C’è grande attesa nella comunità di Cardano per l’hard fork Vasil. Un’attesa la quale sembra destinata ad essere ravvivata dai continui rinvii che hanno caratterizzato l’operazione e i quali sembrano fatti apposta per farne parlare il più possibile. Se, infatti, sono state delineate le condizioni per poterlo rendere effettivo, resta ancora in piedi il discorso relativo alla data dell’evento. Anche se dall’interno di IOHK, la società cui è affidato lo sviluppo tecnico del progetto filtra ottimismo, al tempo stesso i rinvii sono all’ordine del giorno e non si intravede la fine del tunnel.

La roadmap di Vasil era stata presentata da IOHK il passato 19 maggio, stabilendo al 29 giugno il giorno dell’evento, che però è stato vittima di continui rinvii. Rinvii i quali, curiosamente, sono andati di pari passo con quelli che hanno caratterizzato il grande rivale di Cardano, ovvero Ethereum, il cui Merge sembra anch’esso ormai alle porte.

Proprio IOHK ha comunque provveduto ad informare l’opinione pubblica e i sostenitori di Cardano sulla pubblicazione di una apposita pagina su Zendesk, all’interno della quale sarà tenuta traccia degli eventi e, in particolare, dei progressi fatti nel corso dei lavori. Al tempo stesso la società non ha esitato a definire Vasil l’aggiornamento più importante nella storia di ADA, almeno sino a questo momento.

Le condizioni perché Vasil giunga a compimento su Cardano

Per poter arrivare a compimento, l’hard fork Vasil deve rispettare alcune condizioni delineate in partenza. In particolare, la versione 1.35.3 del client dovrà essere eseguita da almeno:

  • il 75% dei blocchi prodotti sin qui;
  • da non meno di 25 grandi exchange (ovvero l’80% della liquidità di mercato);
  • dalle prime dieci dApp sulla mainnet.

Al momento ad aver installato la nuova versione è stato il 42% dei blocchi presenti sulla mainnet, mentre già il 57% dei nodi girano con la stessa. Per quanto riguarda le piattaforme di scambio, l’unica notizia di rilievo filtrata sinora è quella relativa a Binance, che è in procinto di aggiornarsi, mentre in relazione alle dApp sono quattro quelle che la stanno sperimentando.

La compagnia ha affermato che sinora non è stato identificato alcun nuovo bug. Per effetto di questo accertamento restano quindi nove bug minori che devono essere oggetto di indagine per poter essere risolti, anche se nessuno di essi causerà un hard fork non intenzionale. Proprio l’esistenza di questi buchi nel codice è stato affrontato da Charles Hoskinson, il quale ha affermato che la comunità potrebbe anche decidere di posticipare di qualche mese l’aggiornamento per risolvere al meglio il tutto e testare con più attenzione il codice. Resta però da capire se sarebbe la cosa migliore per gli sviluppatori, i quali sono in attesa ormai da più di un anno.

I vantaggi dell’aggiornamento Vasil per Cardano

Come abbiamo già ricordato, Vasil è considerato l’aggiornamento più importante della rete di Cardano mai effettuato sino a questo momento. Grazie ad esso sarà possibile apportare miglioramenti significativi alla rete, dando vita ad un netto miglioramento delle prestazioni, ad un aumento del throughput e della resa in termini di efficienza degli script, con ulteriore corollario rappresentato dalla riduzione della latenza nella trasmissione dei blocchi.

Il percorso che è stato delineato per poter conseguire questi risultati è stato suddiviso in quattro tappe ben distinte: la devnet, la preview, la fase di pre-produzione e il rilascio sulla mainnet. Al momento le prime due fasi sono già state ultimate, mentre per quanto concerne la pre-produzione è ancora attiva la versione Alonzo. Proprio l’importanza dell’aggiornamento ha spinto gli sviluppatori a procedere con i piedi di piombo, in maniera tale da non saltare passi fondamentali. Questo spiega anche il ritardo che sta caratterizzando le operazioni, tale da mettere alla prova la pazienza di una community che è ormai in fase di fibrillazione.

Occorre anche sottolineare che la mancanza di fretta può essere giudicata del tutto comprensibile nell’ottica di una lotta senza quartiere contro Ethereum che potrebbe trovare proprio in Vasil la miglior base per poter realizzare l’ ormai celebre invettiva del suo fondatore, Charles Hoskinson, risalente alla parte iniziale del 2021, quando il numero uno di Cardano, aveva definito un duello tra i due progetti alla stregua di un combattimento di arti marziali tra un contendente nel pieno delle forze e uno anziano, per di più legato ad una sedia a rotelle. Il secondo era naturalmente Ethereum e le parole di Hoskinson avevano iniziato una vera e propria battaglia.

Nella foga della contesa, David Hoffman si era spinto addirittura a definire Cardano una vera e propria truffa, allargando il giudizio a Ripple e salvando solo Polkadot, altro progetto indicato come un notevole Ethereum Killer dagli osservatori. Un giudizio del tutto immotivato, tale però da far comprendere la rivalità in atto tra le due realtà che si propongono di dominare la DeFi nel corso dei prossimi anni.

Leggi ancheIn tilt la blockchain di Ethereum: c’entra il metaverso? Non proprio