Nel panorama affollato dei browser web, raramente assistiamo a un vero cambio di paradigma. Oggi, Opera, la storica azienda norvegese dietro uno dei browser più longevi ancora in attività, ha annunciato un progetto ambizioso e potenzialmente rivoluzionario chiamato Opera Neon, definito il primo “browser agentico” alimentato dall’intelligenza artificiale.

Un software che promette non solo di accompagnarci nella navigazione quotidiana, ma anche di comprendere cosa vogliamo fare online e farlo per noi.

Non si tratta di un semplice restyling grafico o di qualche nuova funzionalità di AI generativa; a detta dell’azienda, Neon è il risultato di anni di ricerca e sviluppo orientati a reinventare la stessa idea di browser, spostando l’attenzione dalla semplice consultazione di contenuti all’esecuzione di compiti digitali complessi, su richiesta dell’utente. Scopriamolo insieme.

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Dal browser passivo al browser proattivo che fa tutto (o quasi) da solo, ecco Opera Neon

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha pervaso, e continua a farlo, ogni aspetto della nostra vita digitale giungendo anche nei browser, seppur lentamente. Allo stato attuale questo si traduce in chatbot integrati, assistenti contestuali e suggerimenti intelligenti, nulla di rivoluzionario.

Alcuni browser hanno spiccato più di altri, un esempio è Arc di Browser Company che integra una serie di funzioni di intelligenza artificiale che si occupano di migliorare piccole componenti dell’esperienza d’uso dell’app ma senza stravolgerne l’utilizzo, si tratta di aggiunte minori seppur intelligenti.

Peraltro, la stessa Browser Company ha annunciato, nel dicembre 2024, di aver cessato lo sviluppo attivo di Arc per dedicarsi su propria ammissione allo sviluppo di Dia, un browser – attualmente in Alpha – completamente fondato e incentrato sull’intelligenza artificiale e che potesse avere appeal anche su un pubblico più generalista.

Tuttavia, il modello proposto da Opera Neon rappresenta un netto passo avanti: un browser che si comporta da agente autonomo, capace di interpretare l’intento dell’utente, elaborarlo e agire nel web.

Neon è stato progettato per essere molto più di un’interfaccia,” ha dichiarato Opera nel comunicato ufficiale. “È uno strumento capace di dare vita a idee e necessità dell’utente, trasformando l’intenzione in azione.”

Un agente AI nativo con cui interagire

Nel concreto, il cuore pulsante di Opera Neon è un agente AI integrato direttamente nel browser, che consente di conversare con linguaggio naturale per ottenere informazioni, cercare contenuti, eseguire attività, o ricevere chiarimenti su ciò che si sta visualizzando in una pagina web. In altre parole, l’esperienza di browsing del web si fonde con quella di un assistente digitale sempre presente.

Non si tratta semplicemente di un chatbot che risponde a domande generiche, ma di un sistema contestuale, che comprende il contenuto della pagina aperta, lo ricollega all’intento espresso dall’utente e propone azioni concrete.

È un’agente contestuale, che conosce e intepreta il contesto autonomamente senza attendere l’input testuale o vocale dall’utente; un modello che sembra rappresentare la prossima era dei prodotti fondati sull’IA.

Opera Neon

“Browser Operator”: l’assistente che agisce da solo

Una delle funzionalità più intriganti di Neon è il cosiddetto “Browser Operator”: si tratta di un sistema in grado di interagire attivamente con le pagine web, compilare moduli, prenotare hotel, acquistare prodotti, gestire procedure ripetitive e così via.

Tutto questo avviene in locale, direttamente nel browser, senza inviare dati sensibili a server esterni; un approccio che garantisce la privacy e la sicurezza degli utenti, due aspetti sempre più centrali e spesso sottovalutati, volutamente o meno, in questo periodo storico dalle grandi aziende.

Opera Neon potrebbe “lavorare” anche al posto vostro

La novità chiave di Opera Neon è l’introduzione di un motore AI esterno, ospitato su una macchina virtuale nel cloud, che consente a Neon di svolgere compiti articolati anche dopo che l’utente ha chiuso il browser. In pratica, è un assistente remoto che continua a lavorare su un progetto mentre l’utente potrebbe star facendo altro.

Gli esempi forniti da Opera sono impressionanti: si potrà chiedere al browser di creare un sito web, sviluppare un videogioco, generare un report, o scrivere codice. L’agente AI si occuperà non solo di raccogliere le informazioni necessarie, ma anche di progettare e realizzare il contenuto completo.

Neon, inoltre, potrà portare avanti più attività contemporaneamente, aprendo le porte a un vero e proprio multitasking automatizzato dall’IA.

In arrivo la fase di test per early adopter, ma con ambizioni globali

Come specificato nel comunicato, Opera ha scelto di rilasciare Neon inizialmente alla propria community di early adopters che si occuperanno di testare il browser e raccogliere feedback; in seguito l’azienda punta a un lancio globale integrando Neon accanto (o in sostituzione) del browser principale di Opera all’interno di un piano premium in abbonamento.

Insomma, il lancio di Opera Neon segna “l’inizio della fine” dell’era dei browser come semplice “finestra sul web”; il browser del futuro sarà un assistente operativo, capace di muoversi tra i dati e le funzioni di internet per conto dell’utente, sollevandoci dalle attività più noiose o tecniche per lasciare spazio a ciò che conta davvero; almeno, questa è la promessa di Opera.