Nel mese di maggio vi avevamo riportato la notizia del tentativo di Apple di bloccare la causa riguardante il fenomeno divenuto noto con il termine di batterygate, inerente al presunto throttling intenzionale di iPhone 6 e iPhone 6s; nelle ultime ore sono emersi nuovi dettagli sulla vicenda, il colosso di Cupertino dovrà affrontare la causa, rischiando al contempo di dover pagare una multa parecchio salata.

Apple non riesce a bloccare la causa sul “batterygate” e rischia di dover pagare circa 2 miliardi di dollari

Alcuni di voi ricorderanno la vicenda che risale ormai a diversi anni fa, secondo gli accusatori Apple avrebbe utilizzato milioni di batterie difettose e avrebbe poi provato a nascondere il problema attraverso appositi aggiornamenti software volti a limitare le prestazioni dei suoi iPhone. L’azienda nonostante i tentativi di bloccare la causa legale si vede ora costretta, per decisione di un tribunale londinese, ad affrontare le conseguenze del proprio operato.

Nonostante l’azienda abbia sempre smentito a gran voce le accuse, asserendo che le batterie degli iPhone non fossero difettose (ad eccezione di un piccolo numero di modelli di iPhone 6s per i quali ha offerto la sostituzione gratuita della batteria) e bollando le accuse come prive di fondamento, ciò non è stato sufficiente ad archiviare l’intera vicenda.

Il tribunale d’appello della concorrenza, oltre a respingere la richiesta di Apple, ha affermato che nel caso di Gutmann (colui che porta avanti la causa per conto di circa 24 milioni di utenti iPhone nel Regno Unito) c’era “una mancanza di chiarezza e specificità” che doveva essere risolta prima di qualsiasi processo; inoltre il CAT ha specificato che “potrebbe essere necessario modificare gli accordi di finanziamento delle controversie di Gutmann, a seguito di una storica sentenza della Corte Suprema di luglio che ha affermato che molti di questi accordi erano illegali”.

Apple da parte sua ha provveduto a smentire nuovamente le accuse, utilizzando una dichiarazione già fatta a suo tempo: “non abbiamo mai – e non faremmo mai – nulla per abbreviare intenzionalmente la vita di qualsiasi prodotto Apple, o degradare l’esperienza dell’utente per favorire gli aggiornamenti dei clienti”.

Ci vorrà del tempo prima che la vicenda si concluda e potrebbe portare il colosso di Cupertino a dover pagare un’ingente multa, del valore di quasi 2 miliardi di dollari; c’è da dire che, per quanto fastidiosa fosse la pratica messa in atto dall’azienda, i tempi sono fortunatamente cambiati e Apple ad oggi offre molta più trasparenza e controllo sullo stato della batteria dei propri dispositivi. Non ci resta che attendere per scoprire come andrà a finire.

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