Oramai da diverse settimane si parla di Green Pass europeo, ossia la soluzione studiata dalle autorità dell’UE per provare a fare ripartire il settore del turismo in ambito comunitario senza tralasciare un minimo di sicurezza per quanto riguarda la diffusione della pandemia di Coronavirus.

Nell’ultimo mese la pandemia ha decisamente rallentato la propria presa sul Vecchio Continente ma questo non significa che sia possibile tornare alla “vita normale”, almeno non senza prendere una serie di opportune cautele e tra di esse il Green Pass rappresenta secondo le autorità comunitarie una delle più importanti.

In cosa consiste il Green Pass europeo

Già in fase di sperimentazione dallo scorso mese, il Green Pass europeo può essere considerato come una sorta di lasciapassare comunitario che consente a chi lo possiede di muoversi tra i vari Paesi membri dell’UE con un po’ di libertà in più.

Sono tre, in particolare, le tipologie di certificato che sarà possibile avere:

  • il certificato di vaccinazione, con il numero di dosi ricevute, la data e il luogo della somministrazione e il vaccino inoculato
  • il certificato di test negativo (sono presi in considerazione i tamponi di tipo molecolare e quello antigenico)
  • il certificato di attestata guarigione, ossia una certificazione medica che conferma la guarigione dal Coronavirus e la presenza degli anticorpi (da accertare mediante test), con una validità di 180 giorni dall’avvenuta guarigione

In vigore dall’1 luglio

Nelle scorse ore è arrivata la notizia dell’approvazione definitiva da parte delle istituzioni comunitarie del regolamento che istituisce il Green Pass europeo.

In mattinata, infatti, il primo ministro portoghese (in rappresentanza degli Stati membri), il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen e il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, hanno siglato il testo finale del provvedimento.

L’entrata in vigore di questa misura, nota anche come “digital green pass”, è fissata per giovedì 1 luglio 2021.