La modifica alle linee guida dell’App Store vanno molto più in profondità del semplice blocco alle applicazioni che sfruttano la CPU degli iPhone e degli iPad per eseguire mining di criptovaluta. Infatti, abbiamo appreso che anche gli sviluppatori che richiedono l’accesso alla nostra rubrica e poi decidono di vendere tali dati con terze parti verranno bannati.

Le modifiche alle linee guida, che entrate in vigore dalla settimana scorsa, affermano esplicitamente che agli sviluppatori viene vietato di trasformare le rubriche in un database di contatti e di vendere quel database. Inoltre, non possono trasformare i dati in profili utente.

Gli sviluppatori possono comunque chiedere agli utenti elenchi di contatti da utilizzare all’interno della loro app, ma dovranno dire agli utenti esattamente cosa faranno con i dati (regola che deriva dal GDPR europeo). Se hanno in mente più di uno scopo, dovranno chiedere un ulteriore consenso.

Facebook è stato messo a ferro e fuoco lo scorso marzo per aver consentito a uno sviluppatore di terze parti di ottenere i dati di oltre 87 milioni di persone durante lo scandalo di Cambridge Analytica. La tempistica delle nuove regole dell’App Store sembra indicare che Apple stia tentando di impedire l’uso improprio dei dati da parte dei suoi sviluppatori. Ma la società non può fare nulla per i dati che sono già stati raccolti e potenzialmente venduti dagli sviluppatori.

E mentre Apple può rimuovere le app dagli sviluppatori che violano queste regole, non ha il pieno controllo su ciò che quegli sviluppatori scelgono di fare con i dati una volta ottenuti dagli utenti, che è lo stesso problema che ha incontrato Facebook.

Insomma, è stato posto un freno al dilagare della compra vendita di dati personali ma non si è arrestato del tutto il fenomeno.