Fare trading di criptovalute rappresenta un’attività ad elevato rischio, come del resto è consueto per tutti gli investimenti di carattere finanziario. La volatilità è infatti una costante contro la quale si vanno ad infrangere le speranze di guadagno della maggioranza dei trader, in particolare di quelli che lo prendono alla stregua di un gioco.

Il trading sugli asset virtuali, peraltro, è forse ancora più complicato, proprio alla luce di una serie di fattori da tenere presenti quando si intende farlo. Andiamo quindi a stendere una breve guida per cercare di capire cos’è, come ci si dovrebbe muovere e le tante questioni ad esso collegate.

Trading di criptovalute: di cosa si tratta?

Il trading di criptovalute è l’attività di investimento sugli asset digitali attualmente esistenti. Se si parla con grande frequenza del Bitcoin, ormai da tempo un vero e proprio fenomeno di costume, occorre sottolineare che le Altcoin, ovvero le monete virtuali alternative, sono migliaia. E’ addirittura impossibile tenere dietro alla continua nascita di nuovi token che si propongono di ripercorrere le orme dell’icona crypto attribuita al genio di Satoshi Nakamoto.

A prescindere dal numero delle monete digitali esistenti, il mercato di riferimento è uno dei più liquidi in assoluto. Se, però, qualcuno intende ricavare la certezza che sia facile rivendere un token dopo averlo acquistato proprio per questo motivo, occorre precisare che a volte può trattarsi di una pia illusione. Facilmente smerciabili sono le valute note, mentre migliaia di esse sono destinate praticamente a restare ignote nel corso del loro intero arco di vita.

Come avviene il trading di criptovalute?

Il trading di criptovalute può essere condotto in due modi:

  • acquistando direttamente un token presso un exchange di criptovaluta, centralizzato o decentralizzato;
  • investendo su di esso mediante i CFD, acronimo di Contract for Difference.

Si tratta di due modalità di commercio ben distinte. Ognuna di esse presenta vantaggi e svantaggi che occorre tenere presente, prima di investire i propri soldi. Non affrontare questo passaggio comporta grandi rischi, come ben sanno coloro che sono stati messi in evidente difficoltà da pessime scelte.

Acquistare criptovalute tramite un exchange

La prima modalità di trading sulle criptovalute è rappresentato dall’acquisto diretto del token desiderato. Per farlo, occorre aprire un conto presso uno degli exchange che lo propongono, ad esempio Coinbase (ecco il link relativo per iscriversi, con 10 euro di bonus in BTC), e scegliere quella su cui si intende investire.

Questa modalità di trading, però, comporta alcuni difetti di non poco conto. Tra di essi occorre ricordare:

  1. la necessità di dotarsi di un sistema di protezione dei gettoni acquisiti, ovvero un wallet. Come tale si intende un portafogli elettronico, sotto forma di software o hardware, delegato a conservare il suo contenuto fuori dalla portata di estranei. In particolare degli hacker, ovvero i pirati informatici che provano in ogni modo a entrare nel dispositivo, riuscendovi peraltro con notevole frequenza;
  2. la possibilità di guadagnare soltanto in caso di apprezzamento dell’asset acquistato. La difficoltà in questo caso deriva dall’individuazione del momento giusto per prendere posizione sul mercato. Se lo si fa troppo tardi, seguendo il trend invece di prevederlo, il pericolo è di acquistare quando il prezzo è già arrivato al suo picco e sta iniziandone il rintracciamento.

Proprio in considerazione di queste problematiche, con il passare del tempo si è andato affermando un altro modo di fare trading sulle criptovalute, incentrato sui CFD. Andiamo  quindi a vedere di cosa si tratti, precisamente.

Cosa sono i CFD?

Per CFD si intendono gli strumenti derivati che vanno a replicare la quotazione di un sottostante. Cosa vuol dire ciò? Che per poter trarre profitto dal loro commercio non è necessario detenere direttamente il bene in questione.

