120 anni luce, questa la distanza che separa la Terra da K2-18b, un esopianeta presente nella costellazione del Leone e recentemente finito sotto i potenti occhi del telescopio James Webb.

L’esopianeta in questione non è nuovo agli scienziati, sono già diversi anni che viene monitorato grazie ai telescopi Hubble e Keplero che, prima nel 2019 e poi nel 2020, avevano suggerito la presenza di un’atmosfera intorno alla superficie del pianeta, dotata di caratteristiche che avrebbero potuto favorire la presenza di acqua liquida sulla sua superficie.

Ora i potenti strumenti del telescopio James Webb sono riusciti a fornire nuove indicazioni sulla composizione dell’atmosfera dell’esopianeta K2-18b, diamo un’occhiata insieme.

Metano e anidride carbonica nell’atmosfera di K2-18b, ma forse c’è dell’altro

L’esopianeta in questione orbita intorno alla stella K2-18 e si trova nella cosiddetta zona abitabile del proprio sistema, si tratta di un  mondo “Hycean”, ovvero un esopianeta delle dimensioni di una super-Terra (K2-18b ha una massa 8,6 volte superiore a quella della Terra) con caratteristiche simili a un sub-Nettuno, dotato di un’atmosfera ricca di idrogeno molecolare che potrebbe nascondere la presenza di vasti oceani sulla superficie.

La NASA ha recentemente condiviso le ultime scoperte effettuate dal James Webb che grazie a due osservazioni della luce della stella K2-18 mentre attraversa l’atmosfera del suo pianeta b in transito, ha confermato la presenza di metano e anidride carbonica nell’atmosfera dell’esopianeta. Ciò è stato possibile grazie al lavoro degli scienziati che hanno analizzato la firma lasciata dal passaggio della luce stellare attraverso l’atmosfera dell’esopianeta, determinandone così la composizione.

James Webb rilevazioni atmosfera K2-18b

Nikku Madhusudhan, dell’Istituto di astronomia dell’Università di Cambridge, sottolinea ancora una volta le enormi potenzialità del telescopio James Webb:

Questo risultato è stato possibile solo grazie all’esteso intervallo di lunghezze d’onda e alla sensibilità senza precedenti del Jwst, che ha consentito un rilevamento affidabile delle caratteristiche spettrali con soli due transiti. Per fare un confronto, un’osservazione con il Jwst ha fornito una precisione paragonabile a otto osservazioni con Hubble condotte in pochi anni e in un intervallo di lunghezze d’onda relativamente ristretto. Le prossime osservazioni di Webb dovrebbero essere in grado di confermare se il dimetilsolfuro è effettivamente presente nell’atmosfera di K2-18b a livelli significativi.

Come potete notare dalla parte finale della dichiarazione, c’è un altro aspetto interessante che deriva dalle scoperte del telescopio James Webb, la presenza di metano e anidride carbonica nell’atmosfera non prova che su un pianeta ci siano o ci siano state forme di vita, visto che i composti del carbonio possono derivare anche da processi non biologici.

Tuttavia nei dati raccolti dal telescopio James Webb sono presenti tracce di dimetilsolfuro, una sostanza che sulla Terra è prodotta solo da organismi viventi come il fitoplancton; gli scienziati della NASA si premurano però di frenare gli entusiasmi, tali dati infatti sono molto meno accurati di quelli inerenti alla presenza di metano e anidride carbonica nell’atmosfera, motivo per cui saranno oggetto di successive e approfondite nuove osservazioni.

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