Per la popolare app di messaggistica Telegram sono in arrivo alcuni miglioramenti in ottica Web3. Ad affermarlo è stato il CEO dell’azienda, Pavel Durov, secondo il quale i nomi utente negoziabili e i collegamenti ai canali potrebbero riversare sugli utenti una notevole serie di vantaggi. Soprattutto se questi ultimi dovessero decidere di utilizzarli alla stregua degli indirizzi di Ethereum Name Service.
La riflessione di Durov è partita dal successo che il pubblico ha riservato ad una recente asta di nomi di dominio sulla rete TON, nel corso della quale ne sono stati venduti più di 2mila, a prezzi che hanno toccato anche i 260mila dollari. Occorre ricordare che TON è la stessa piattaforma che Telegram è stata costretta ad abbandonare nel corso del 2020, quando la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha emanato un ordine restrittivo per la vendita di titoli non registrati.
Le parole di Durov rappresentano una pratica presa d’atto di quanto accaduto: secondo lui, infatti, se TON è riuscito nell’impresa, quali contorni potrebbe assumere una analoga decisione da parte di Telegram, che vanta al momento oltre 700 milioni di utenti disseminati in ogni parte del globo? Una domanda non proprio peregrina.
Telegram, i nomi utente potrebbero essere rivenduti come fossero NFT
Ove si venisse a formare un vero e proprio mercato Web3, gli iscritti i quali posseggono un nome utente su Telegram potrebbe sfruttarli rivendendoli a terzi interessati per un qualche motivo a quella particolare proprietà digitale. Un procedimento il quale ricorda per molti versi la vendita di un Token Non Fungibile (NFT), il quale è notoriamente il diritto di proprietà su un determinato oggetto digitale.
Il processo in questione potrebbe peraltro essere esteso anche ai nomi di gruppi, le cui identità potrebbero interessare a società o altri soggetti, come del resto potrebbe accadere per gli emoji e gli adesivi. In questa ottica, proprio TON potrebbe avere un ruolo chiave, essendo stata costruita all’interno di Telegram, che ne conosce per filo e per segno la struttura dei contratti intelligenti del sistema.
Per quanto riguarda le tempistiche, l’integrazione dei previsti miglioramenti potrebbe aver luogo già nel corso delle prossime settimane. A facilitarlo proprio il fatto che TON, già a partire dal mese di maggio, sia stato integrato nell’app di messaggistica, conferendo in tal modo ai suoi utenti la possibilità di inviare toncoin, il token di servizio della sua rete. Non resta quindi che attendere novità in tal senso, le quali potrebbero essere molto gradite dalla già larga platea di Telegram.
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