramento delle infrastrutture, e non più a coprire buchi di bilancio.
Un principio già presente nelle normative, ma che finora è stato applicato con scarso rigore. L’auspicio è che, con il nuovo sistema di regole e controlli, la destinazione d’uso dei fondi diventi finalmente tracciabile e verificabile.
Come spesso accade quando si toccano equilibri delicati come quello tra sicurezza stradale, esigenze di bilancio e diritti dei cittadini, la fase di transizione potrebbe rivelarsi tutt’altro che lineare; da un lato il Ministero mira a tutelare gli automobilisti da abusi e installazioni arbitrarie, dall’altro l’assenza di regole certe fino ad oggi potrebbe portare, paradossalmente, a una paralisi di controlli proprio nel momento più delicato dell’anno.
Il tempo ci dirà se le nuove regole riusciranno davvero a rendere più giusto ed efficace l’uso degli autovelox, oppure se questa riforma finirà per trasformarsi nell’ennesima occasione mancata. Nel frattempo, dal 12 giugno sarà bene tenere d’occhio non solo il tachimetro, ma anche le novità normative: non tutte le multe avranno lo stesso peso, e non tutti gli autovelox saranno davvero legittimi.
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