Da quando il 5G ha iniziato a fare la sua comparsa nei primi paesi del mondo, sempre più cittadini hanno iniziato a mostrare evidenti segni di malessere circa l’installazione delle antenne radio essenziali per la propagazione del segnale. Il Coronavirus ha avuto l’effetto negativo di amplificare l’allarmismo infondato dei cittadini arrivando addirittura a portarli a compiere atti di vero vandalismo come avvenuto a Cipro o in Inghilterra.

Il 5G non pone rischi alla salute dell’uomo

In queste ore l’ICNIRP, ovvero International Commission on Non‐Ionizing Radiation Protection, l’organo che si occupa di settare i limiti di radiazione consentiti, ha richiesto nuove linee guida per quanto riguarda le onde millimetriche del 5G. Queste forme di onde hanno dei livelli di radiazione di molto inferiori ai massimi consentiti dalla legge e, come sottolinea il Dr Erin van Rongen, presidente dell’ICNIRP, “le nuove linee guida sono state sviluppate dopo un’attenta revisione di tutta la letteratura scientifica pertinente, seminari scientifici e un ampio processo di consultazione pubblica”.

Ad esempio le radiazioni radio utilizzate in Inghilterra sono del tutto simili a quelle utilizzate dai telefoni fin dal 1998; il rischio relativo alle onde millimetriche del 5G si muovono sotto il limite di quelli concordati nel 1998, pertanto anche la presenza della connettività 5G non pone dei rischi alla salute pubblica.

Purtroppo, nonostante la comunità scientifica sia unanime nel riconoscere l’assenza di pericolo del 5G per la salute pubblica, siamo certi che il dibattito pro/contro 5G continuerà ad impegnare l’agenda pubblica per molti anni a venire. La speranza è che l’arrivo del 6G non verrà accompagnato dallo stesso tipo di scetticismo che abbiamo imparato a conoscere in questi ultimi tempi.

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