Attraverso l’approvazione dell’emendamento del relatore Emiliano Fenu (M5S) che consentirà la “costituzione di una società unica della rete alla quale verrebbero conferite le attuali reti di TIM e Open Fiber”, il Senato ha fatto fare un passo in avanti molto importante al progetto della rete unica in fibra ottica che in molti si augurano.

L’emendamento appena approvato non segna il passo decisivo verso la creazione di una nuova società che abbia nelle mani la rete unica in fibra ma è comunque un passo in avanti molto importante. É bene precisare che, seppur la fusione avverrebbe fra le reti di TIM e Open Fiber, la rete unica in fibra sarebbe affidata “in capo a un soggetto giuridico non verticalmente integrato e appartenente a una proprietà diversa o sotto controllo di terzi, indipendenti ossia diversi da operatori di rete verticalmente integrati”.

“Oggi l’esistenza di due società comporta la dispersione di risorse che potrebbero essere usate in maniera molto più efficiente. Una rete unica consente risparmi consistenti nella definizione strategie di investimento nelle reti”. – Emiliano Fenu

Esattamente poi come operano attualmente sia TIM che Open Fiber, la società di nuova creazione andrebbe ad agire sul mercato wholesale, ovvero affitterebbe la rete agli operatori interessati per 25 anni ad una tariffa fissa.

A questo punto il prossimo passo per fare diventare la rete unica in fibra una realtà è che l’AGCOM deve proporre uno schema di societarizzazione della rete nazionale per convincere gli alti dirigenti delle due aziende protagoniste. Oltre a ciò, è necessario anche fare luce su quest’operazione in ottica europea: la UE infatti sta per approvare un nuovo Codice delle Comunicazioni elettroniche che potrebbe contrastare con quanto stiamo cercando di fare qui in Italia.

Insomma, la strada è ancora lunga e irta di ostacoli. Tuttavia, l’obiettivo comune sembra essere lo stesso, per cui siamo molto fiduciosi sulla fusione della rete in fibra ottica dei due principali player.