Google sponsorizza sempre progetti bizzarri e fantasiosi con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, e il suo ultimo è caratteristicamente strano. Chiamato PoemPortraits, la web app prende una parola di nostra scelta e la combina con un selfie per creare alcune righe di poesia. Fondamentalmente, partendo da una semplice parola e da un selfie, la IA di Google ci dedica una poesia creata ad-hoc.

L’applicazione è il risultato di una collaborazione fra gli sviluppatori di Google Arte & Cultura Lab, la codifica di Ross Goodwin, ed Es Devlin, un artista e designer di fama che ha lavorato, fra gli altri, con il Teatro Nazionale del Regno Unito, con Kanye West, Beyoncé e Adele.

Ross ha costruito il software che genera la poesia. Ha una profonda conoscenza della rete neurale su un enorme corpus di poesie del XIX secolo (oltre 25 milioni di parole!) in grado di ricercare schemi in questi dati. Questa applicazione web è fondamentalmente una versione digitale del Photo Booth, e come scrive Devlin in un post sul blog, le poesie prodotte possono essere “a volte sorprendentemente toccanti e altre volte senza senso”.

Purtroppo la web app al momento è stata sviluppata con una IA e una rete neurale che comprendono solamente poesia e parole inglesi.

Per provare la web app di PoemPortraits in lingua inglese, vi basterà cliccare su questo link.