Nelle ultime settimane è tornato prepotentemente alla ribalta il caso di Streaming Community, la nota piattaforma che consente di accedere gratuitamente a un vasto catalogo di film, serie TV e documentari, spesso “saccheggiati” da servizi a pagamento come Netflix, Disney+ e Prime Video. Un servizio che, seppur privo di registrazione e apparentemente “indolore” (se non fosse per le invasive pubblicità), naviga in acque illegali e ora mette concretamente a rischio anche i suoi utilizzatori.

A fare chiarezza sulla situazione è intervenuto Massimiliano Capitanio, commissario dell’AgCom, che ha confermato l’intenzione dell’Autorità di colpire non solo i gestori di questi portali, ma anche la vasta platea di utenti che ne fruiscono. Una stretta necessaria, secondo Capitanio, per disincentivare una pratica dannosa e per sensibilizzare i cittadini sui pericoli nascosti dietro un semplice click.

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Streaming Community: non solo una questione legata alla gratuità per la fruizione, ma alla illegalità e ai rischi per i dati

È fondamentale capire che Streaming Community, nonostante i ripetuti oscuramenti e la sua capacità di riemergere con nuovi domini, opera nell’illegalità. Come sottolineato da Capitanio, queste piattaforme sono spesso gestite da associazioni criminali. Accedervi, anche solo per dare un’occhiata, può comportare la cessione involontaria dei propri dati personali a queste reti malavitose.

La lotta alla pirateria digitale da parte di AgCom non è una novità. Molti ricorderanno il sistema Piracy Shield, introdotto per oscurare in tempo reale le trasmissioni illecite di eventi sportivi, il famigerato “pezzotto”. Sebbene Streaming Community non sia stata bloccata tramite questo specifico scudo (poiché, per ora, interviene principalmente su eventi sportivi in diretta), le cose stanno per cambiare.

È infatti già pronto, e dovrebbe essere approvato entro luglio, un regolamento che estenderà l’efficacia di Piracy Shield anche ai contenuti cinematografici e serie TV. Questo significa che anche siti come Streaming Community potranno essere oscurati molto più rapidamente.

Multe agli utenti: quando scatta la sanzione e quanto costa davvero un film pirata?

Veniamo al punto cruciale: le multe. L’AgCom è stata chiara: guardare contenuti protetti da copyright su piattaforme illegali è un comportamento sanzionabile. Attenzione però, non è il semplice accesso al sito a far scattare la multa. La sanzione diventa concreta se un utente guarda un film o una serie TV protetta da copyright per un lasso di tempo significativo e questa visione viene registrata e verificata dalle autorità competenti.

E le cifre non sono da sottovalutare:

  • La prima sanzione amministrativa è di 154 euro. Questo importo può essere ridotto a un terzo (circa 51,33 euro) se il pagamento avviene rapidamente, secondo le consuete modalità delle sanzioni amministrative.
  • Ma è sulla recidiva che la scure si fa pesante: alla seconda violazione accertata, la multa schizza direttamente a 5.000 euro. Il commissario Capitanio ha tenuto a precisare questa cifra, smentendo voci che parlavano di importi inferiori per la seconda infrazione (si è vociferato che potesse essere di 2.000 euro).

L’obiettivo di queste misure, come spiegato da AgCom, è duplice: da un lato, disincentivare l’utilizzo continuativo di queste piattaforme illegali; dall’altro, far comprendere ai cittadini che la fruizione di contenuti pirata non è solo un risparmio, ma un illecito che alimenta circuiti criminali e mette a repentaglio la sicurezza dei propri dati. Il messaggio sembra quindi forte e chiaro: l’era della “tolleranza” verso lo streaming pirata sta volgendo al termine. Meglio affidarsi ai canali legali, per un intrattenimento sicuro e senza brutte sorprese.