Recensione Amazfit T-Rex Ultra – Sono passati sei anni da quando abbiamo recensito il primo smartwatch Amazfit e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tantissima. Il brand si è evoluto, staccandosi da Xiaomi prima e trasformandosi in ZEPP Health poi, mantenendo però il marchio Amazfit che è stato utilizzato per rilasciare numerosi modelli di successi, come le linee GTR e GTS.

Da tre anni il produttore ha lanciato anche la linea T-Rex, composta da rugged watch, quegli smartwatch pensati per essere utilizzati anche in condizioni estreme, per lo sport ma non solo. L’ultimo arrivato si chiama Amazfit T-Rex Ultra (qui l’articolo di presentazione) ed è al mio polso da quasi un mese, nel quale l’ho stressato e utilizzato incessantemente per sviscerarne tutti i pregi e i difetti.

Oggi dunque vi racconto cosa ne penso di questo smartwatch, che lancia inequivocabilmente la sfida ai grandi produttori di sportwatch, Garmin su tutti. Amazfit sarà riuscita nell’intento o avrà dimenticato qualche dettaglio? Scopriamolo insieme.

Un passo avanti nei materiali

Recensione Amazfit T-Rex Ultra, la sfida agli sportwatch è lanciata 1

Se avete letto il nostro articolo di lancio avrete visto che la prima grossa novità di Amazfit T-Rex Ultra è rappresentata dal prezzo di vendita, più che raddoppiato rispetto ad Amazfit T-Rex 2. Quest’ultimo infatti costava 229,90 euro mentre la versione Ultra è in vendita a un prezzo di listino di 469,90 euro, un deciso passo in avanti che però non è ingiustificato.

Si parte dalla cassa dello smartwatch, che sul modello precedente era realizzata interamente in lega di polimeri. Qui invece la cassa è in acciaio inossidabile, scelta che va ovviamente a incidere sul peso senza però esagerare. La sensazione che ho avuto è quella di una maggiore solidità, dovuta a un peso leggermente superiore, parliamo di 89 grammi contro 67 di T-Rex 2.

In acciaio sono anche il fondo dello smartwatch e la cornice che protegge lo schermo mentre resta la lega in polimeri utilizzata per il telaio centrale, ma credo sia stata una scelta obbligata dalla necessità di contenere il peso più che i costi. In generale comunque la qualità dei materiali è decisamente superiore, anche le parti in plastica sono decisamente migliori al tatto.

Resta l’impostazione da sportwatch, con quattro pulsanti laterali che possono essere utilizzati per avviare le attività, scorrere tra i menu e gestire le impostazioni, molto comodo se ad esempio correte con in guanti o andate in bici e volete un sistema più semplice da gestire rispetto allo schermo touch. È ovviamente possibile gestire tutto anche con il tocco ma ho davvero apprezzato questa doppia possibilità.

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Molto bello, sia dal punto di vista del design sia da quello prettamente funzionale, il nuovo sistema di aggancio del cinturino, che Amazfit afferma non essere rimovibile (almeno non facilmente). Invece del cinturino collegato direttamente alla cassa dello smartphone, è presente una sorta di cerniera che permette allo smartwatch di adattarsi perfettamente al polso, consentendo alla parte inferiore di poggiare bene sulla pelle e riducendo al minimo gli spazi vuoti.

Peccato solo per il vetro protettivo, la cui composizione non è specificata da Amazfit. È sicuramente resistente ai graffi, in queste settimane non l’ho certo trattato con riguardo e non c’è nessun segno né sullo schermo né sul corpo dello smartwatch, ma una soluzione in vetro zaffiro, come quella vista su Amazfit Falcon, sarebbe stata una scelta migliore.

Sono molte le caratteristiche riprese dai modelli precedenti, ma anche da Amazfit Falcon, come il misuratore di battito cardiaco in grado di rilevare anche il livello di ossigeno nel sangue, la certificazione per le immersioni fino a 100 metri e la connettività Bluetooth. Da segnalare però la presenza della connessione WiFi, che può essere utilizzata per scaricare le mappe di navigazione, di cui però vi parlerò tra poco.

