Salvaguardare gli animali selvatici con l’aiuto della tecnologia (e dell’intelligenza artificiale) è possibile. Lo sta provando a dimostrare il team che ha creato WADAS (Wild Animals Detection and Alert System), il “Sistema di rilevamento e notifica di fauna selvatica” presentato nella mattinata di ieri, martedì 15 aprile, a Villetta Barrea, in provincia dell’Aquila.
Si tratta di un progetto open-source di Stefano Dell’Osa (l’ideatore, nella foto sopra), Alessandro Palla, Antonio Farina e Cesare di Mauro, a cui collaborano l’associazione Salviamo L’Orso, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e l’Università degli Studi dell’Aquila. Avvalendosi delle tecnologie di Intel e Reolink mira a migliorare la convivenza con la fauna selvatica nelle aree antropizzate (quelle dentro e adiacenti al Parco, ma non solo) per evitare gli incidenti e il condizionamento degli animali (dalle fonti di cibo) e per individuare gli spostamenti degli animali sul territorio).
Indice:
Cos’è WADAS e come funziona
WADAS è un progetto open source, gratuito e personalizzabile, disponibile sotto forma di applicazione AI sperimentale ottimizzata per i computer con processori Intel Core Ultra, dispositivi capaci di elaborare in locale l’intelligenza artificiale senza doversi appoggiare a un hardware cloud locale, merito della NPU e della scheda grafica Intel Arc integrate.
WADAS è il centro di controllo di tutti i dati catturati sul campo dalle telecamere Reolink Go Ranger PT, dispositivi che sono e verranno installati nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con cui monitorare gli spostamenti degli animali selvatici. Grazie all’intelligenza artificiale, queste telecamere agiscono come degli “smart monitor“, per individuare e riconoscere solo determinate specie, come lupi, cervi e orsi bruni marsicani, specie endemica dell’Italia centro-meridionale in pericolo critico di estinzione.
Con la funzione di rilevamento (detection) WADAS scansiona e processa le foto e i video catturati dalle telecamere alla ricerca degli animali da identificare. In caso di riscontro passa alla classificazione della specie fornendo una stima della probabilità (accuratezza) fornita dal relativo algoritmo. E nel caso in cui il sistema rilevi un’elevata probabilità di rilevamento della o delle specie da individuare (è possibile impostare una determinata soglia per evitare falsi positivi, ad esempio dal 50% di probabilità in su), WADAS invia delle notifiche in tempo reale (email, WhatsApp e Telegram) agli operatori del Parco e a chi si occupa del monitoraggio e della gestione della fauna selvatica per la fase successiva, l’attuazione, fase che vedremo fra poco.
Intanto, ecco due foto di lupi presso l’area faunistica del lupo di Civitella Alfedena, dove sono installate le telecamere per i primi test sul campo condotti dall’inizio dell’anno, i cui risultati sono molto positivi: la percentuale di accuratezza nelle rilevazioni degli animali selvatici è stata del 97,4%.


«La tecnologia ha un ruolo cruciale nel monitoraggio faunistico, offrendo strumenti avanzati per la conservazione e la gestione della biodiversità. Alcuni strumenti tecnologici consentono infatti di monitorare specie e habitat riducendo il disturbo e fornendo informazioni preziose per la pianificazione di strategie di conservazione efficaci. L’uso di software di analisi dei dati e intelligenza artificiale permettono di elaborare grandi quantità di informazioni in tempi rapidi, identificando tendenze e minacce che potrebbero passare inosservate con metodi tradizionali» ha dichiarato il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone.
WADAS in pratica: la fase dell’attuazione
Parlavamo di coesistenza con la fauna selvatica nelle aree antropizzate perché WADAS non è solo uno strumento per monitorare gli animali selvatici ma è pensato anche per essere la piattaforma di base dei futuri dispositivi intelligenti di prevenzione, deterrenza e sicurezza, in grado ad esempio di ridurre il rischio di investimento stradale, un pericolo particolarmente diffuso in tutta Italia. Ne sono un esempio i segnali stradali dotati di indicatori luminosi o display per avvisare della presenza di animali in strada rilevati dalle telecamere posizionate dove sono più frequenti gli attraversamenti degli animali selvatici.
