Chi aspettava un nuovo Mac Pro farebbe meglio a non trattenere il fiato: secondo le anticipazioni di Mark Gurman, la storica workstation di Cupertino è ormai ai titoli di coda. Nella sua newsletter PowerOn, il giornalista di Bloomberg tratteggia un futuro in cui il Mac Pro non trova più posto all’interno della strategia desktop di Apple. Una decisione che, se confermata, sancirebbe la fine di un prodotto che per oltre un decennio ha rappresentato l’apice assoluto della potenza professionale nel mondo Mac.
Indice:
Dal cilindro del 2013 al tramonto del 2025
Per capire come si sia arrivati a questo punto bisogna tornare indietro di oltre dieci anni. Nel 2013 Apple presentava con grande enfasi un Mac Pro completamente ridisegnato, soprannominato “a cestino” per la sua forma cilindrica. La promessa di innovazione totale — accompagnata dalla celebre frase di Phil Schiller “Can’t innovate anymore, my ass” — si scontrò presto con i limiti fisici del design. L’architettura interna, pensata per ospitare un singolo flusso termico, rese impossibile aggiornare il nodo GPU senza compromettere il raffreddamento.
Il risultato? Una macchina dal fascino innegabile ma tecnicamente in un vicolo cieco.

Solo nel 2019 Apple corresse la rotta con un ritorno alla classica “torre” in alluminio, modulare e pensata su misura per creativi e professionisti del video, del 3D e dell’audio. In quell’occasione l’azienda assicurò un futuro duraturo alla linea Pro, promettendo aggiornamenti regolari. Promessa che, con il senno di poi, non è mai davvero stata mantenuta.
Il Mac Studio cambia tutto
La vera svolta, tuttavia, non arrivò da un nuovo Mac Pro ma da un inedito attore interno: il Mac Studio. Presentato nel 2022 e poi aggiornato prima con chip M2 Ultra e più recentemente con M3 Ultra, questo compatto desktop professionale ha progressivamente eroso lo spazio del fratello maggiore.
Più piccolo, più silenzioso e soprattutto più economico, il Mac Studio ha portato quasi la stessa potenza del Mac Pro in un formato decisamente più gestibile, sia per le scrivanie di casa che per gli studi di produzione.

Quando nel 2023 il Mac Pro finalmente adottò i chip Apple Silicon con M2 Ultra, la differenza rispetto al Mac Studio risultò minima, se non nulla. Da lì il destino fu segnato: i professionisti cominciarono a preferire il formato più agile, decretando l’inizio del declino per la torre Pro.
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Stop al progetto M4 Ultra
Ora la conferma definitiva: nelle roadmap interne di Cupertino non esisterebbe più un chip M4 Ultra, e con esso sarebbe stato cancellato anche il Mac Pro che avrebbe dovuto adottarlo. Il prossimo processore “ultra” di fascia alta è previsto solo in versione M5, destinato esclusivamente a un futuro Mac Studio.
Tradotto in tempi concreti, significa che nel 2026 non vedremo alcun nuovo Mac Pro. Il modello lanciato nel 2023 rischia così di restare congelato, come accadde al cilindrico del passato: costoso, ingombrante, e con un’espandibilità che pochi sfruttano davvero.

È un epilogo già scritto, anche considerando come Apple stia semplificando la propria lineup Mac. Con i MacBook Air e Pro a presidiare il segmento portatile, l’iMac aggiornato per l’all-in-one e il Mac mini come opzione entry-level, il Mac Studio diventa di fatto l’unico computer desktop “Pro” di riferimento.
L’eredità di un simbolo
La scomparsa del Mac Pro non è soltanto una questione tecnica ma anche culturale. Per anni è stato la macchina simbolo di registi, musicisti e designer; una presenza costante negli studi cinematografici, nelle sale di montaggio e nei laboratori creativi. La sua architettura modulare e la capacità di essere aggiornato lo fecero amare da chi cercava potenza pura e controllo totale.
Ma il mondo è cambiato: il software è sempre più ottimizzato, il cloud ha ridotto la necessità di componenti sostituibili e Apple Silicon ha ribaltato le proporzioni tra prestazioni e consumi. In questo nuovo paradigma, una workstation di tale complessità non trova più giustificazioni economiche né tecniche.

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Un futuro tutto “Studio”
Guardando in prospettiva, Apple sembra aver scelto la via della concentrazione: meno modelli, cicli di aggiornamento più regolari, una gamma chiara e coerente. Il Mac Studio, con il suo equilibrio fra potenza e compattezza, è oggi il vero punto di riferimento per chi lavora in ambienti professionali.
È su questa base che nasceranno i futuri M5 Ultra e, probabilmente, le prossime innovazioni dedicate ai creativi. Il Mac Pro, invece, entrerà nella storia come una parabola affascinante — dal coraggio del cilindrico 2013 alla maturità estetica del 2019 — chiudendo un’epoca che ha definito il concetto stesso di “potenza professionale made in Cupertino”.
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