Erano anni che si aspettava un dispositivo capace di unire davvero due mondi da sempre paralleli: la libertà del PC gaming e la semplicità dell’esperienza console. Con la ASUS ROG Xbox Ally X, questa fusione finalmente prende forma, e lo fa senza proclami esagerati, ma con una chiarezza d’intenti che sorprende: funziona, e tanto basta per aprire un nuovo capitolo nel gaming portatile.
In un panorama tecnologico dove le promesse spesso superano i risultati, la ROG Xbox Ally X si distingue per una qualità rara: quella della coerenza. È un prodotto concreto, che non prova a stupire con numeri o effetti speciali, ma con l’essenziale: un’esperienza stabile, fluida e coerente. Ed è proprio questo che rende l’hype attorno a lei non solo comprensibile, ma pienamente giustificato.
Un controller Xbox per l’ergonomia perfetta
La ROG Xbox Ally X nasce da un incontro quasi naturale tra due mondi: l’ergonomia Xbox e la precisione ingegneristica di ROG. Appena la si impugna, si percepisce subito quella sensazione di oggetto pensato, non adattato. È come se ASUS avesse preso una ROG Ally X e l’avesse incastonata nel corpo di un controller Xbox, dando vita a una forma che convince da subito, per proporzioni, materiali e bilanciamento.
Il lavoro sul grip è stato profondo: i volumi sono più pieni, le curve più naturali e la micro-texture Xbox ROG restituisce una presa salda ma morbida, con quel livello di attenzione al dettaglio che distingue un prodotto industriale da un prodotto progettato per essere vissuto. I tasti ABXY hanno una corsa più netta, il D-pad guadagna precisione e i trigger Hall con feedback aptico Impulse introducono una vibrazione localizzata che porta con sé un accenno di quella sensazione “premium” tipica dei controller di fascia alta.
Anche i tasti posteriori personalizzabili seguono una logica chiara: ci sono, ma non interferiscono, restano lì dove serve, pronti ma mai invadenti. E poi c’è il tasto Xbox, il nuovo centro dell’esperienza, che segna un punto di discontinuità con tutto ciò che abbiamo visto prima ma su questo vale la pena tornare più avanti. Si possono fare un paio di appunti: il controllo del volume è posizionato in modo poco intuitivo, e il jack audio avrebbe trovato una collocazione più pratica nella parte inferiore. Sono dettagli, certo, ma in un progetto che punta alla perfezione anche i dettagli contano.
Nel complesso, però, la ROG Xbox Ally X rappresenta un riferimento per comfort e bilanciamento. I 715 grammi di peso sono distribuiti in modo impeccabile e superano con disinvoltura ogni test d’uso reale dal divano al letto, fino al classico “riprendi e gioca” appena estratta dallo zaino. La forma ispirata al controller Xbox non è solo una citazione estetica: è un principio di design funzionale che definisce una nuova idea di ergonomia portatile. Piccolo appunto per il sistema di dissipazione, due radiatori, due ventole ed una singola heat pipe, quanto basta per tenere temperature e rumorosità ampiamente sotto controllo.
Manca un OLED ma non è un problema
Il display rappresenta forse l’unico vero compromesso della ROG Xbox Ally X. Si tratta di un pannello IPS da 7 pollici con risoluzione Full HD, refresh rate a 120 Hz e luminosità massima di 500 nit. È un’unità solida, ben calibrata e già ampiamente rodata: restituisce un’immagine equilibrata, colori accurati e un buon controllo dei riflessi grazie al trattamento antiriflesso integrato. Tuttavia, è innegabile che la mancanza di un pannello OLED si faccia sentire. I contrasti non raggiungono la profondità di un nero assoluto, la brillantezza resta più contenuta e i tempi di risposta non offrono lo stesso impatto visivo che ci si aspetterebbe da un display di fascia superiore.
La scelta è chiaramente dettata da una logica di bilanciamento dei costi. Le console portatili di questa fascia non sono economiche da produrre e l’integrazione di un OLED di alta qualità avrebbe inevitabilmente spinto il prezzo verso l’alto. Per un dispositivo che già utilizza un chip di ultima generazione e un sistema di dissipazione complesso, mantenere un equilibrio complessivo diventa una necessità. E se si considera che per una handheld servirebbe un OLED di livello “flagship” per garantire leggibilità anche all’aperto, la decisione di restare su un IPS appare comprensibile.
Il raffronto con gli OLED degli smartphone non è pertinente: i pannelli mobili sono realizzati con specifiche e controlli qualità molto più rigidi, mentre su notebook e monitor la resa è spesso meno uniforme. In questo contesto, l’IPS della Ally X si comporta più che dignitosamente, offrendo una visione stabile e coerente in ogni scenario d’uso. Un aspetto migliorabile riguarda le cornici, ancora un po’ generose per un dispositivo così compatto. Ridurle avrebbe reso il frontale più moderno e il form factor ancora più equilibrato.