Ottima la possibilità di sfruttare gli oltre 2 GB di memoria interna a disposizione per caricare la propria musica preferita, così da poterla ascoltare durante gli allenamenti senza dover avere con sé lo smartphone. È possibile collegare delle cuffie Bluetooth per l’ascolto: ho provato con 5-6 paia di brand diversi e non ho avuto alcun problema, tutte si sono collegate in pochi istanti e mi hanno permesso di allenarmi con la musica, senza andare a incidere in maniera pesante sull’autonomia.

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Che sia uno smartwatch pensato per sopravvivere anche in condizioni estreme lo si vede dal design ma leggendo le caratteristiche scopriamo che è possibile utilizzarlo davvero ovunque, visto che il range di funzionamento va di – 40 gradi ai + 70 gradi, davvero pazzesco. E a -30 gradi si attiva una modalità ultra-low battery per ridurre ulteriormente i consumi e permettere al dispositivo di funzionare senza problemi.

Non è cambiato nemmeno lo schermo che utilizza un pannello AMOLED da 1,39 pollici con risoluzione di 454 x 454 pixel. Davvero tantissimi, leggere le notifiche è un piacere, i quadranti sono decisamente definiti, anche i dettagli più piccoli sono sempre ben riprodotti. La novità però è che la luminosità massima raggiunge i 1.000 nit, e questo significa che all’aperto, sotto la luce diretta del sole, i dati si leggono benissimo.

Soprattutto durante lo sport questo è un grosso valore aggiunto, visto che permette di leggere i dati senza dover schermare il display con una mano per leggere, rischiando di distrarsi e perdere il ritmo.

Una valida alternativa per lo sport

ZEPP però non si è limitata a crescere dal punto di vista costruttivo ma si è concentrata anche sul software, per sfornare un prodotto che è pronto a sfidare i più affermati produttori di sportwatch. Il sistema operativo è sempre ZeppOS, in versione 2.1, con una ricca serie di funzioni pensate nella maggior parte dei casi per lo sport.

Di Zepp Coach vi parlo tra poco, visto che è una delle principali novità (anche se ha debuttato con Amazfit Falcon), ma le chicche sono davvero tante. La prima è il supporto alle mappe offline, così da poterle utilizzare durante un qualsiasi allenamento. Non parlo della possibilità di scaricare delle tracce preparate con altre app (tipo Strava), o della possibilità di tornare al punto di partenza o ricevere indicazioni sul percorso da seguire, ma di una vera e propria mappa del luogo in cui vi trovate.

È necessario utilizzare la companion app Zepp per selezionare la porzione di mappa da scaricare. La dimensione minima è un rettangolo da 29 x 46 km circa, più che sufficiente quindi per chi pratica running e non segue percorsi esageratamente lunghi, e può arrivare a 200 x 300 km, ottimo quindi per chi va in bici e ha bisogno di una maggiore estensione. Una volta selezionata la mappa da scaricare è necessario spostarsi sullo smartwatch, collegarsi a una rete WiFi e avviare la procedura, seguendo le istruzioni fornite. Io ho scaricato una mappa da 29×46, sufficiente per i miei allenamenti, e nel giro di circa 5 minuti l’ho trovata pronta all’uso sul dispositivo.

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A questo punto è possibile avviare una sessione di allenamento all’aperto, attendere qualche secondo affinché il sistema di localizzazione agganci il segnale e poter vedere la propria posizione sulla mappa. Non una funzione di navigazione quindi, visto che non ci sono etichette con i nomi delle località o punti di interesse, né tantomeno curve di livello che permettono di capire l’orografia del terreno circostante. Io l’ho utilizzata diverse volte per provare nuovi percorsi in bici, visto che la mappa mostra lo sviluppo delle strade e permette di capire dove porta un determinato percorso, a patto ovviamente di trovarsi in un luogo di cui si ha familiarità.

Torno sul sistema di localizzazione che ancora una volta è di altissimo livello, con GPS a doppia frequenza (segnali L1 e L5) così da avere una copertura di ottima qualità anche nei boschi o quando il cielo non è direttamente visibile. Sono supportati anche altri sei sistemi di posizionamento, tra cui GLONASS, Beidou e Galileo. La traccia registrata è decisamente precisa, l’ho messa a confronto con quella di un Garmin Forerunner 935 e le differenze sono trascurabili, più che altro per una questione di arrotondamento della posizione. Ovviamente è possibile esportare i dati registrati verso altre piattaforme, come Strava, Google Fit, Relive e adidas Running, oltre che su WeChat.

