Google avrebbe recentemente iniziato a lavorare internamente ad un suo visore AR, chiamato Project Iris, e che spera di spedire nel 2024.

Come il dispositivo di Meta e Apple, anche il VR di Google utilizza fotocamere rivolte verso l’esterno per fondere la grafica computerizzata con un feed video del mondo reale, creando così un’esperienza di realtà mista più coinvolgente rispetto agli occhiali AR di Snap e Magic Leap. I primi prototipi sviluppati nella Bay Area di San Francisco, assomigliano a un paio di maschere da sci e non richiedono di essere collegati a una fonte di alimentazione esterna.

Nei dettagli del visore AR Project Iris

Il visore di Google è ancora all’inizio del suo sviluppo, e pare sia alimentato da un processore proprietario di Google, proprio come i nuovi smartphone Pixel 6 e 6 Pro. Il team dietro agli smartphone infatti, è coinvolto in alcune componenti hardware, ma non è chiaro se anche il visore porterà l’iconico nome. Il sistema operativo pare essere Android ma alcuni recenti annunci di lavoro indicano che avrà un sistema operativo dedicato, ora in fase di lavorazione. Dati i limiti di alimentazione, il colosso americano prevede di utilizzare i suoi data center per eseguire il rendering da remoto di alcuni elementi grafici, per poi trasmetterli al VR tramite una connessione internet.

Project Iris è un progetto ben custodito all’interno di Google, ed è nascosto in un edificio che richiede l’accesso con una chiave magnetica speciale e accordi che vietano la divulgazione di informazioni. Il team che lavora al progetto è formato da 300 persone, ma il colosso americano prevede di assumerne altre centinaia. A supervisionare il tutto c’è Clay Bavor, il quale riporta direttamente a Sundar Pichai, gestendo anche Project Starline (una video chat ad altissima risoluzione che è stata mostrata l’anno scorso) e altri settori.

Starline e Iris insieme nel 2024?

Starline, a detta di chi l’ha provato, è una delle demo tecnologiche più impressionanti di sempre. È in grado di ricreare in 3D la persona con cui stiamo chattando in maniera iperrealistica. In un test di eye-tracking, Google ha rilevato che le persone si sono concentrate circa il 15% in più con chi stavano parlando, rispetto ad una videochiamata classica. Un programma pilota per l’utilizzo di Starline per facilitare le riunioni a distanza è in lavorazione con varie società Fortune 500, cercando di implementare il tutto in una strategia di lavoro ibrido post-pandemia.

Secondo ciò che è stato dichiarato dalle due fonti, Google spera di spedire Starline entro il 2024 insieme a Iris, ma non è detto che ciò riesca ad avvenire. Bavor, colui che sta dietro questo team, non è comunque nuovo a questo tipo di lavoro. Egli ha già lavorato nel settore VR e AR dell’azienda, partendo da Google Cardboard e Daydream, oltre a essere un caro amico di Pichai. Lo scorso novembre gli è stato conferito il VP of Labs un mandato che include Project Starline, Iris, una nuova divisione blockchain e l’Area 120.

Sono tanti i competitor in questo campo come Apple, con migliaia di persone che lavorano nel settore VR e AR, e Meta che sta già spendendo 10 miliardi di dollari all’anno. Dal canto suo Google ha acquistato, a metà del 2020, una startup chiamata North, la quale si incentrava sull’inserimento dell’AR in un paio di occhiali dall’aspetto normale, e ha dichiarato che il settore AR sarà un importante investimento per loro.

Non ci resta che aspettare e vedere come si evolveranno le cose e, soprattutto, se il colosso riuscirà a finalizzare i suoi obiettivi entro il 2024, come dichiarato.

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