Perché i CFD sono riusciti ad intercettare il gradimento di un numero sempre crescente di trader? Il motivo è da individuare nel fatto che vanno a bypassare le problematiche poste dal possesso diretto degli asset, offrendo al tempo stesso altri vantaggi. Tali da calamitare l’interesse di un numero sempre crescente di persone.

Non dover detenere, e conservare, le criptovalute evita innanzitutto di dover prendere in considerazione l’affitto o l’acquisto di un wallet. Oltre ad evitare il costo che ne consegue, in tal modo si toglie di mezzo un altro problema, quello collegato alla necessità di installare il dispositivo in questione. Per gli utenti non avvezzi a questo genere di operazioni, può trattarsi in effetti di procedure quasi proibitive.

Inoltre, il portafoglio elettronico deve essere tenuto fuori dalla portata dei pirati informatici. I quali cercano in tutte le maniere di impossessarsi delle chiavi private per potervi accedere. Resistere a questi attacchi può rivelarsi molto complicato, anche alla luce delle pessime abitudini di molte persone, non avvezze ad osservare misure minime di sicurezza.

A questo vantaggio se ne vanno poi ad aggiungerne altri, di larga portata. Ovvero:

  • la possibilità di utilizzare la leva finanziaria per aprire posizioni allo scoperto (short). In pratica, per poter movimentare importi notevoli non è necessario disporre di ingenti capitali di partenza. La leva, infatti, agisce alla stregua di un moltiplicatore, amplificando i possibili guadagni e anche le perdite. Occorre quindi utilizzarla con una certa circospezione, per evitare veri e propri bagni finanziari;
  • quella di chiudere le posizioni aperte in qualsiasi momento, proprio grazie alla liquidità di questo mercato. In tal modo si può passare all’incasso ove la previsione sia azzeccata e limitare le eventuali perdite nell’ipotesi contraria. Non a caso il trading sui CFD è considerato di breve termine, con gli investitori che aprono e chiudono operazioni nell’arco della stessa giornata di contrattazioni, con il preciso intento di non pagare le commissioni overnight, ovvero il mantenimento della posizione nel corso della notte;
  • la convenienza in termini di costi. I broker che li offrono sono soliti ritagliarsi spread abbastanza contenuti, soprattutto se rapportati a quanto richiesto da banche e SIM (Società di Intermediazione Mobiliare) per prestare i loro servizi di intermediazione.

Il copy trading di eToro

Quando si parla di trading sulle criptovalute, il primo nome che viene in mente è quello di eToro. La piattaforma israeliana, infatti, è stata una delle prime a offrire gli asset virtuali all’interno della propria proposta.

Il paniere di prodotti offerto da eToro è da considerare il più completo in assoluto tra quelli proposti dalle varie piattaforme (qui trovi il link per iscriverti). Non solo propone CFD tra i più convenienti in assoluto, ma anche un prodotto strutturato per ricoprire un gran numero di esigenze a chi intende investire i propri soldi sugli asset virtuali.

Stiamo parlando del Cripto CopyPortfolio, che applica il principio del copy trading agli asset digitali. Com’è noto, questa modalità di investimento ha praticamente fatto di eToro un vero e proprio fenomeno a livello globale. Il motivo è abbastanza semplice da capire: il copy trading estende a questo particolare settore il principio di condivisione tipico dei social media. Non a caso, l’altro nome con cui è indicato è social trading.

Ad essere condivise sono in questo caso le operazioni portate avanti dai trader di largo corso, quelli che nella maggior parte dei casi riescono a conseguire un attivo. Gli altri utenti possono copiarne per filo e per segno le strategie adottate e limitare in tal modo il rischio connesso a questo genere di operazioni. Come si può facilmente immaginare, si tratta di un notevole aiuto soprattutto per i trader alle prime esperienze. Ovvero quelli che sono maggiormente a rischio per la naturale inesperienza.