Sempre con il fine di evitare gli incidenti stradali, spesso fatali per gli animali e pericolosi per le persone, un sistema simile può essere sviluppato e utilizzato anche per rilevare e notificare la presenza di animali selvatici all’interno delle gallerie stradali e ferroviarie con telecamere posizionate agli ingressi dei tunnel che permettono di attivare i relativi segnalatori nel caso in cui vengano rilevati all’interno degli animali.
Per gli allevatori WADAS può tornare utile anche per installare delle mangiatoie smart, provviste di meccanismi di apertura e chiusura motorizzati attivabili in determinati casi: si chiudono quando il sistema rileva un animale selvatico e, viceversa, rimangono aperte (o si aprono) quando sono le pecore dell’allevatore che vi si avvicinano, ad esempio. Creare dei sistemi per il rilevamento e l’avviso della presenza di animali in prossimità degli impianti di produzione di energia eolica è un’altra possibile implementazione.
«Siamo fieri di aver promosso WADAS, un progetto che nasce dall’intuizione e dalla perseveranza di un nostro socio (Stefano Dell’Osa, ndr) e che si pone in linea con l’attenzione che da sempre dedichiamo alla mitigazione del rischio di investimento stradale della fauna di grossa taglia. Quest’ultima è, infatti, una delle prime cause di mortalità per l’orso bruno marsicano, oltre che un pericolo costante per gli automobilisti, come dimostrato dai frequenti incidenti avvenuti negli ultimi anni e che coinvolgono svariate specie selvatiche» ha commentato Stefano Orlandini, il presidente di Salviamo l’Orso, associazione di volontari che si occupa di portare avanti azioni di miglioramento ambientale, favorire l’espansione della popolazione dell’orso e garantire un ecosistema sano alle persone che ci convivono, con l’obiettivo di salvare l’orso marsicano dall’estinzione.
Cosa serve per WADAS? L’hardware necessario di Reolink e Intel
Non sono necessari dispositivi dispendiosi e particolari per usare WADAS. L’obiettivo del team di sviluppo, come ha precisato lo stesso Dell’Osa in occasione della conferenza stampa di ieri, era infatti renderlo un sistema democratico, ovvero facilmente implementabile e dal costo contenuto, per far sì che oltre al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove è nato, possa arrivare anche negli altri parchi e regioni italiane.

Come anticipato, per riprendere gli animali selvatici vengono utilizzate le telecamere Reolink Go Ranger PT (G450), progettate appositamente per essere installate all’esterno e per resistere alle intemperie tipiche degli ambienti complessi come il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Hanno un diaframma aperto, di f/1,6, LED a infrarossi con lunghezza d’onda di 940 nm, telecamere che non disturbano gli animali (nemmeno di notte), limitandosi a registrarne i movimenti con un sensore 4K da 8 megapixel. Sono dotate inoltre di un piccolo pannello solare per l’alimentazione e di uno slot per Nano SIM per poter trasmettere i dati, che è possibile tuttavia archiviare anche internamente tramite delle schede microSD.
Dall’altra parte ci sono invece dei comuni PC con Intel Core Ultra serie 200V, i più recenti processori per notebook che Intel ha presentato a IFA 2024, dotati di una NPU integrata che arriva a 120 TOPS (Tera Operations per Second), cioè la velocità di elaborazione delle NPU, essenziale per determinate operazioni con software di intelligenza artificiale, come per gestire WADAS, di cui qui sotto c’è un interessante video dimostrativo realizzato in collaborazione con Intel.
È previsto per il prossimo mese di maggio il rilascio della versione 1.0 di WADAS, release che servirà come punto di partenza per la diffusione e il coinvolgimento degli enti interessati e competenti per il posizionamento di altre telecamere per i prossimi test di alcuni casi d’uso indicati (mangiatoie smart e monitoraggio di tunnel stradali e ferroviari). Intanto, per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito web di WADAS.
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