Discorso completamente diverso per la sezione audio, che invece sorprende. I due speaker frontali offrono un suono pieno, direzionale e potente, capace di coinvolgere anche senza cuffie. Il volume massimo è elevato e privo di distorsioni, mentre il microfono integrato con cancellazione del rumore AI consente chat vocali limpide, restituendo un’esperienza sonora che si colloca ai vertici della categoria.
L’hardware è potente ma qui la svolta è il software
Al centro della ROG Xbox Ally X pulsa il nuovo
Ryzen AI Z2 Extreme, un SoC che segna un discreto passo avanti per il mondo handheld. Costruito su architettura Zen 5, integra 8 core e 16 thread, una GPU basata su RDNA 3.5 e una NPU da 50 TOPS dedicata all’elaborazione dei modelli di intelligenza artificiale. Non è ancora RDNA 4, e un po’ dispiace, ma il salto generazionale rispetto al modello precedente è comunque apprezzabile.
Un aspetto intrigante è la presenza della NPU, che apre la strada a un nuovo modo di intendere il gioco portatile. L’hardware è già pronto per funzioni come Auto Super Resolution, una tecnologia che utilizza l’AI per eseguire upscaling in tempo reale durante il gameplay, e per strumenti come gli highlight automatici o una chat integrata con Copilot, ancora in fase di beta. Le funzioni più avanzate arriveranno nel corso del prossimo anno, quando la componente AI inizierà a esprimere davvero il suo potenziale.
Sul fronte della connettività la dotazione è completa. La porta USB4 con supporto Thunderbolt 4 consente di collegare dock, GPU esterne e monitor ad alta risoluzione con un solo cavo. Lo slot microSD UHS-II permette un’espansione rapida e performante della memoria, mentre l’unico vero limite resta il Wi-Fi 6E. In un dispositivo concepito anche per il cloud gaming, l’assenza del Wi-Fi 7 si fa notare, soprattutto pensando alla stabilità e alla latenza che un protocollo più moderno avrebbe garantito.
Dove la ROG Xbox Ally X compie un salto concettuale è però nel software, con la nuova Xbox Full Screen Experience. Non si tratta di una semplice interfaccia, ma di una ridefinizione del rapporto tra Windows e il gaming. Quando la console viene accesa, il sistema evita di caricare componenti non necessarie, alleggerendo il carico sulla CPU e liberando circa 1 GB di RAM. Il risultato è una gestione più efficiente delle risorse, priva di quei processi di background che su Windows tendono a partire in modo casuale.
Il principio è semplice: solo ciò che serve per giocare viene attivato. Se si desidera tornare alla modalità Windows completa, il sistema mostra un avviso che segnala la disattivazione delle ottimizzazioni. Per riattivarle, basta un riavvio. Tutto all’interno della nuova interfaccia è gestibile dai comandi fisici e il login rapido tramite sensore d’impronte o PIN rende l’accesso immediato.
La libreria giochi rappresenta uno degli aspetti più riusciti: integra i titoli PC provenienti da Steam, Epic Games, GOG, Battle.net e dagli altri store principali, concretizzando il concetto di piattaforma unificata. Lo stesso vale per i servizi di streaming come Xbox Remote Play e Xbox Cloud Gaming, perfettamente integrati nell’interfaccia. Chi desidera un’esperienza ancora più completa può aggiungere GeForce NOW, che rimane un riferimento per qualità e stabilità del cloud gaming.
Anche il multitasking è stato rivisto con maggiore razionalità. Le finestre possono essere chiuse al volo e, quando si avvia un nuovo gioco, un messaggio chiede se terminare quello precedente per liberare risorse. È un passaggio simbolico: si lascia alle spalle la logica del “torna al desktop” per abbracciare quella del “chiudi e gioca”, più coerente con l’idea di console.
Per i più esperti resta comunque Armoury Crate, il centro di controllo dove è possibile personalizzare ogni parametro: dalle prestazioni al quantitativo di RAM assegnato alla GPU, fino all’illuminazione e alla mappatura dei tasti. In realtà, però, si accede raramente a quest’app, perché la Game Bar offre già toggle rapidi per i profili di prestazione, la risoluzione, le statistiche in tempo reale e le impostazioni principali.
A completare il quadro ci sono una serie di funzionalità aggiuntive che contribuiscono alla sensazione di ecosistema curato. Dalla gestione automatica degli shader precompilati agli aggiornamenti notificati direttamente nell’interfaccia Xbox, fino alla promessa di nuovi badge che indicheranno i giochi ottimizzati per handheld. Molte di queste funzioni AI arriveranno gradualmente, ma delineano già oggi il futuro di una piattaforma che punta a unire la potenza del PC alla coerenza d’esperienza di una console.
L’esperienza Xbox è ottima, le prestazioni sono solo una logica conseguenza
Il Ryzen AI Z2 Extreme non rappresenta una rivoluzione in termini di pura potenza, ma introduce un progresso sostanziale dove conta davvero: nell’efficienza. In media, il guadagno prestazionale rispetto alla generazione precedente si aggira tra il 15 e il 20%, ma la differenza più significativa emerge nel modo in cui questa potenza viene erogata.