Capital.com e criptovalute, un binomio sempre più stretto

Capital.com è un’altra piattaforma di trading online che ha puntato con grande vigore sulle criptovalute, intenzionata a sfruttarne il gradimento sempre più intenso da parte degli investitori italiani.

Il paniere di prodotti proposto dall’operatore può essere considerato fra i più completi attualmente sul mercato tricolore. Capital.com non solo propone Bitcoin, Ethereum, Cardano, Ripple e gli altri progetti più importanti, ma anche un gran numero di Altcoin sulla rampa di lancio. Axie Infinity, Shiba Inu, Dogecoin, Quantum, Tron, Solana, Theta, Aion, EOS: la lista prosegue con centinaia di token, cui se ne vanno ad aggiungere in continuazione altri.

Nel caso di Capital.com lo strumento adottato è quello dei CFD. Una scelta abbastanza logica, considerato il feeling tra derivati e trader, reso possibile dalla semplicità di negoziazione dei primi e dalla possibilità di eliminare le seccature connesse al possesso diretto degli asset. I CFD, in effetti, consentono all’utente di concentrarsi esclusivamente sulle contrattazioni, lasciandogli il tempo di definire strategie tese a mettere in sicurezza l’investimento.

L’importanza della formazione

Abbiamo sin qui visto come è possibile investire sulle criptovalute. Come per ogni investimento di carattere finanziario, però, il livello di rischio è realmente molto elevato. E’ sufficiente in effetti dare uno sguardo a quanto accade di giorno in giorno sul mercato per rendersene conto. Basta un tweet di Elon Musk per far schizzare alle stelle il token nominato o una notizia di rilievo per far impennare tutto il listino o farlo crollare in pochi secondi.

Le fluttuazioni creano uno spazio ideale per chi sa come muoversi. Allo stesso tempo, però, sono in grado di dare vita a vere e proprie voragini nel bilancio dei trader meno accorti. Per ovviare ai pericoli occorre dotarsi di un bagaglio di competenze adeguato. La parola d’ordine è quindi “formazione”. Ovvero quella rilasciata dalle vere e proprie scuole approntate dagli stessi broker per affinare le competenze dei propri utenti.

Perché gli operatori del settore offrono le accademie di trading, gratis? Il motivo è molto semplice: il loro guadagno è proporzionale alle risorse impegnate nelle varie operazioni dai propri utenti. Se questi perdono i loro soldi nel corso delle prime operazioni, lo stagno in cui pescare si prosciuga. I corsi video, i tutorial, le guide e il resto del materiale formativo proposto, di conseguenza, rappresenta per il broker un investimento.

Il corso di Udemy per imparare a fare trading di criptovalute

Proprio per quanto riguarda i corsi tesi ad implementare il livello di conoscenza dei trader di criptovalute, segnaliamo quello approntato da Udemy. Grazie ad esso è possibile partire praticamente da zero e imparare come fare trading su Bitcoin e Altcoin tramite Binance, ovvero uno degli exchange più noti a livello planetario.

Il corso in questione (ecco il link relativo a Udemy per acquistarlo) è incentrato su 7 ore di video-on-demand, 49 risorse scaricabili, 2 articoli e altro materiale. Grazie ad esso, l’utente potrà conseguire i seguenti obiettivi:

  • disporre degli strumenti per fare trading sulle cryptovalute
  • massimizzare i guadagni e minimizzare le perdite
  • essere in grado di usare e applicare gli “stop loss” al fine di limitare al massimo eventuali passivi
  • capire quando è il momento di acquistare e vendere asset digitali per realizzare profitti
  • essere in grado di leggere grafici e indicatori in modo da poterli utilizzare nel proprio commercio
  • individuare i momenti ideali per fare trading e generare profitti sul mercato

In particolare, però, alla fine del corso proprio Binance e le potenzialità ad esso collegate non avranno più segreti per il trader.

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