L’ordine esecutivo di Joe Biden sulle criptovalute sembra aver spinto la politica a stelle e strisce a superare le esitazioni degli anni passati sulla materia (e anche una contrarietà che aveva continuato a caratterizzare la discussione sulle stesse). Lo dimostra l’analogo provvedimento preso dal governatore della California, Gavin Newsom, il quale va in pratica a porre le basi per una regolamentazione del settore tesa a rafforzare il settore all’interno dello Stato.

La notizia è stata data da CNBC e l’ordine esecutivo firmato dal governatore si pone come obiettivo prioritario la creazione di un ambiente commerciale trasparente e coerente in grado di aiutare le aziende operanti nella blockchain, oltre che tale da bilanciare i benefici e i rischi i quali possono derivarne per i consumatori.

Il provvedimento varato da Newsom contiene anche un espresso invito all’Office of Business and Economic Development (GO-Biz) a intraprendere una collaborazione con il Dipartimento statale per la protezione e l’innovazione finanziaria (DFPI) e l’Agenzia per le imprese, i servizi ai consumatori e l’edilizia abitativa (BCSH). Procedendo di pari passo le agenzie statali si assumeranno quindi il delicato compito di favorire il lancio di potenziali applicazioni e iniziative blockchain, comprese quelle nel settore privato, all’interno del mondo accademico e delle comunità.

Il DFPI, inoltre, è chiamato a definire un approccio normativo alle criptovalute, creare adeguate protezioni a favore dei consumatori e produrre materiale educativo in grado di informare i cittadini californiani non solo sui rischi, ma anche sui benefici associati agli asset virtuali. È lo stesso ordine esecutivo ad affermare senza possibili sottintesi come i materiali in questione dovranno includere tutte le informazioni possibili sull’antidoto a truffe e frodi, purtroppo collegate all’utilizzo di denaro virtuale.

Un piano in linea con l’ordine esecutivo di Joe Biden

A spiegare la ratio del suo ordine esecutivo è stato lo stesso Newsom in una nota emessa a corredo del provvedimento, secondo il quale troppo spesso le istituzioni si muovono in ritardo rispetto ai progressi tecnologici. Il suo piano cerca quindi di tenere dietro alla spinta proveniente dalla società nei confronti degli asset virtuali, in modo tale da gettare le basi tese a consentire ai consumatori e alle aziende di prosperare.

Il piano da lui elaborato può essere considerato in linea con l’ordine esecutivo firmato dal presidente Joe Biden a marzo, con il quale la Casa Bianca ha inteso dare una cornice in cui ora ogni singolo Stato può dare regole proprie tese alla futura regolamentazione della criptovaluta. Per il momento è ancora prematuro affermare che l’ordine di Newsom avrà un impatto decisivo sull’industria californiana delle criptovalute, che pure è estremamente fiorente, capeggiata da Coinbase e Square. Le misure normative non sono ancora state implementate e bisognerà capire meglio la loro portata.

I punti indicati dalla California per lo sviluppo del settore

La California ha quindi voluto muoversi d’anticipo rispetto agli altri Stati, nell’evidente presa d’atto dei benefici economici apportati dalla blockchain anche da un punto di vista puramente finanziario. Basti pensare in tal senso alla crescita fatta registrare nel corso dell’ultimo quinquennio, durante il quale il settore ha visto la sua capitalizzazione passare ad 14 miliardi di dollari agli attuali 3 mila miliardi di dollari.

Per farlo, sono stati fissati i seguenti punti programmatici:
  • la necessità di dare vita ad un business trasparente, in grado di risultare non solo equo, ma anche coerente con le leggi federali della California;
  • l’obbligo di lavorare in sinergia con tutti i portatori di interesse al fine realizzare un approccio normativo armonizzato e teso all’identificazione delle possibili applicazioni;
  • quello di dare vita ad processo pubblico in grado di tutelare pienamente i consumatori;
  • l’opportunità di conseguire una vera chiarezza normativa;
  • quella di alimentare l’innovazione della tecnologia blockchain, permettendo una equa distribuzione dei benefici economici che ne possono derivare.

La reazione della scena crypto californiana

Per quanto riguarda il settore crypto californiano, una prima reazione positiva a quanto accaduto è arrivata da parte di Kristin Smith, direttore esecutivo della Blockchain Association, un ente commerciale il quale raggruppa e rappresenta le aziende del segmento. La Blockchain Association non ha infatti esitato ad elogiare Newsom per l’emissione di un ordine esecutivo di questa portata, aggiungendo che l’associazione non vede l’ora di collaborare con il governo.

La speranza è naturalmente che si punti al varo di norme improntate al buon senso, in maniera tale da non imbrigliare eccessivamente l’industria in regole contrarie alla direzione intrapresa dall’innovazione finanziaria. Una dichiarazione nella quale, come si può notare, la soddisfazione si mischia alla preoccupazione che in realtà la politica possa fungere da freno dando vita ad un quadro troppo severo.

Sullo stesso tenore si è espressa la Camera di commercio digitale, un gruppo il quale si propone la promozione della tecnologia blockchain, il quale ha osservato come l’ordine impartito da Newsom vada a riconoscere a tutti gli effetti il ruolo che le tecnologie blockchain sono ormai solite svolgere nell’intento di stimolare la crescita del lavoro e la competitività economica non solo all’interno dello stato, ma anche a beneficio dell’intera Unione.

Ora, quindi, non resta che attendere la trasposizione dei buoni propositi in norme di legge effettive, dalle quali si potrà capire meglio se la California intende favorire il pieno sviluppo della tecnologia blockchain al suo interno, oppure porre un freno allo stesso.

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