Su un dispositivo portatile, la curva di prestazioni ai bassi consumi è più importante del picco massimo, e in questo la nuova Ally X fa un netto passo avanti. In modalità Prestazioni, con un assorbimento di 17 watt, il sistema mantiene livelli di fluidità eccellenti, sostanzialmente equivalenti alla vecchia Ally X impostata al massimo, ma con un consumo più contenuto.
Il tutto è accompagnato da una gestione termica esemplare. Le temperature di picco si attestano intorno agli 84 gradi, ma il calore non viene mai percepito in modo fastidioso grazie a un sistema di dissipazione silenzioso e ben calibrato, che tiene le ventole a un regime appena percettibile anche sotto carico. Le vere temperature in gaming arrivano a 64 gradi scarsi.
Parlare di prestazioni su una handheld resta complesso, perché entrano in gioco troppi fattori: risoluzione, profilo energetico, ottimizzazione dei giochi. Tuttavia, con l’aiuto di FSR e Frame Generation, la ROG Xbox Ally X consente di giocare praticamente a tutti i titoli moderni intorno ai 60-70 fps in Full HD. Alcuni titoli più pesanti si assestano su valori inferiori, altri superano abbondantemente la soglia dei 70. Chi desidera massimizzare la fluidità può sempre scalare la risoluzione a 720p, ottenendo un boost sensibile senza compromettere troppo la resa visiva. Test, gameplay e prestazioni in video:
Proprio FSR e Frame Generation rappresentano la chiave dell’esperienza. Su un display di queste dimensioni, gli artefatti grafici sono quasi impercettibili, e il guadagno in fluidità ripaga ampiamente il compromesso. In mobilità, l’obiettivo non è spremere il frame al limite, ma mantenere un’esperienza di gioco costante e piacevole, e in questo la Ally X riesce perfettamente.
Altro aspetto positivo è la stabilità generale del sistema. Grazie alla combinazione tra il SoC Z2 Extreme e le nuove ottimizzazioni dell’interfaccia Xbox, la fluidità resta costante, senza lag, stuttering o cali improvvisi di frame. È un miglioramento concreto, che restituisce quella sensazione di piattaforma matura, finalmente pronta a comportarsi come una vera console.
Anche l’autonomia beneficia di questo equilibrio. Il modulo da 80 Wh lavora in sinergia con l’efficienza del chip AMD e la riduzione dei processi di Windows. In modalità Silenziosa, si possono raggiungere fino a tre ore di gioco su titoli leggeri o ben ottimizzati, un risultato eccellente per una macchina di questa potenza. Spingendo il sistema al massimo, l’autonomia si attesta intorno all’ora e mezza, un valore comunque solido che testimonia il passo avanti fatto nella gestione energetica.
Mantiene le promesse e tanto basta: la ROG Xbox Ally X è la migliore
La ASUS ROG Xbox Ally X rappresenta un punto di svolta nel panorama delle console portatili, non tanto per le specifiche più tecniche o per i numeri da laboratorio, quanto per l’equilibrio che riesce a raggiungere tra potenza, usabilità e visione. Certo, un display OLED sarebbe stato un passo avanti, e la presenza di RDNA 4 avrebbe completato il quadro, ma la forza di questo prodotto sta altrove: nella capacità di fare bene ciò che finora nessuna handheld Windows era riuscita a fare davvero.
L’Xbox Ally X ha messo ordine in un ecosistema spesso caotico, eliminando le complicazioni di Windows che rappresentavano un limite strutturale e ottimizzando la curva di prestazioni, elemento chiave per mantenere costanza e fluidità in un formato così compatto. A questo si aggiunge una ergonomia eccellente, un sistema di dissipazione silenzioso e una Xbox Full Screen Experience che finalmente rende il gaming su Windows qualcosa di intuitivo e immediato, non più un compromesso tecnico.
Il risultato è una fusione autentica tra mondo console e mondo PC, dove la semplicità d’uso incontra la libertà di personalizzazione. È un equilibrio raro, e proprio per questo prezioso. Non è ancora un prodotto perfetto, ma segna una direzione chiara: quella di un PC da gioco che si comporta come una console, e che può davvero cambiare il modo in cui immaginiamo il gaming portatile.
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Anche sul fronte economico, gli 899 euro di listino la posizionano nella fascia alta, ma non inaccessibile, soprattutto considerando la qualità costruttiva e la completezza dell’esperienza. È una cifra importante, ma proporzionata a ciò che offre ed anche ben posizionata rispetto al resto del mercato.
In un mercato dove molti esperimenti si perdono tra buone intenzioni e soluzioni poco coerenti, la ROG Xbox Ally X riesce nell’impresa di funzionare e basta. È un progetto maturo, concreto, che dimostra come l’unione tra console experience e libertà PC non solo sia possibile, ma possa diventare la nuova direzione per tutto il settore. È un prodotto da tenere d’occhio, perché ha ribaltato le aspettative. Dopo critiche e ritardi, arriva finalmente una macchina che fa esattamente ciò che promette e lo fa meglio di tutte le altre.
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