Come si sta accostando l’Italia al 2035, anno in cui in Europa non sarà più possibile la vendita di veicoli a benzina e diesel? Se sono ormai evidenti le difficoltà della riconversione dell’apparato produttivo, tali da far temere una possibile perdita in termini di posti di lavoro, è da notare come anche nel nostro Paese si infittiscano iniziative tese ad agevolare il cammino per la transizione verso la neutralità energetica. L’ultima di esse è il Tavolo per le materie critiche delle auto elettriche. Andiamo quindi a conoscerlo meglio e a cercare di capirne la reale funzione.

Tavolo nazionale per le materie critiche delle auto elettriche: di cosa si tratta?

Il Tavolo per le materie critiche, intendendo come tali quelle necessarie alle auto elettriche, è un’iniziativa promossa dal Ministero dell’Industria e del Made in Italy e da quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel preciso intento di dare vita ad un consesso in cui politica, industria ed esperti di settore possano discutere dei problemi relativi all’approvvigionamento delle materie prime necessarie per una mobilità sostenibile.

Tra i soggetti politici che sono chiamati a dare il loro contributo in tal senso ci sono anche la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri, i rappresentanti della Commissione europea e di alcune agenzie UE interessate alla tematica e amministrazioni nazionali di vario tipo. Cui si aggiungono l’ISTAT e i rappresentanti delle imprese, oltre naturalmente ad esperti che potranno dare il loro contributo alla discussione.

A spiegare la sua funzione è stato Adolfo Urso, Ministro dell’Industria e del Made in Italy: “Il tavolo è anche funzionale a definire il fabbisogno del Paese nella duplice transizione green e digitale e fornire utili elementi in vista del Critical Raw Materials Act che sarà presentato dalla Commissione europea in primavera. Siamo assolutamente convinti che occorra, soprattutto in questo campo, una politica europea assertiva, che utilizzi risorse comuni anche attraverso il Fondo sovrano europeo. Il tavolo potrà inoltre aiutarci nella definizione di una nuova normativa nazionale sulla estrazione mineraria.”

Anche il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha voluto commentare a proposito del Tavolo per le materie critiche, affermando a sua volta la necessità di aumentare gli investimenti, nell’intento di giungere ad una migliore gestione degli scarti. In particolare, secondo lui, occorrerà puntare sulla raccolta, la selezione e il recupero delle materie prime contenute nei rifiuti, abbandonando la visione del rifiuto come problema e sfruttandolo appieno come risorsa, da usare in modo intelligente, creativo e rigenerativo. L’intenzione dell’esecutivo è la promozione di un approccio in grado di tenere insieme iniziative di sistema, meccanismi incentivanti, semplificazioni amministrative e revisione di programmi e piani strategici.

Critical Raw Materials Act: di cosa si tratta?

Cos’è il Critical Raw Material Act? Per capirlo meglio occorre ricordare che di recente Stati Uniti e Cina hanno preso importanti decisioni tese a privilegiare i propri apparati industriali in vista della transizione energetica. Entrambi i Paesi hanno infatti deciso di dare vita ad un quadro di ampia protezione per la propria industria nazionale verde, compresa la filiera per l’auto elettrica. Gli Stati Uniti lo hanno fatto con l’Inflation Reduction Act (IRA), mentre la Cina ha varato il Made in China 2025 (MIC).

In particolare, il piano messo in campo dagli Stati Uniti ha destato non poche polemiche e timori, in quanto si presenta come una minaccia di non poco conto per l’Unione Europea. A suo interno, infatti, sono previsti sussidi estremamente generosi per le imprese provenienti da fuori che decideranno di impiantarsi sul suolo nazionale, creando nuovi posti di lavoro. Un piano portato avanti con metodi estremamente spregiudicati, come ricordato da un imprenditore svizzero presente alla riunione annuale di Davos.

In tal modo, quindi, il rischio è che le stesse aziende possano dirottare oltreoceano gli investimenti inizialmente previsti sul suolo continentale. La risposta UE si è concretizzata a sua volta con due iniziative: il Net-Zero Industrial Act e il Green Deal Industrial Plan.

Il primo segue il modello del Chips Act, il piano per la produzione di un maggiore quantitativo di microchip all’interno dell’UE. Una volta identificati gli obiettivi dell’industria clean tech il loro conseguimento sarà reso possibile dalla semplificazione dei permessi amministrativi per la costruzione dei nuovi siti produttivi e il finanziamento dei progetti ritenuti di interesse comune.

Il secondo mira a sua volta ad aumentare la competitività dell’industria continentale a zero emissioni e sostenere la rapida transizione verso la neutralità energetica. Nell’ambito di questo piano, è previsto anche il Critical Raw Materials Act, cui è affidato il compito di riunire i consumatori di materie prime e i Paesi ove le risorse in questione abbondano, garantendo per tale via la sicurezza globale dell’approvvigionamento.

La discussione all’interno dell’Unione Europea fa registrare opinioni divergenti

Il vero problema emerso nella discussione in atto, è proprio quello derivante dalla necessità di fondi straordinari per contrastare i piani statunitensi. Si è infatti formato un blocco di Paesi (Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Finlandia, Irlanda e Polonia) contrari ad essi, con la motivazione che provocherebbero una corsa ai finanziamenti statali e un frazionamento del mercato interno.

Una posizione contrastata in particolare dalla Francia, con il Ministro dell’Economia Bruno Le Maire che chiede a sua volta investimenti sempre più massicci, non solo sotto forma di sovvenzioni, ma anche tramite credito d’imposta. Proprio il Tavolo nazionale per le materie critiche destinato alle auto elettriche dovrà quindi precisare la posizione dell’Italia in un dibattito che, come al solito, potrebbe portare ad una notevole diversificazione delle opinioni, con la prospettiva di un nuovo sacrificio degli interessi nazionali del nostro Paese.

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