Sono passati quasi sei anni da quando Google annunciò Privacy Sandbox, iniziativa che mira a garantire maggiori tutele per la privacy degli utenti sul web. Anni di sperimentazioni in cui l’azienda di Mountain View è passata dal voler eliminare i cookie di terze parti da Chrome optando per un sistema diverso dal consueto tracciamento delle attività online a un più recente dietrofront, riconfermato ieri con un post.
Google ha infatti deciso che continuerà a usare i cookie di terze parti sul suo browser, lasciando agli utenti la possibilità di scegliere “l’opzione migliore per sé nella sezione Privacy e sicurezza del menu Impostazioni di Chrome”, ovvero decidere se tenerli attivi o meno.
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Google continuerà a usare i cookie di terze parti su Chrome
I cookie di terze parti sono in sostanza le tracce di navigazione degli utenti, ovvero un insieme di file contenenti le informazioni scambiate tra siti e browser che permettono alle aziende esterne ai siti web visitati dagli utenti di profilarli per offrirgli pubblicità mirata sui loro interessi. Se visitiamo un sito che vende componenti per il PC che usa i cookie di terze parti tramite un fornitore di pubblicità, questi ultimi vengono archiviati sul proprio dispositivo per far sì che quando navighiamo su un sito terzo, di sport per esempio, l’utente ritrova quegli annunci pubblicitari relativi ai componenti per computer, per esempio.
Google voleva eliminarli per rafforzare la privacy, proponendo un sistema di pubblicità personalizzata priva del monitoraggio delle attività degli utenti da parte di aziende e inserzionisti che garantisse maggiore trasparenza e chiarezza sull’utilizzo dei dati personali sul web, un’urgenza che altri browser avevano già affrontato da tempo, basti pensare alle opzioni per escludere i cookie di terze parti di Safari e Mozilla Firefox. A questo servono le API di Privacy Sandbox, degli strumenti che permettono di condividere con terze parti le informazioni sugli interessi degli utenti preservando la pubblicità su internet ed evitando il tracciamento delle attività degli utenti effettuato tramite quel tipo di cookie, che Google era quindi intenzionata a rimuovere dal suo browser.
Come anticipato, l’azienda di Mountain View ha tuttavia cambiato idea. Risale allo scorso luglio l’annuncio di proporre un approccio diverso, ovvero permettere agli utenti di disattivare i cookie di terze parti o di lasciarli attivi, scelta che è possibile fare oggi nella sezione Privacy e sicurezza del menu Impostazioni di Chrome. Google ha scelto proprio questo approccio, ovvero continuare a lasciare agli utenti la possibilità di scegliere se tenerli attivi o meno, senza implementare un (imprecisato) prompt autonomo per l’abilitazione dei cookie di terze parti.
Questo perché a suo dire “l’adozione di tecnologie per la tutela della privacy ha subito un’accelerazione e perché sono emerse nuove opportunità per salvaguardare e proteggere l’esperienza di navigazione degli utenti con l’intelligenza artificiale“, cose che hanno spinto Google a fare un passo indietro nei confronti di un cambiamento che avrebbe potuto stravolgere il settore della pubblicità sul web.
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