In queste ultime settimane si è parlato molto di ChatGPT e dei problemi che questo tipo di tecnologia potrebbe gererare, come ad esempio la sicurezza informatica.

Ma in tanti sono preoccupati di come potrebbero essere sfruttate le potenzialità dell’intelligenza artificiale anche in ambito accademico: il timore, infatti, è che i più “furbetti” possano decidere di sfruttare tale tecnologia per realizzare degli scritti da presentare come propri (si pensi al classico esempio di una tesina).

Da Stanford arriva una difesa contro ChatGPT

Un team di ricercatori della Stanford University ha realizzato un nuovo metodo, chiamato DetectGPT, che mira a essere uno tra i primi strumenti appositamente studiati per individuare il testo generato dall’intelligenza artificiale secondo determinati modelli.

Il sistema su cui si basa DetectGPT, chiamato “zero-shot”, consente di rilevare il testo scritto dalla macchina senza alcuna conoscenza dell’intelligenza artificiale utilizzata per generarlo (funziona in modo diverso da altri metodi che richiedono “classificatori” di addestramento e set di dati di passaggi reali e generati).

Pare che il team di ricercatori abbia testato DetectGPT su un set di dati di articoli di notizie false e che tale sistema sia stato capace di superare altri metodi zero-shot per rilevare il testo generato dall’intelligenza artificiale.

In sostanza, DetectGPT è un nuovo metodo per rilevare il testo creato dalla macchina che sfrutta proprio le caratteristiche uniche del testo generato dai modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e che ha tra i suoi punti di forza quello di non richiedere dati o formazione aggiuntivi.

Man mano che l’uso di strumenti basati su ChatGPT diverrà sempre più popolare, soluzioni che siano capaci di individuare testi generati dall’intelligenza artificiale acquisteranno un’importanza fondamentale e DetectGPT si propone come una promettente alternativa.

Per ulteriori informazioni su DetectGPT vi rimandiamo al sito dedicato (lo potete trovare seguendo questo link).

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