Mentre prosegue il conflitto tra Russia e Ucraina, il governo di Kiev si sta ponendo con forza il problema di come riuscire a preservare il suo patrimonio culturale dagli effetti devastanti della guerra. L’ipotesi che si sta facendo strada, proprio nell’ottica di cercare di salvare i siti architettonici e culturali di pregio è, in particolare, il ricorso ai Token Non Fungibili (NFT). L’annuncio è stato dato da Michael Chobanian, presidente della Blockchain Association of Ucraina, nel corso di Consensus 2022.

L’annuncio di Chobanian è stato dato insieme ad Alex Bornyakov, viceministro ucraino presso il Ministero della trasformazione digitale e portavoce de facto del governo in tema di criptovalute, in un panel intitolato “Crypto at War: Behind Ukraine’s Historic Crypto Fundraiser”. Occorre comunque sottolineare come l’iniziativa non sia di origine governativa, ma abbia preso il via all’interno della comunità blockchain.

Nel corso dell’evento ha poi preso la parola Illia Polosukhin, co-fondatrice di NEAR Protocol, la quale ha dal canto suo annunciato che proprio la sua azienda assumerà la veste di primo partner blockchain del progetto. Una postilla aggiunta da Chobanian sembra comunque destinata a far fischiare le orecchie di qualche rappresentante del governo di Kiev. L’uomo, infatti, ha affermato di ritenere necessario procedere alla tokenizzazione del patrimonio ucraino anche per prevenire la sottrazione di pezzi rilevanti dello stesso ad opera di funzionari corrotti.

I motivi di fondo del progetto

La decisione di digitalizzare il patrimonio culturale e artistico ucraino è mirato a impedire che nella concitazione degli eventi bellici qualcosa possa andare perso, o meglio possa essere sottratto, come del resto avviene in occasioni di questo genere. In pratica, il progetto permetterà di posizionare una vera e propria finestra digitale sul DNA culturale del Paese, permettendo la visualizzazione degli oggetti che lo compongono come se fossero accolti in un unico spazio.

In pratica si tratterà di una sorta di museo virtuale il quale consentirà anche una catalogazione dei tanti manufatti e opere culturali messe in pericolo dalle vicende belliche. Considerato come le stesse non appaiano destinate a terminare presto, può essere considerata una decisione assolutamente comprensibile.

Lo stesso Chobanian ha poi voluto sottolineare che si tratta di un progetto nazionale, pur non essendo sotto egida governativa. Quello che sarà condotto in porto dalla Blockchain Association of Ukraine non vede alcun interesse privato in gioco e non intende assolutamente essere collegato a interessi ristretti, almeno a parole.

Anche gli NFT sono destinati a finanziare lo sforzo bellico dell’Ucraina

Proprio la tokenizzazione del patrimonio artistico e culturale del Paese conferma la posizione centrale assunta dal presidente dell’associazione, noto per essere il fondatore dell’exchange Kuna e già incaricato dal governo di Kiev della gestione del Crypto Fund of Ukraine, ovvero il fondo destinato ad accogliere le donazioni in criptovaluta destinate a sostenere lo sforzo bellico del Paese.

A sua volta, il governo ha già provveduto a varare un primo progetto NFT, il Museo MetaHistory NFT dell’Ucraina, la cui creazione risponde al bisogno di preservare la versione ucraina sulla guerra in maniera tale da sfidare la “campagna di disinformazione di Putin”. I token non fungibili acquistati sulla piattaforma hanno l’intento di andare a finanziare gli aiuti umanitari resi necessari dall’infuriare dei combattimenti. Ogni NFT verrà venduto per 0,15 ETH e tutti i profitti della vendita iniziale andranno al portafoglio del Ministero della Trasformazione Digitale.

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