Per chi si allena in palestra è presente una funzione, applicabile a 25 diverse attività che solitamente si praticano in palestra (squat, sollevamenti con bilanciere, pull up, push-up e similari) e visualizzare quali sono stati i muscoli coinvolti dall’allenamento, memorizzare ogni sessione così da poterle ripetere in futuro per allenamenti decisamente personalizzati.

Del rilevamento del battito cardiaco vi parlerò tra poco, nella sezione dedicata alle cose da mettere a posto, per il resto i dati rilevati, come altitudine, pressione atmosferica, calorie consumate e analisi del sonno sono precise e accurate, leggermente migliorate rispetto ai modelli che ho avuto in precedenza.

Ricca infine la scelta di quadranti a disposizione, moltissimi dei quali scaricabili gratuitamente, per rendere unico il proprio Amazfit T-Rex Ultra e distinguerlo dagli altri, mentre dalla companion app è possibile scaricare alcune mini app che permettono di aggiungere ulteriori funzioni allo smartwatch.

Autonomia eccellente

La batteria è uno di quei componenti che non è cambiato rispetto ad Amazfit T-Rex 2, visto che ha una capacità di 500 mAh. Il produttore parla di 20 giorno di uso tipico e 9 giorni di uso pesante, mentre per quanto riguarda il GPS è possibile arrivare a 28 ore consecutive utilizzando la modalità ad elevata precisione.

Non ho certo fatto riposare il mio Ultra e appena acceso ho attivato tutte le funzioni, dall’Always On Display per 15 ore al giorno, al fine di poter vedere l’ora senza dover ruotare il polso, alla misurazione intelligente del battito cardiaco, con misurazione del livello di ossigeno durante il sonno, misurazione dello stress e notifiche accese. Queste ultime sono solitamente almeno 100 al giorno (nel mio caso) e a tutto questo va aggiunta una media di 30 minuti di GPS al giorno, tra camminate, corse e pedalate in bici.

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Un utilizzo decisamente impegnativo quindi, eppure T-Rex Ultra non ha tradito le aspettative, fin dalla prima ricarica. Fatta salva la prima ricarica, che ha visto un utilizzo superiore alla media per via delle configurazioni e della scoperta delle nuove funzioni, ho raggiunto i 9 giorni con ciascuna delle ricariche successive, un risultato in linea con quanto affermato dal produttore e con quanto ottenibile col modello precedente.

A voler essere pignoli con T-Rex 2 la media è stata di circa 10 giorni, anche se l’ho ottenuta dopo un paio di mesi e un buon numero di aggiornamenti firmware, per cui ritengo che col passare delle settimane l’autonomia di T-Rex Ultra sia destinata a migliorare ulteriormente. Non ho provato l’autonomia massima ma non ho dubbi che disattivando l’always on display sia già possibile superare i 15 giorni con una singola carica.

È inoltre possibile attivare una modalità di risparmio energetico estrema, per raggiungere un massimo di 25 giorni di autonomia, anche se in questo caso sarà necessario rinunciare a una buona parte delle funzioni dello smartwatch, rendendolo di fatto molto meno utile e interessante.

Zepp Coach, l’allenatore virtuale

Introdotto con Amazfit Falcon, Zepp Coach è una delle novità del 2023 per gli smartphone Amazfit e, a testimonianza della vocazione sportiva di questo smartwatch, è disponibile anche su T-Rex Ultra. Il servizio ha ricevuto dei miglioramenti rispetto alla versione iniziale, rilasciata con Amazfit Falcon, ma resta uno strumento dedicato principalmente ai principianti, o comunque a coloro che cercano un aiuto per creare una propria routine di allenamento per la corsa o il ciclismo.

È infatti possibile decidere quanti giorni dedicare all’allenamento e Zepp Coach suggerirà l’intensità e la durata dell’attività in base allo stato di allenamento corrente. L’applicazione ricorda direttamente sullo smartwatch, nelle giornate selezionate nel piano di allenamento, il tipo di allenamento consigliato, con la durata e la frequenza media da mantenere per ottenere i migliori risultati.

