Così come quello delle automobili più tradizionali, anche il futuro dell’auto di lusso doveva essere completamente elettrico e avviare una transizione che nel resto delle fasce di prezzo sta procedendo positivamente.

Ferrari, Lamborghini, Bentley e persino Rimac avevano tracciato piani ambiziosi verso una gamma a zero emissioni. Oggi, però, la realtà racconta un’altra storia: i grandi brand del lusso stanno facendo retromarcia in questo ambito e rivalutando i motori a combustione, spesso spinti più dalle emozioni che dalle normative.

Il settore del lusso frena nella transizione all’elettrico

Negli ultimi anni quasi ogni costruttore aveva annunciato obiettivi netti di elettrificazione, ma la conversione dei clienti non procede con la rapidità sperata. Il risultato è che i piani “full electric” vengono rivisti, posticipati o sostituiti da strategie più sfumate.

Porsche, ad esempio, aveva promesso una gamma per l’80% elettrica entro fine decennio. Ora l’azienda ritiene più realistico offrire un mix di ibridi e BEV, invece di puntare esclusivamente sulle batterie.

Mercedes ha sospeso gli ordini di diversi modelli EQ, complici i dazi e una clientela ancora diffidente. BMW, da parte sua, ha ammesso che i motori termici “non spariranno mai” dalla gamma, con la fine degli incentivi federali USA che ha ulteriormente frenato la domanda di auto elettriche.

L’extra-lusso cambia approccio

Nella fascia altissima del mercato la retromarcia è ancora più evidente. Bentley, che con il piano “Beyond100” aveva fissato l’addio ai motori a benzina entro il 2035, ha deciso di prolungarne la vita grazie a sinergie all’interno del gruppo Volkswagen.

“La domanda di veicoli elettrici di lusso non è abbastanza forte da sostenere una strategia full electric”, ha ammesso l’amministratore delegato Frank-Steffen Walliser.

Anche Aston Martin e Lotus stanno ridimensionando le proprie ambizioni elettriche. Già nel 2024 Bentley aveva registrato il rifiuto di molti clienti verso i modelli a batteria, più attratti dagli ibridi considerati una “tecnologia ponte”.

Perché i marchi di lusso stanno rallentando nella transizione alle supercar elettriche 10

Supercar elettriche e hypercar

Il segmento delle supercar è quello meno disposto a cedere. Mate Rimac lo ha detto chiaramente: i clienti di Bugatti e Rimac non vogliono hypercar elettriche. Christian von Koenigsegg ha confermato: “L’appetito per auto completamente elettriche di questo livello è estremamente basso”.

Lamborghini, già cauta da tempo, ha ulteriormente rimandato la sua prima elettrica, la Lanzador EV, almeno al 2029, valutando nel frattempo versioni ibride plug-in. Come ribadito dal CEO Stephan Winkelmann:

“Non si tratta di quello che possiamo fare, ma di realizzare i sogni dei clienti. E i clienti vogliono motori a combustione”, 

Anche Ferrari, pur con un progetto elettrico in sviluppo, secondo indiscrezioni interne considera la domanda reale “pari a zero” per supercar a batteria.

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Perché l’elettrico non convince i clienti del lusso?

Il problema non è la tecnologia. Le auto elettriche offrono già accelerazioni fulminee e coppia istantanea, qualità che teoricamente dovrebbero sposarsi bene con l’idea di una supercar. Eppure manca un elemento essenziale: la componente sensoriale.

“Il rombo di un V12, le vibrazioni di un motore termico a pieno regime, l’odore della benzina bruciata sono emozioni che le auto elettriche non possono replicare”.

Come osserva il giornalista Mack Hogan, le supercar sono “auto da poster”, simboli sognati fin da adolescenti. Quando arriva il momento di comprarle, i clienti non cercano un motore silenzioso, ma l’esperienza che li ha fatti innamorare di quel marchio.

Inoltre, aggiungono gli analisti, chi spende centinaia di migliaia di euro per una Ferrari o una Lamborghini non ha interesse a risparmiare su carburante o manutenzione. L’elettrico è visto dall’automobilista comune come una soluzione per abbattere i costi di gestione, ma per chi può permettersi un’auto da 300.000 euro un tagliando da 20.000 non rappresenta un ostacolo.

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I segnali per il futuro

Questo non significa che il sogno elettrico sia morto. Anzi, i costruttori continueranno a investire in ibridi e BEV, ma con un approccio più cauto. È probabile che le prossime generazioni di acquirenti, cresciute in un contesto dominato da veicoli a batteria, si dimostrino più aperte all’idea di una supercar elettrica.

Per ora, però, l’equilibrio resta a favore dei motori a combustione, magari supportati dall’ibrido per ridurre emissioni e consumi. I marchi del lusso hanno capito che la transizione deve essere graduale e che il cuore dei clienti non si conquista con le specifiche tecniche, ma con l’emozione.

Il rallentamento dei piani elettrici da parte dei brand di lusso è il riflesso di una verità semplice: le supercar non sono solo mezzi di trasporto, ma esperienze emotive.

L’elettrico, per ora, non riesce a replicare quella magia che i proprietari del lusso cercano. Le hypercar a batteria arriveranno, ma non nei tempi inizialmente annunciati.

Per il momento, dunque, la transizione all’elettrico dovrà continuare a sottostare alle emozioni.