Dopo il caso legato all’obsolescenza programmata, con gli aggiornamenti software che peggioravano le prestazioni degli smartphone, Apple finisce ancora una volta sotto i riflettori per un comportamento tutt’altro che ammirevole.

L’Antitrust italiano ha irrogato una sanzione a causa di pratiche commerciali ingannevoli e aggressive relative ai danni legati all’acqua. Da tempo gli iPhone godono della certificazione IP68, che garantisce la possibilità di immergere il dispositivo in acqua a una profondità limitata e per brevi periodi di tempo senza che vengano riportati danni.

La novità è arrivata con iPhone 8 e prosegue con i più recenti iPhone 12 ma a quanto pare ha un valore puramente commerciale. È risaputo infatti che all’interno degli iPhone è presente un sensore di umidità che diventa rosso se lo smartphone entra in contatto con l’acqua, invalidando la garanzia.

Secondo l’Antitrust si tratta di una pratica commerciale scorretta, con l’aggravante del rifiuto da parte di Apple di prestare assistenza post vendita su dispositivi danneggiati da acqua o altri liquidi. In questo modo viene ostacolato l’esercizio dei propri diritti da parte dei consumatori.

A onor del vero si tratta di una pratica messa in atto da tutti i produttori di smartphone ma sono in molti, Huawei e Samsung su tutti, che riparano lo smartphone nel caso in cui sia entrata acqua che avrebbe dovuto essere rimasta all’esterno, viste le certificazioni offerte.

Il Codacons però, per voce del presidente Carlo Rienzi, esprime il disappunto per l’esiguità della sanzione irrogata: appena 10 milioni di euro, una cifra irrisoria per un colosso che ottiene guadagni stratosferici grazie anche a pratiche commerciali a dir poco scorrette.

In ogni caso i possessori di uni smartphone Apple con certificazione IP (iPhone 8/8 Plus, iPhone X, XR, XS, XS Max, 11, 11 Pro e 11 Pro Max) danneggiati dall’acqua potranno richiedere il risarcimento, facendosi aiutare in caso di necessità proprio dal Codacons.