Dagli Stati Uniti arriva una nuova grana per Apple, che dovrà difendersi in una class action dall’accusa secondo cui Siri, ossia il suo assistente virtuale, avrebbe ascoltato le conversazioni private dei suoi utenti.

Un giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti, Jeffrey White, ha stabilito che gli attori che stanno portando avanti questa class action nei confronti del colosso di Cupertino, possono accusare Apple di avere violato la privacy degli utenti attraverso l’assistente Siri, che ha registrato e salvato conversazioni private dopo essere stato attivato accidentalmente dal comando vocale “Hey Siri”.

Nuova class action per Apple e il suo assistente Siri

Così come apprendiamo da Reuters, i querelanti avranno la possibilità di provare a dimostrare che Siri registrava regolarmente le loro conversazioni private a causa di “attivazioni accidentali” e che Apple ha fornito queste conversazioni a terzi, come ad esempio gli inserzionisti.

Un utente di Siri ha sostenuto che le sue discussioni private con il proprio medico relative ad un “trattamento chirurgico di un determinato brand” gli hanno fatto ricevere pubblicità mirate per quello specifico trattamento mentre altri due utenti hanno dichiarato che in seguito alle loro discussioni su scarpe da ginnastica Air Jordan, occhiali da sole Pit Viper e “Olive Garden” hanno ricevuto annunci pubblicitari relativi a quei prodotti.

Secondo il giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti, Apple potrebbe essere ritenuta colpevole di avere violato il Federal Wiretap Act e la legge sulla privacy della California mentre sono state respinte le accuse relative a un possibile caso di concorrenza sleale.

Lo stesso studio legale che sta portando avanti questa class action nei confronti del colosso di Cupertino potrebbe avviare un’iniziativa analoga anche contro Google e il suo assistente virtuale Google Assistant e pure Amazon in passato ha dovuto affrontare un contenzioso simile avente ad oggetto Alexa. Come si suol dire, “Mal comune, mezzo gaudio”.