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Sul proprio smartphone poi, all’interno della companion app ZEPP, viene visualizzato un riepilogo di quanto svolto ogni settimana, con le percentuali di completamento rispetto al programma prestabilito e un grafico che riporta lo stato dell’allenamento nel tempo. In questo modo è più facile capire se abbiamo esagerato, se siamo stati poco efficaci o se un allenamento è stato particolarmente intenso e utile al miglioramento delle prestazioni complessive.

Come dicevo è una funzione che risulta molto utile per chi sta cercando delle motivazioni per rimettersi in forma e vuole ricevere dei consigli per evitare di strafare o, al contrario, di limitarsi troppo con gli allenamenti. Al momento non ci sono tanti parametri su cui intervenire per cui chi è già abituato a seguire un particolare piano si troverà in difficoltà a configurare Zepp Coach e adattarlo alle proprie necessità.

È comunque probabile che ZEPP raccolga i feedback a parte degli utenti e introduca nel tempo miglioramenti e nuove funzioni così da renderlo maggiormente fruibile per un pubblico più vasto.

Quel poco che ancora non va

Anche se ho voluto dedicare un paragrafo per riportare i punti deboli di Amazfit T-Rex Ultra, devo dire che sono davvero pochi. Il principale, ma è un problema che affligge la maggior parte degli smartwatch/sportwatch. Parlo della precisione del sistema di rilevamento del battito cardiaco, che non va nemmeno così male ma che è decisamente altalenante.

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Mi è infatti capitato di allenarmi in bici e di rilevare una precisione molto buona, con qualche dato sovrastimato solo nelle fasi iniziali, e altre sessioni di corsa dove invece la risposta è stata meno pronta, soprattutto nei cambi repentini di ritmo. In qualche caso infatti la frequenza rilevata è salita molto lentamente rispetto alla realtà per poi rimanere superiore anche quando in realtà il ritmo era già tornato più regolare.

Va comunque detto che è possibile collegare una fascia cardio esterna per risolvere il problema e questo T-Rex Ultra supporta la maggior parte dei modelli in commercio. Se dunque volete dei dati molto precisi questa è la soluzione migliore, se invece non avete bisogno di una elevata precisione il rilevatore è comunque valido anche se non accuratissimo.

Per il resto ho notato solo qualche sporadica difficoltà nella sincronizzazione, in particolar modo al mattino quando il mio smartphone esce dalla modalità notturna, ma dopo gli ultimi aggiornamenti del firmware la situazione è decisamente migliorata tanto che il problema si presenta molto raramente.

In conclusione

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Con Amazfit T-Rex Ultra è stato fatto un deciso passo in avanti rispetto ai modelli precedenti della serie per creare un vero e proprio sportwatch, ricco di funzioni, dati, statistiche e con la possibilità di ampliarne le funzioni collegando dispositivi esterni come fasce cardio e sensori di potenza. Ottima la dotazione di serie così come l’autonomia, che sarà molto apprezzata anche da chi pratica trail running, escursionismo e sport di resistenza.

Il prezzo è senza dubbio impegnativo, soprattutto se paragonato alle generazioni precedenti, ma è comunque in linea con gli sportwatch dei brand più diffusi. Se fosse stato venduto a 350 euro sarebbe forse stato imbattibile, così deve comunque giocarsela con brand più affermati e conosciuti da parte degli utilizzatori. Personalmente l’ho apprezzato e ho deciso di farlo diventare il mio sportwatch, mandando definitivamente in pensione il mio Garmin Forerunner 935, che pur rimanendo un prodotto valido aveva alcune carenze, prima fra tutte l’autonomia.

Certo, un runner o un ciclista evoluti continueranno a preferire prodotti di brand più conosciuti per via della maggior quantità di metriche disponibili, ma chi come me si diletta con l’attività fisica senza esagerare, troverà in Amazfit T-Rex Ultra un alleato valido in ogni situazione, con rilevazioni precisi, ottimi materiali e un’app in costante evoluzione.

Potete acquistare Amazfit T-Rex Ultra sullo store ufficiale a 469,90 euro o su Amazon allo stesso prezzo in due colorazioni.