Mantenere aggiornati gli smartphone che si immettono sul mercato è un qualcosa a cui i produttori dovrebbero tenere a cuore, nonostante ciò significhi meno entrate in termini di vendite. É anche vero però che gli aggiornamenti non dovrebbero essere il veicoli di azioni di obsolescenza programmata. É proprio questo che l’AGCM, dopo una lunghissima indagine, ha imputato ad Apple e Samsung nell’affliggere una sanzione rispettivamente di 10 e 5 milioni di euro.

Da quello che leggiamo nel comunicato ufficiale, l’AGCM pensa che “Tali società hanno indotto i consumatori – mediante l’insistente richiesta di effettuare il download e anche in ragione dell’asimmetria informativa esistente rispetto ai produttori – ad installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente, senza fornire adeguate informazioni, né alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti“.

Per quanto riguarda Apple è stato preso in esame il famoso #batterygate, ovvero il rallentamento della frequenza di clock degli iPhone 6, 6 Plus, 6s e 6s Plus fatto di proposito da parte di Apple con l’aggiornamento ad iOS 10 per “preservare l’integrità e le funzionalità dei dispositivi”.

Sul fronte Samsung invece viene imputata l’insistenza e la mancanza di informazioni adeguate sul calo di prestazioni con l’aggiornamento del Samsung Galaxy Note 4 ad Android 6.0 Marshmallow.

In entrambi i casi quindi si tratta di colpe di qualche anno fa, cosa che dovrebbe far riflettere sulla lentezza delle indagini. Ad ogni modo, di Samsung non lo sappiamo ancora ma Apple non dovrebbe presentare ricorso dal momento che ha ammesso ufficialmente il rallentamento volontario della CPU degli iPhone più vecchi. Staremo a vede come evolverà la situazione.