Audius è un nuovo servizio di streaming musicale che permette agli artisti di caricare gratuitamente la loro musica. A differenza però dei più famosi Spotify, Apple Music, YouTube Music e Amazon Music, Audius basa l’intero suo servizio sulla blockchain.

Il mondo dello streaming musicale vede fondamentalmente 4 o 5 servizi spartirsi la maggior parte del market share, lasciando solamente le briciole ai servizi minori. Audius vuole però ribaltare questa cosa.

Audius e la sua blockchain open source

Audius servizio streamung musicale blockchain

Audius vuole differenziarsi dalla concorrenza e parte di ciò dipende dall’utilizzo di un protocollo blockchain open source.

Ciò significa che Audius non ospita la musica. Invece, gestisce una rete decentralizzata tra i nodi. “Poiché la rete è decentralizzata e protetta dalla blockchain, i metadati di attribuzione rimangono sicuri, verificabili e immutabili“, spiega l’azienda.

Più che per una sicurezza nei confronti degli utenti (come avviene ad esempio nelle criptovalute che ne usano una), l’uso della blockchain ha il compito di diminuire il costo operativo (non essendo necessari grossi server), di assicurare una maggiore tracciabilità della musica e avere ben chiaro il numero di ascolti per ogni traccia per gestire i futuri pagamenti degli artisti.

Audius: qualità del servizio

Dal punto di vista tecnico, offre la riproduzione musicale in MP3 con qualità massima a 320 Kbps, la stessa offerta da Spotify (Amazon ha appena lanciato un servizio di streaming in HD).

Accesso gratuito e 90% dei profitti agli artisti

Al momento il servizio è nelle sue fase iniziali, con solo qualche centinaio di artisti presenti e investimenti derivanti da grandi nomi quali deadmau5, Rezz, 3LAU e The Stafford Brothers. Inoltre, per adesso il servizio è accessibile gratuitamente con gli artisti che non ricevono alcun compenso.

Nel 2020 però è previsto un aggiornamento del servizio che creerà un business model più chiaro, con la disponibilità di un piano gratuito supportato da pubblicità e di un piano a pagamento. L’azienda indica che il 90% dei ricavi andrà agli artisti e il 10% andrà a coloro che gestiscono i nodi (non sappiamo come l’azienda stessa intenda fare profitti).